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Inés De Borbón. Acquamarina
martedì 6 Novembre 2018 - martedì 20 Novembre 2018
sede: Magazzino Gallery – Palazzo Contarini Polignac (Venezia).
cura: Roberta Semeraro.
A circa un anno di distanza Inés de Borbón torna ad esporre a Venezia, presentando in anteprima, il suo preludio alle infinite tonalità dell’acquamarina, ispirato al paesaggio della laguna veneta.
Come la chiave musicale segna l’altezza dei suoni nello spartito, così l’artista individua nella bricola, il suo segno per misurare le sue composizioni pittoriche.
La bricola ha un’origine antichissima nell’ambiente lagunare indicando alle imbarcazioni le possibili vie da percorrere senza arenarsi sui fondali meno profondi.
Formata da uno o più grossi pali di legno legati fra loro e conficcati nel fondo, la bricola è, a livello visivo, elemento statico e verticale rispetto alla linea fluttuante e orizzontale del livello dell’acqua.
“Quando, attraversando la laguna nel fulgore del sole… vidi il più bello, più vivo quadro di scuola veneziana. La luce solare abbagliante, esaltava le macchie colorate, e le parti in ombra erano così luminose che a loro volta potevano valere quasi come luci. Lo stesso era a dirsi dei riflessi dell’acqua color verde mare. Tutto era dipinto chiaro su chiaro, e l’onda schiumosa e gli scintillii che vi balenavano erano gl’indispensabili tocchi di finitura”.
(J. W. von Goethe, 1786)
“La pennellata restituisce persino nella sua consistenza, la liquidità dell’acqua, l’ariosità del cielo e la sensazione ruvida del legno bagnato – scrive nel saggio critico, la curatrice Roberta Semeraro – dopo aver ri-creato il paesaggio reale suscitandone la viva sensazione, Borbón prosegue il suo meta-viaggio nella laguna trasfigurandola. Destruttura così la bricola, dividendola in più sezioni di diverse forme e dimensioni trasformandola da elemento statico in elemento dinamico e introducendo nella sua pittura, l’idea del tempo quindi del divenire. La bricola diviene così il punto d’incontro tra la visione dell’artista e l’osservatore. Seguendo l’evoluzione di questa sagoma, l’osservatore riesce a cogliere lo spettacolo dell’acquamarina che la pittrice mette in atto nel palcoscenico della laguna”.
Abitare uno spazio liquido è come essere immersi totalmente nel colore, lasciandosi trasportare dai suoi riflessi che sono ovunque. Il colore è un rischio che molti pittori devono correre; è seducente, commuove e li tiene in ostaggio dei loro sentimenti e delle loro emozioni. Tutto questo Inés de Borbón ha saputo rappresentarlo bene con la sua pittura; ha guardato la laguna e per non perdersi nell’immensità dell’acquamarina, si è appoggiata con l’immaginazione ad un semplice ma solido, bastone di legno.
“La mia pittura – si racconta Ines de Borbon – credo sia molto più emotiva che narrativa, ma le tematiche e le suggestioni legate a la Laguna, le sue meraviglie naturali, mi hanno fortemente influenzata. La mia idea per questa esposizione è armonizzare il “perdersi” nell’emotività dei toni verde acquamarina e al contempo, attraverso questa presenza concreta e tangibile della bricola, eludere qualsiasi smarrimento nella fluidità del colore”.
Ines de Borbon stimola la fantasia degli spettatori e, come in un gioco a due vie, ricorda loro che – proprio in quell’attimo, nel momento della fruizione artistica – i loro piedi poggiano su un bosco alla rovescia, sui pali che sostengono le costruzioni cittadine e che segnano le vie d’acqua in laguna.
Inés de Borbón è nata a Madrid, vive e lavora a Roma dal 2001 e si dedica alla pittura da sempre, ma in modo professionale da un decennio. I suoi dipinti oltre che in collezioni private italiane e straniere sono esposte in diversi Musei di Spagna, Argentina, Bulgaria. Fra gli altri: Museum of Contemporary Art in Salta, Argentina; Museum of Contemporary Art Azuaya, Badajoz, Spain; Museum of Modern Art in Sofia, Bulgaria; Municipal Museum of Contemporary Art Marmolejo, Jaen, Spain
Ufficio stampa: FG Comunicazione
Inaugurazione: Martedi 6 Novembre ore 18:00