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Inge Morath. L’occhio e l’anima
giovedì 19 Ottobre 2023 - lunedì 1 Aprile 2024
sede: Filatoio di Caraglio (Caraglio, Cuneo).
cura: Brigitte Blüml-Kaindl, Kurt Kaindl, Marco Minuz.
Cent’anni fa nasceva Inge Morath, prima fotogiornalista donna nella storia dell’agenzia Magnum Photos. Una figura che ha avuto il merito di emanciparsi in una società e in una disciplina all’epoca spiccatamente declinate al maschile e che, presso il Filatoio di Caraglio, sarà celebrata dalla mostra monografica “Inge Morath. L’occhio e l’anima”, con oltre 200 opere.
Il titolo scelto per la mostra di Caraglio riprende una frase emblematica della fotogiornalista austro-americana: “La fotografia è un fenomeno strano. Ti fidi del tuo occhio, ma non puoi evitare di mettere a nudo la tua anima”. D’altro canto, il lavoro di Inge Morath è stato costantemente permeato da un binomio indissolubile con la macchina fotografica, germogliato all’ombra di uno pseudonimo maschile per aggirare le barriere culturali del suo periodo storico e manifestatosi in una serie di reportage in Europa, Asia e America.
Il progetto espositivo, realizzato “ad hoc” per gli spazi del Filatoio di Caraglio, che per secoli ha impiegato la manodopera femminile nella filatura della seta, conosce il suo sviluppo attraverso quindici sezioni tematiche che ripercorrono le principali esperienze di Inge Morath: si inizia con una serie di ritratti sulla fotogiornalista ad opera di diversi autori, tra cui Henri Cartier-Bresson, Yul Brynner e Phil Stern, per passare poi ai suoi esordi in occasione del suo viaggio a Venezia, dove sono nati la passione e il rapporto con la fotografia, ai reportage in Spagna, Italia, Iran, Francia, Messico, America, Russia e Cina. Viaggi che ha affrontato sempre con serietà, studiando la lingua, le tradizioni e la cultura di ogni regione dove si recava. Spazio poi alla serie Mask, figlia della collaborazione con l’illustratore Saul Steinberg, e ai ritratti dell’ultimo periodo della sua vita.
La mostra annovera anche una sezione mai esposta prima in Italia, con istantanee a colori ricavate dai reportage che la fotogiornalista originaria di Graz ha effettuato negli Stati Uniti d’America, in Messico, in Inghilterra e in Spagna. A questi si sommano una selezione di immagini realizzate da Kurt Kaindl presso la casa/studio dove Inge Morath visse a partire dal 1962 con lo scrittore Arthur Miller e un’antologia di suoi ritratti tra cui Jean Arp, Alexander Calder, Audrey Hepburn, Alberto Giacometti, Doris Lessing, André Malraux, Henri Moore, Marilyn Monroe, Pablo Neruda, Pablo Picasso e Igor Stravinskij.
Le fotografie di Inge Morath ne riflettono la sensibilità umana ancor prima che professionale, ma al tempo stesso sono assimilabili a vere e proprie pagine del suo diario di vita. Lei stessa, infatti, scrisse: “La fotografia è essenzialmente una questione personale, la ricerca di una verità interiore”. Nel 1992 viene premiata con il Great Austrian State Prize for Photography e nel 1999 con il Großer Österreichischer Staatspreis per la fotografia, onorificenza del governo austriaco.
L’esposizione, curata da Brigitte Blüml-Kaindl, Kurt Kaindl e Marco Minuz, è promossa e realizzata da Fondazione Artea e Regione Piemonte, in collaborazione con Suazes, Fotohof, Magnum Photos e Comune di Caraglio, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e il contributo della Fondazione CRC e della Fondazione CRT.
Immagine in evidenza
Inge Morath, Marilyn Monroe, Nevada, USA, 1960 (part.)