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Inventario Pozzati – Per un omaggio della città di Bologna all’artista Concetto Pozzati
sabato 30 Novembre 2019 - martedì 3 Marzo 2020
sede: Varie Sedi (Bologna).
cura: Elena Di Gioia.
La città di Bologna dedica un importante omaggio al grande artista di punta dell’arte contemporanea: spettacoli, performance, proiezioni, incontri danno corpo a appunti, lettere, dialoghi, interventi, ponendo una lente di ingrandimento sulla letteratura inedita e sull’opera di Concetto Pozzati: una alchimia tra discorso sulla propria opera, in dialogo con se stesso e il discorso pubblico (in Aule e contesti delle città) dove la responsabilità dell’artista segna in maniera formidabile l’unione tra l’artista, l’uomo e l’intellettuale.
Il progetto affonda nel prisma Pozzati: la sua opera d’artista, il suo impegno volto al futuro attraverso l’insegnamento, il suo impegno politico e civile nel ruolo di Assessore alla Cultura a Bologna (dal 1993 al 1996), l’intreccio indissolubile tra privato e pubblico nella forza del ruolo dell’artista oggi attraverso le parole attuali e fulminanti dei suoi scritti.
Il progetto intraprende la sfida di trasfigurare con il linguaggio del teatro gli scritti di Concetto Pozzati.
Il teatro che dialoga con le sue opere così come le sue opere dialogano con il pubblico in forma teatrale; i suoi scritti diventano parola della scena.
Inventario Pozzati crea quindi una mappa della città, luoghi simbolici e concreti, in cui incastonare le parole di Concetto Pozzati e la loro attualità: dalla Biblioteca Emeroteca del MAMbo con il Fondo Pozzati recentemente donato dai figli Maura e Jacopo al museo bolognese, dallo Studio in cui dipingeva all’Arena del Sole, dalla Accademia di Belle Arti alla Mediateca di Cubo Unipol fino alla Cineteca di Bologna dove ritrovare immagini inedite.
Prima tappa sabato 30 novembre e in replica domenica 1 dicembre 2019 (ore 12/ore 14:30/ore
16/ore 17:30 presso Fondo Concetto Pozzati | Biblioteca Emeroteca del MAMbo, via Don
Giovanni Minzoni 14 Bologna).
A e da Pozzati, performance teatrale con Giuseppe Attanasio, Filippo Pagotto e Massimo Scola, regia di Angela Malfitano. Una saletta “bagnata dalla luce e dal sole” che diventa spazio profondo in cui ricreare l’incontro tra Concetto Pozzati e i tanti artisti, amati, conosciuti, attraversati nella sua vita e nella sua opera. Un gruppo di giovani attori, in movimento “tempestoso” e relazione tra loro e con i volumi presenti nella Biblioteca, interpreta le voci di vari artisti e dialoga con la voce di Pozzati, che si manifesta anche sonoramente, filo rosso nelle produzioni del progetto. Tracce e frammenti epistolari, dichiarazioni d’intenti, dialoghi di Pozzati con altri artisti (Ceroli e Cintoli tra gli altri), appunti, scritti politici, di critici e storici d’arte sono tratti da Scritti d’artista di Concetto Pozzati, dall’archivio privato della famiglia e dai cataloghi del Fondo (inaugurato nel 2018 e che raccoglie oltre 5000 volumi donati dalla famiglia Pozzati) e si focalizzano sugli anni ‘60 e ‘70 dell’artista, periodo denso e di grandi trasformazioni, nelle forme e nel pensiero.
Ingresso libero con prenotazione obbligatoria (posti limitati a replica): inventariopozzati@gmail.com; tel. 392 1696262.
Domenica 1 dicembre 2019, in occasione della ricorrenza del compleanno del Maestro, alle ore 18. 15 al MAMbo (via Don Giovanni Minzoni 14 Bologna) presentazione del progetto alla presenza dell’Assessore alla Cultura e Promozione della città del Comune di Bologna Matteo Lepore e “brindisi narrativo” con ospiti tra cui: Lorenzo Balbi, Vittorio Boarini, Luca Caccioni, Daniela Claudi, Elena Di Gioia, Silvia Evangelisti, Galleria dè Foscherari, Roberto Grandi, Angela Malfitano, Maura e Jacopo Pozzati, Sissi. Alle ore 20:00 al Cinema Lumière/Cineteca di Bologna (piazzetta Pier Paolo Pasolini 2/b Bologna, ingresso gratuito) proiezione di A che punto siamo con i fiori? Concetto Pozzati – Dialogo per segni e materia, documentario inedito composto dalla materia, dai segni e dalla voce di Concetto Pozzati a cura di Carlotta Cicci e Stefano Massari che cura anche la regia. Il documentario è stato realizzato nello Studio dell’artista poco prima della sua scomparsa. Ripeteva spesso Concetto: “la pittura ha bisogno della sua oralità”. Ogni volta gli rispondevo che quella frase mi ammutoliva dentro. E reagivo. Perché come lui, desideravo sempre che la mia “parola acquistasse la visione”…Vorrei fosse un film che ricominciasse ogni volta da un punto diverso di gratitudine. L’esercizio è stato voltarsi, fare un gesto lentissimo di saluto, continuare a farlo ininterrottamente, cercando residui di materia organica, mentale, sessuale immorale e morale tra i suoi pennelli, tra le sue carte, le sue tele, i suoi innumerevoli oggetti. L’esercizio è stato lasciarsi guardare ancora da quella sua voce sempre in posizione di domanda e stupore. Questo è un film sulla voce di Concetto Pozzati, pittore. Stefano Massari Introducono Vittorio Boarini e Gian Luca Farinelli.
Venerdì 24 gennaio (ore 15/ore 17/ore 19/ore 21) sabato 25 gennaio (ore 15/ore 17/ore 19/ore 21) e domenica 26 gennaio 2020 (ore 12/ore 15/ore 17/ore 19), nell’ambito di ART CITY Bologna 2020 lo Studio privato di Concetto Pozzati (via Zamboni 57 Bologna) si apre per la prima volta e ospita Io sono un pittore, performance teatrale con Massimo Scola regia di Angela Malfitano.
Dipingere è dipingere l’impossibile. È vero anche che la pittura è una corteccia dura, resistente, dove scorze sedimentano e si addizionano. La pittura ha una forte memoria, a un suo forte spessore, non la si elimina facilmente anche perché la pittura, sì lei, è intelligente anche ad insaputa dello stesso pittore. Spazio di intimità in cui il pittore si muoveva tra pennelli, appunti, ritagli, materiale in attesa di nuove sperimentazioni. Lo Studio in cui Pozzati, oltre a dipingere, custodiva libri, cataloghi, le sue opere e dove accoglieva amici, artisti, galleristi. In questo spazio ritroviamo un luogo di attesa e di silenzio, un luogo in cui far risuonare la voce di Pozzati in una galleria di opere e fotografie esposte appositamente per il pubblico. Un attore in scena nel tempo sospeso dello studio, in quel luogo di tempesta creativa e dialogo tra il pittore e le opere stesse; un “guardaroba di affetti” e di arte, tra gli oggetti del quotidiano dell’uomo e dell’artista. L’attore dichiara di essere l’Artista, accoglie e accompagna il pubblico. Lungo il tragitto alcune delle opere più conosciute saranno svelate e raccontate dall’Attore/Pittore.
Ingresso libero con prenotazione obbligatoria (posti limitati): inventariopozzati@gmail.com; tel. 392 1696262
Domenica 26 gennaio alle ore 18:00 al Cubo Unipol – Condividere Cultura – Museo d’Impresa del Gruppo Unipol (piazza Vieira de Mello 3 e 5 Bologna)
Concetto e gli specchi, reading di teatro e musica elettronica con Angela Malfitano e il musicista Franz Brini, regia di Angela Malfitano. Un testo mappa, appositamente costruito, che naviga nell’alto mare degli scritti dell’artista a partire da alcune idee quali il doppio, elemento ricorrente nella sua opera. Ingresso libero.
Informazioni: arte@cubounipol. it
Il progetto si conclude martedì 3 marzo all’Arena del Sole (ore 20:30 -via dell’Indipendenza 44 Bologna) con l’anteprima nazionale de Il pittore burattinaio, spettacolo ideato e diretto da Angela Malfitano e prodotto dall’Associazione Tra un atto e l’altro. Il pittore consegnato agli altri è un burattino, vuole invece il pittore essere il burattinaio, far muovere e gestire le sue immaginazioni, i suoi “bambolotti”, le sue fantasmagorie. Così la regista: “Da queste e altre riflessioni di Pozzati e dalla luce che mi restituiscono i suoi scritti nasce l’idea dello spettacolo. Il mio primo maestro, Leo De Berardinis, si è incontrato con Pozzati Assessore e tra i due è nata una grande amicizia-riconoscimento. Grazie al primo ho incontrato il nuovo Maestro e con lui ho potuto continuare il dialogo che avevo con Leo e che mi mancava. Sbalordivo a sentire le stesse formule magiche. Le stesse parole che da se stesse non erano risposte ma anch’esse sempre domande, quello che Leo chiamava “Oltre” e Concetto “Indicibile”. Immagino questo lavoro fisicamente connesso con le opere di Concetto. Proiettate su un fondale dove si muovono e dialogano con il mio stesso corpo. Immagino di osare e di praticare il mio diritto alla fantasia e alla trasfigurazione, come lui stesso insegnava”.