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Isabella D’Ortona. Esistenze al bivio
sabato 16 Febbraio 2019 - giovedì 28 Febbraio 2019
sede: Galleria d’Arte Contemporanea Studio C (Piacenza).
“Ritorna allo Studio C, Isabella d’Ortona, e vi ritorna dopo le belle mostre tenute in precedenza, con le sue caratteristiche tematiche tutte legate alla vita e all’esistenza, con le sue approfondite riflessioni su di una società in profonda e continua trasformazione dove appare sempre più difficile, se non impossibile, trovare solidi ancoraggi e punti di riferimento stabili e definiti.
In questa rassegna, dunque, l’artista presenta uno dei suoi cicli espressivi più intensi e significativi, quello che ha fortemente segnato e contraddistinto un lungo periodo della sua produzione e che non ha mai abbandonato del tutto anche se, saltuariamente, lo ha alternato con soggetti di più serena e pacata visione fatti di delicate e poetiche creazioni di carattere naturalistico e paesaggistico, quasi momenti di pausa e intervallo dopo tanto crudo e spietato realismo.
“Esistenze al bivio” è il titolo scelto da Isabella per quest’ultima mostra personale e, ancora una volta, ecco tornare in mezzo a noi i suoi personaggi aggrediti dal destino, sconvolti dal male della vita, al limite tra l’ironia e la pietà.
Nata a Cremona, attiva per lunghi anni a Roma e attualmente residente a Piacenza, Isabella D’Ortona è un’artista dal lungo curriculum e dall’intensa attività, con mostre prestigiose tenute in spazi pubblici e privati di tutta Italia e di molte capitali d’Europa.
Numerose anche le sue opere entrate a far parte di importanti collezioni ed Enti Istituzionali: tra queste è senza dubbio da segnalare una grande “Deposizione” collocata a Montecitorio, sede del Parlamento Italiano.
Di tutto riguardo anche il suo bagaglio critico con nomi di rilevanza nazionale: Elda Fezzi, Mario Monteverdi, Giorgio Mascherpa e poi l’indimenticabile Mario Ghilardi, il mio più stretto collaboratore degli anni settanta e ottanta.
Nomi che hanno lasciato una traccia indelebile e che, con le loro critiche e i loro saggi, hanno profondamente inciso sul percorso dell’arte moderna e contemporanea.
Artista di grande coerenza, mai succube del mercato e delle mode, ormai da diversi anni Isabella porta avanti, con tenacia e costanza, la sua ricerca scavando nel profondo dell’animo umano, dentro le avversità della vita, nelle grandi ingiustizie e contraddizioni dei nostri giorni.
Isabella D’Ortona ha senza dubbio sentito il fascino e l’attrazione dell’Espressionismo tedesco, di nomi come Schiele, Munch, Ensor, Nolde, ma anche del nostro Realismo Esistenziale e di artisti come Ferroni, Banchieri, Romagnoni, Cappelli, Zigaina: nomi di “nicchia” e forse riservati solo a pochi ed eletti collezionisti, ma importanti per il rigore morale e intellettuale, per la loro filosofia di vita tutta incentrata sull’uomo, il senso dell’esistere, sul destino finale del tutto.
Da tutto ciò, da questi importanti e fondamentali agganci culturali di respiro nazionale ed europeo , nasce e si sviluppa la pittura di questa bravissima artista.
E dei suoi quadri mi colpiscono le atmosfere magiche e silenti, le penombre raccolte e ovattate, le luci calde e sfuggenti che, come lame taglienti, attraversano uomini e cose creando uno stato d’attesa e sospensione: pittura di forte impatto scenografico ed emotivo, di chiara ed evidente denuncia esistenziale che molto spesso diventa grido di dolore e di sbigottito silenzio.
In effetti, la nostra artista sente come pochi il tema della sofferenza e della solitudine, dell’incomprensione e dell’indifferenza e tutto si riversa sul corpo, grande e sconfinato contenitore di vittorie e sconfitte, di gioie e dolori, ansie e delusioni.
Ne sono testimoni alcuni dipinti dove i personaggi sono stati letteralmente prosciugati e scarnificati, trasformandosi in crude e impietose radiografie della carne e dello spirito.
Espressione “Osseo viscerale” è stata definita da eminenti critici, proprio per la capacità dell’artista di rendere il senso tragico della morte e del disfacimento fisico, i volti corrosi e deteriorati dallo scorrere implacabile del tempo, gli ammassi informi e pietrificati di visceri lasciati appositamente in bella mostra per scuotere le menti e muovere la generale indifferenza.
Espressione intensa e senza cedimenti, questa di Isabella d’Ortona, tutta concentrata sull’uomo moderno e il suo progressivo arrendersi di fronte alla vita contemporanea.
“Esistenze al bivio” allora, diventa simbolo e metafora dei nostri complicati giorni e della quotidiana scelta tra bene e male, gioia e dolore, vita e morte”.
Luciano Carini
Inaugurazione: sabato 16 febbraio, alle ore 18