sede: Negozio Olivetti (Venezia).
cura: Marino Barovier.
La mostra – curata da Marino Barovier, profondo conoscitore della storia del vetro muranese – vuole sottolineare un aspetto specifico dell’opera di Carlo Scarpa in ambito vetrario: l’attenzione da lui dedicata alla superficie degli oggetti e alla decorazione finale, dopo la fase conclusiva del raffreddamento, su quella che si può definire la “pelle” dei manufatti.
I quindici pezzi esposti – vasi e coppe, tutti provenienti da collezioni private disegnati da Carlo Scarpa, durante la sua collaborazione con Venini, per cui ha ricoperto il ruolo di direttore artistico fino al 1947. – ben illustrano la modalità di lavoro di Scarpa, che non si limita a perfezionare i metodi esecutivi della tradizione vetraria veneziana, ma ingegnosamente ne inventa di nuovi, in una continua ricerca di equilibrio tra raffinatezza estetica e aggiornamento tecnico.
Se infatti le forme degli oggetti – cilindri, coni, sfere – confermano la sua predilezione per la purezza delle linee geometriche, le loro superfici ne moltiplicano sfumature cromatiche e riflessi, grazie alla varietà dei trattamenti attuati per rifinirli, siano essi, ad esempio, l’azione dell’acido fluoridrico che corrode i vasi rendendoli scabri, l’utilizzo dell’opale, minerale che raffredda con tempi diversi da quelli del vetro, che crea un effetto granulato e increspato, o un fine lavoro di molitura che produce piccoli grumi regolari.
Un viaggio nella produzione vetraria di Carlo Scarpa che si armonizza perfettamente con gli spazi e i volumi del Negozio Olivetti, dove l’architetto, che lo ha progettato nel 1958 su commissione di Adriano Olivetti, ha esibito in egual modo amore per il dettaglio, attenzione per le superfici e i rivestimenti e un accurato studio delle trasparenze e del ruolo della luce, sfociati in una grande varietà di applicazioni di tecniche della tradizione veneziana.
Evento presentato dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in occasione di The Venice Glass Week 2018.
Ufficio Stampa FAI – Fondo Ambiente Italiano.