sede: SCD Studio (Perugia).
cura: Barbara Pavan, Susanna Cati.
La ricerca artistica di Laura GuildA è strettamente connessa alle istanze della società contemporanea.
Una visione dell’arte, la sua, che è anche impegno a difesa e supporto dei temi etici e sociali del nostro tempo ai quali dà forma e voce attraverso il filo e le fibre tessili, materiali d’elezione per le sue opere.
Così anche in Fil Rouge, la mostra personale che la galleria perugina SCD Studio ospita nei suoi spazi, la GuildA propone una serie di opere volte a suscitare una riflessione sulle condizioni di lavoro generate da una società votata ad una produzione esasperata di prodotti di largo consumo e di basso costo.
Un filo rosso attraversa tutti i lavori tracciando una dolorosa scia di sofferenza – fisica, economica, sociale – di cui spesso non si ha consapevolezza o di cui facilmente ci si dimentica.
Dalla piaga del lavoro minorile, allo sfruttamento dei braccianti agricoli fino alle dinamiche malate del mondo della moda, il filo diventa lo strumento di narrazione di piccole storie oscurate dalle esigenze della macroeconomia o, ancor peggio, cancellate dai numeri della finanza internazionale.
L’auspicio dell’artista è che l’opera d’arte possa sollecitare la nostra responsabilità di consumatori e la partecipazione attiva ad agire in favore di scelte più virtuose.
Conclude il percorso espositivo l’opera realizzata durante il lockdown quando l’emergenza sanitaria ha costretto tutto il mondo a rivedere i piani e i ritmi di produzione industriale.
Un’opportunità per ripensare le strategie di sviluppo e per immaginare un futuro diverso.
Laura Guilda Grote in arte Laura GuildA è nata nel 1986 e cresciuta in Germania. Dopo il liceo a Berlino e numerose esperienze formative in Spagna e in Svizzera si trasferisce a Milano dove comincia a lavorare nel campo della moda. Si è laureata in Fashion & Textile Design presso Nuova Accademia di Belle Arti (NABA) e in Arti Visive- Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha lavorato per il pittore Ercole Pignatelli e per la designer e artista tessile Paola Besana. I suoi lavori sono creati con diverse lavorazioni tecniche come la maglia, il cucito, la tessitura o l’infeltrimento manipolando fili, tessuti, fibre e altri materiali. Usa anche video come medium per enfatizzare le sue installazioni che spesso si riferiscono o criticano l’industria della moda, la produzione di massa, la società di consumo e l’inquinamento dell’ambiente. Crea anche abiti scultorei che raccontano sempre una storia che possono essere esposti e visti come arte indossabile.