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Le storie di Botticelli tra Boston e Bergamo

venerdì 12 Ottobre 2018 - lunedì 28 Gennaio 2019

Le storie di Botticelli tra Boston e Bergamo

sede: Accademia Carrara (Bergamo).
cura: Maria Cristina Rodeschini, Patrizia Zambrano.

L’Accademia Carrara riunisce, grazie alla collaborazione con l’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston, due opere di Sandro Botticelli, “Storie di Virginia” e “Storia di Lucrezia”, certamente divise già nel corso dell’Ottocento poiché acquisite una negli Stati Uniti e l’altra in Italia.
Per celebrare questo straordinario ricongiungimento (una seconda tappa è prevista a Boston per l’inizio del 2019) il museo di Bergamo offre al pubblico una mostra preziosa, un’occasione di confronto, emozione, studio, capace di raccontare un artista, un’epoca e una città: Firenze.

Sandro Botticelli (1445-1510) dipinge le storie di Virginia Romana e Lucrezia tra il 1500 e il 1510, un’unica committenza per due tavole sorelle, immaginate per un unico luogo, in origine inserite in un rivestimento in legno che copriva le pareti di una stanza sino all’altezza delle spalle.
Solennità ed eleganza di inquadrature architettoniche, memorie classiche, concitazione degli episodi, momenti di sentita drammaticità, questi alcuni particolari che caratterizzano i due capolavori insieme al tema: la tradizione rinascimentale riporta infatti alla decorazione delle camere, in occasione di matrimoni importanti, con scene di probità e castità.

Già divise nell’Ottocento (proseguono gli studi sulla loro storia antecedente) e separate da centinaia di chilometri, Virginia e Lucrezia legano due istituzioni dalla seconda metà XIX secolo: l’Accademia Carrara di Bergamo e l’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston.
La loro ricongiunzione dà vita a un confronto straordinario, consentendo di approfondire origine, natura e storia della mirabile coppia di dipinti, prima a Bergamo (da metà ottobre 2018) e poi a Boston (da metà febbraio 2019). Grazie alla collaborazione tra i due musei, la reciprocità della proposta tramuta un dialogo a distanza in due imperdibili appuntamenti culturali
Sandro Botticelli, celebrato universalmente per aver saputo interpretare il suo tempo che abbraccia il massimo fulgore della corte medicea sino alla sua crisi e al suo tramonto, lavora alle due tavole in età matura. Una breve citazione di Vasari suggerisce la possibile committenza a Vespucci

Virginia e Lucrezia ci raccontano due storie di virtù e sacrificio al femminile, Virginia Romana assassinata dal padre per preservarne l’onore, Lucrezia che sceglie la morte pur di salvarsi dalla violenza. Due storie dipinte in episodi che raccontano non solo del sacrificio e del suo svolgersi, ma anche del riscatto: per Virginia la reazione dei commilitoni, guidati dal padre, contro l’ingiustizia del potere; per Lucrezia la rivolta contro il mal governo di Roma. Le due narrazioni oltre a rappresentare esempi di virtù, nel loro alludere alla rivolta contro il sopruso, rivestono un significato politico che rimanda alle aspre lotte di potere a Firenze allo scadere del Quattrocento.
Una storia di storia dell’arte: Virginia arriva nella collezione dell’Accademia Carrara grazie al lascito di Giovanni Morelli nel 1891, l’acquisto risale al 1871 (storico dell’arte, titolare del metodo morelliano secondo cui, dall’analisi dei dettagli di un dipinto, si approda ad attribuirlo al suo autore dopo un’attenta valutazione); Lucrezia viene acquistata nel 1894 da Isabella Stewart Gardner dal conte Ashburnham, grazie alla mediazione di Bernard Berenson (storico dell’arte da sempre considerato uno dei massimi conoscitori del Rinascimento italiano).

L’eccezionale ricongiungimento ha orientato l’Accademia Carrara alla valorizzazione anche degli altri due dipinti di Botticelli sempre a Bergamo: il Ritratto di Giuliano de’ Medici (1478-1480 circa) e il Vir dolorum (1495-1500 circa), entrambi entrati in museo grazie alla donazione di Giovanni Morelli. Il Ritratto di Giuliano sarà affiancato dal busto in marmo che lo raffigura in prestito dal Museo del Bargello di Firenze e dal testo di Paolo Giovio, Elogia virorum bellica virtute illustrium, Basilea 1575, corredato dall’incisione con il giovane erede della famiglia Medici trafitto da un pugnale, per ricordare i fatti di sangue della Congiura dei Pazzi che videro la sua morte. Il Vir dolorum della Carrara, già in coppia con una Mater Dolorosa – oggi non rintracciabile, ma nota attraverso un’immagine del 1913 – sarà accostato al Crocifisso (1496-1498 circa) del Museo dell’Opera del Duomo di Prato.

Catalogo Officina Libraria con testi di: Maria Cristina Rodeschini, Patrizia Zambrano, Nathaniel Silver, Elsa Filosa, Gianfranco Pocobene, Rosella Lari, Francesco Caglioti, Ana De Benedetti, Paolo Sachet.
Ufficio Stampa: adicorbetta

Luogo

ACCADEMIA CARRARA
Piazza Giacomo Carrara, 82
Bergamo, 24121 Italia
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