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Lecco – Eventi e luoghi di interesse
lunedì 1 Gennaio 2018 - giovedì 31 Dicembre 2020
sede: Varie Sedi (Lecco).
Lecco è un comune italiano di 48 366 abitanti. Capoluogo dell’omonima provincia istituita nel 1995 in Lombardia, la città è situata sul ramo di Lecco, ramo orientale del lago di Como, e sulla sponda sinistra del fiume Adda, tra i monti della Grigna e dalla cresta del Resegone. Il suo agglomerato urbano conta oltre 114.000 abitanti e include al suo interno diversi comuni limitrofi, tra cui Calolziocorte, Galbiate e Valmadrera.
Situata al vertice orientale del Triangolo Lariano, è celebre per essere il luogo in cui lo scrittore Alessandro Manzoni, vissuto in età adolescenziale nella villa di famiglia del Caleotto, ambientò il romanzo de I promessi sposi: l’identità culturale lecchese è testimoniata da un interessante itinerario storico-letterario sulle tracce dei luoghi che furono di ispirazione al grande romanziere milanese.
Inclusa dal 2007 nell’ente della Regio Insubrica e crocevia strategico per la Valtellina, Lecco assunse crescente importanza durante il Medioevo quando, a seguito della Pace di Costanza, fu annessa al Ducato di Milano che le conferì l’attuale impianto urbanistico ma fu sotto il dominio austriaco, nella seconda metà dell’Ottocento, che la città attraversò un periodo particolarmente fiorente ereditando uno stile neoclassico di pregevole bellezza testimoniato dalla presenza di portici coperti ed eleganti palazzi.
Sito istituzionale
http://www.comune.lecco.it/
Eventi a Lecco
http://www.comune.lecco.it/index.php/turismo-cultura
Eventi
7 marzo: commemorazione dei lavoratori di una fabbrica lecchese deportati al campo di concentramento di Mauthausen nel 1944 in seguito ad uno sciopero;
nel mese di maggio, in occasione della rassegna multidisciplinare che ruota attorno al perno della montagna Monti sorgenti, organizzata dalla sezione del CAI di Lecco e dalla Fondazione Cassin, viene consegnato il premio Grignetta d’Oro; un importante riconoscimento nazionale per gli alpinisti che si sono particolarmente distinti nel corso dei due anni precedenti;
2 giugno: assegnazione della “Coppa della Repubblica” mediante la regata velica che si svolge nel golfo antistante la città;
prima domenica di luglio: il tradizionale “Assalto al Resegone” è un appuntamento non competitivo organizzato dal 1965 nel quale centinaia di escursionisti percorrono i vari sentieri dai diversi versanti del Resegone
12 luglio: anniversario dell’eccidio che portò alla morte di 67 cittadini, chiamati “i martiri di Fossoli”, quattro dei quali provenienti da Lecco;
ottobre (data variabile): a chiusura della stagione autunnale, grazie ai favorevoli venti del lago particolarmente sostenuti in questo periodo, fin dal 1975 si svolge la regata velica Interlaghi; importante manifestazione organizzata dalla società Canottieri che si svolge nel golfo antistante la città durante la quale si sfidano equipaggi di altissimo livello suddivisi in sei classi che affrontano le dieci prove distribuite in tre giornate;
4 novembre: commemorazione dei Caduti in Guerra e in Servizio al Santuario di Nostra Signora della Vittoria e deposizione di una corona di alloro nella cripta del Sacrario sottostante il Santuario e al Monumento ai Caduti;
novembre (data variabile): il Festival di Immagimondo promosso dall’Associazione Les Cultures Onlus, con il Patrocinio del Comune di Lecco che prevede la rappresentazione di un ricco programma di eventi culturali come incontri con reporter e artisti noti al grande pubblico, presentazioni di libri sul tema del viaggio, documentari amatoriali e professionali, filmati, rassegna di novità editoriali, eventi musicali e conferenze; occasione unica per entrare in contatto con popoli, luoghi e culture da tutto il mondo, anche attraverso il racconto di artisti, studiosi, viaggiatori e la promozione di un reale spazio d’incontro e di dialogo interculturale.
quotidiano: la Cannonata delle ore 12 è un colpo di cannone a salve, che viene sparato nella zona di Sant’Ambrogio a Maggianico per scandire lo scoccare del mezzogiorno e non è difficile sentirlo distintamente fra i quartieri di Belledo e Pescarenico oltre a Maggianico;
Musei
Fondati nel 1888 da Carlo Vercelloni, i Musei civici di Lecco sono oggi una serie di strutture riunite in un sistema museale (Sistema Museale Urbano di Lecco, acronimo SiMUL) costituito da cinque istituti:
Civico museo archeologico
Civico museo manzoniano
Civico museo di storia naturale
Galleria comunale d’arte
Museo storico e sezione d’archivio
Galleria d’arte contemporanea, grafica e fotografia
Planetario civico di Lecco
Museo della montagna e dell’alpinismo lecchese
Fanno parte del sistema anche la sezione separata d’archivio, la biblioteca specializzata e la fototeca.
Sedi principali dei musei lecchesi sono:
Villa Belgiojoso
Villa Manzoni
Torre Viscontea
Palazzo delle Paure
Arte
Data la straordinaria posizione tra lago e montagna Lecco è da sempre città di grande richiamo per pittori, letterati e scienziati a partire da Leonardo da Vinci che, dopo aver indagato sui segreti geologici e studiato progetti per un canale navigabile verso il Lambro, si dilettò a riprodurre schizzi della conca di Lecco e delle Grigne descrivendole nella raccolta del Codice Atlantico oltre ad esserne ispirato nei due celebri dipinti della Vergine delle Rocce rispettivamente conservati presso i musei del Louvre a Parigi ed alla National Gallery di Londra.
Una delle correnti architettoniche che più ha contraddistinto Lecco è il Razionalismo italiano sviluppatosi fra gli anni venti e anni trenta del XX secolo, a seguito delle innovazioni ingegneristiche legate ai nuovi materiali (ferro, vetro, cemento). Essa è rappresentata in questo territorio dall’architetto Mario Cereghini il quale è autore della storica sede del Palazzo di giustizia e della chiesa ubicata all’interno degli istituti Airoldi e Muzzi a Germanedo.
Negli anni 2000 alcune zone della città sono state interessate da diverse edizioni di Lecco Street View; un’iniziativa promossa dall’amministrazione comunale e da alcune associazioni del territorio con l’obiettivo di promuovere una forma d’arte spesso sottovalutata riqualificando alcuni angoli della città spesso degradati dando nuova vita a muri grigi e insignificanti con particolare attenzione alle zone periferiche. Il progetto dei murales è stato avviato nel 2011 con la riqualificazione di via Ferriera, durante la quale intervennero 50 writers e street artist leader della scena artistica italiana; fu ripetuto l’anno successivo quando fu scelta la facciata del centro civico di Germanedo rivolta verso l’ospedale mentre nel 2013 i graffiti hanno interessato la parete del sottopasso della stazione ferroviaria durante il quale intervenne l’artista belga Roa, uno dei cinque writer più famosi al mondo. Nel marzo 2015, la nuova edizione, ha coinvolto l’intervento sulle facciate di una scuola superiore e su altre pareti del centro Informagiovani cittadino mentre nell’estate 2017 l’intervento di street art ha interessato il centro storico riqualificando l’interno del sottopassaggio pedonale che collega il lungolago a piazza XX settembre.
La città di Lecco ha dato i natali ad artisti illustri come Ennio Morlotti, nato a Lecco nel 1910 e morto a Milano nel 1992, e a Romano Trojani, nato a Lecco nel 1926 e scomparso nel 2017. I due artisti hanno dato lustro alla città di Lecco esponendo le loro opere di naturalismo astratto nel bel paese e nel mondo.
Monumenti e luoghi d’interesse
Architetture religiose
Basilica romana prepositurale minore di San Nicolò e campanile di San Nicolò
è la principale struttura religiosa della città ed è dedicata al patrono dei naviganti; si trova in un ampio sagrato preceduto da una doppia scalinata in pietra grigia nei pressi di Piazza Mario Cermenati. Ha un impianto di tipo neoclassico datole dall’architetto Giuseppe Bovara nel suo ampliamento. Al suo interno custodisce arredi seicenteschi, una fonte battesimale del 1596 e parti romaniche dell’XI secolo. L’attiguo campanile si innalza al suo fianco per ben 96 metri poggiando su un’antica torre medievale. È in stile neogotico di forma poligonale a cuspide. Chiamato comunemente Il matitone fu inaugurato la notte di Natale del 1904 ed è tuttora fra i dieci campanili più alti d’Italia oltre ad essere il simbolo della città.
Chiesa di Santa Marta
sita nella centrale via Mascari è fra i luoghi di culto più antichi della città poiché fu costruita nel Duecento ed inizialmente dedicata a San Calimero, presenta oggi una facciata porticata a vento del Settecento e ricche decorazioni barocche all’interno; la semplice navata con volta a botte è del 1615. Subì un completo restauro nel 2012.
Santuario di Nostra Signora della Vittoria
si trova in Via Azzone Visconti e fu eretto a memoria dei caduti della Grande Guerra e concepito come voto popolare per lo scampato pericolo; i lavori di costruzione, finanziati grazie alla donazione della signora Domenica De Dionisi, ebbero inizio nel 1818, protraendosi fino al 1932, anno della sua consacrazione. L’edificio è caratterizzato da rivestimenti in granito alternati a pietra bianca della Val Chiavenna.
Chiesa dei Santi Materno e Lucia ed ex convento dei Cappuccini
la chiesa (originariamente dedicata a San Francesco) e l’ex convento dei Cappuccini si trovano a Pescarenico; sono stati resi celebri dal Manzoni il quale, nei Promessi Sposi, lo cita come sede conventuale di Fra Cristoforo. L’edificio, costruito per volere di San Carlo Borromeo, fu realizzato nel 1576 da Hurtaldo Mendoza, cavaliere di Sant’Jago e governatore della piana di Lecco, come tempio per l’adiacente convento dei Cappuccini. Consacrata nel 1600 divenne nel 1789 caserma per le truppe francesi mentre nel 1810 il convento fu soppresso per volere di Napoleone Bonaparte e la chiesa venne riattata, specie nella facciata, attribuita all’architetto Giuseppe Bovara; dedicata inizialmente a San Materno nel 1824 fu associato più tardi a Lucia, presumibilmente in omaggio al Manzoni. Oggi è sede parrocchiale. Al suo interno sono contenute alcune opere di pregio come la pala dipinta da Giovan Battista Crespi detto il Cerano che illustra i patroni Francesco e Gregorio Magno adoranti la Trinità e un’opera d’arte singolare del Seicento riferibile alla cultura napoletana rappresentante l’altare dell’Addolorata dove nove composizioni in cera policroma e cartapesta inerenti alla vita di Cristo, della Vergine e dei Santi Chiara e Francesco sono custodite all’interno di altrettante cassette di vetro. L’altare maggiore risale al cinquecento. Di particolare interesse è il campaniletto a sezione triangolare retrostante alla parrocchiale, costruito nel 1717. Del convento adiacente restano poche testimonianze come il cortile ed alcune celle.
Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio
si trova nel rione di Castello e i primi documenti la datano intorno alla fine del Duecento con un’architettura principale di tipo romanico, fino 1584 è stata la sede prepositurale poi trasferita presso la basilica di San Nicolò.
Chiesa dei Santi Vitale e Valeria (detta di Don Abbondio)
si trova nel rione di Olate nella piazza omonima ed è tradizionalmente creduta come la parrocchia in cui don Abbondio fosse il curato nonché la chiesa dove si sposarono Renzo e Lucia; costruita fra il Quattrocento e il 1765 con un ulteriore prolungamento della navata nel 1934, quando si ripristinò la facciata in stile barocchetto, mantiene dell’antico solo il campanile.
Chiesa di San Giovanni Evangelista
si trova nel rione di San Giovanni alla Castagna in Via Don Antonio Invernizzi; fu ricostruita alla fine del XVII secolo e contiene vari arredi lignei risalenti al Seicento, una pala con la Deposizione di un seguace di Vincenzo Civerchio e una statua in terracotta dipinta della Vergine addolorata.
Chiesa di Sant’Andrea
si trova nel rione di Maggianico in via Zelioli; fu eretta parrocchia per volere di San Carlo Borromeo nel 1567, nel 1615 il Card. Federico Borromeo nella sua visita ordina la costruzione di una nuova chiesa (dando specifiche indicazioni sulla sua struttura) perché la precedente giaceva in pessimo stato e non era più sufficiente per accogliere la popolazione del periodo. I lavori si protrassero per alcuni anni fino a quando il 30 novembre 1631 venne solennemente consacrata nel giorno della festa di Sant’Andrea. L’impianto della chiesa è rimasto sostanzialmente invariato, sottolineando altresì l’opera dell’architetto Giuseppe Bovara che la restaurò e che progettò anche gli altari laterali in stile neoclassico per accogliere due polittici rinascimentali di Bernardino Luini e Gaudenzio Ferrari. Nel 1763 venne costruito il campanile mentre per le campane bisogna attendere oltre un decennio quando il 23 gennaio 1777 giunsero a Maggianico i Crespi di Crema che predisposero tutto per la fusione delle nuove 5 campane che avvenne nel mese di aprile con grande soddisfazione del parroco Giovan Battista Conti, che fece pochi anni + tardi nel maggio 1790 fece ripavimentare la chiesa parrocchiale da Antonio Conca di Varenna. Giuseppe Bovara negli anni 20 del 1800 giunge a Maggianico restaurando il portico seicentesco, progettando il nuovo altare laterale dedicato alla Madonna, promosse e seguì in prima persona l’opera di restauro dei polittici. Nel 1843 venne costruito il nuovo altare maggiore in stile neoclassico su disegno dell’architetto Adriano Gazzari mentre le statue degli angeli sono di Gaetano Benzoni. Nei decenni successi si susseguirono le opere di restauro dell’esterno della chiesa ricavando nella facciata l’ampio rosone ad arco; mentre a fine ‘800 l’allora parroco Giuseppe Dell’Oro fece affrescare episodi della vita di Sant’Andrea nel presbiterio. Oltre ai grandi due polittici rinascimentali, la chiesa parrocchiali accoglie altre tele di pregio del seicento e settecento poste nel battistero.
Chiesa di San Rocco
si trova nel rione di Maggianico nella località di Barco e fu eretta nel 1843 dall’architetto Giuseppe Bovara dopo il voto che la popolazione del rione fece contro il colera.
Chiesa di San Giovanni Battista (detta del Beato Serafino)
situata nel rione di Chiuso è celebre poiché al suo interno custodisce le spoglie di Don Serafino Morazzone, parroco della chiesa dal 1773 al 1822 e confessore di Alessandro Manzoni, divenuto poi Beato nel 2011, in Piazza Duomo a Milano dai Cardinali Dionigi Tettamanzi e Angelo Amato. Ha un aspetto tipicamente romanico con facciata a capanna e l’interno ad una navata dove sono conservati numerosi affreschi del XV secolo attribuiti a Giovan Pietro da Cemmo raffiguranti la Crocifissione ed una balaustra in arenaria del XVII secolo. Nel XIX secolo furono rinnovati la facciata ed il campanile. Citata nel XXIII capitolo de I promessi sposi, nell’episodio dell’incontro tra l’Innominato e il Cardinale Federico Borromeo, è il luogo dove sarebbe avvenuta la celebre conversione dell’Innominato.
Chiesa di San Giuseppe
si trova nel rione del Caleotto in via Baracca e fu eretta fra il 1947 e il 1951 su progetto di Carlo Wilhem. Nel tempio si possono ammirare i dipinti di Orlando Sora, divenute le opere maggiori e famose di questo artista molto legato alla città. La chiesa è stata dedicata, mediante una celebrazione eucaristica tenutasi il 18 marzo 2012 da parte del Cardinale Angelo Scola, a San Giuseppe, patrono dei lavoratori, poiché sorge infatti in una zona in cui, a partire dalla fine del XIX secolo e per tutto il Novecento fiorirono le più importanti industrie a livello nazionale del ferro grazie alle quali venne attribuito alla città di Lecco il soprannome di “Manchester d’Italia”.
Santuario di Maria Immacolata (detta della Rovinata)
sorge nella località della Rovinata su una terrazza panoramica posta sul pendio morenico nel rione di Germanedo ed è stato edificato tra il 1849 e il 1859 a seguito di una frana che si abbatté in quell’area lasciando intatta la cappella eretta precedentemente come luogo di culto lungo il percorso che portava gli uomini ai campi e tale avvenimento, giudicato miracoloso dalla popolazione germanedese, portò ad una crescente venerazione del posto, tanto che l’allora parroco don Andrea Magni, con l’assistenza e l’aiuto della popolazione, decise di erigervi una chiesa; si raggiunge mediante una mulattiera in acciottolato che si snoda in territorio boscoso, lungo la quale sono distribuite le prime tredici cappelle dedicate ad altrettante stazioni della Via Crucis, le ultime due invece sono poste a fianco del santuario stesso. Essa custodisce sopra l’altare un elegantissimo quadro raffigurante la Madonna Addolorata trafitta da sette spade donato dal marchese Paolo Serponti Mirasole.
Chiesa dei Santissimi Cipriano e Giustina
sorge a pochi passi dall’ospedale di Lecco nel rione di Germanedo ma non si hanno notizie certe sulla sua costruzione anche se le poche informazioni permettono comunque di stabilire che le sue origini siano del 1500. Inizialmente dedicata solo a Santa Giustina fu dedicata a San Cipriano solo nel 1608.
Chiesa di San Francesco d’Assisi
si trova in Piazza Cappuccini, nel rione di Santo Stefano e fu realizzata dall’architetto Mino Fiocchi a seguito del ritorno dei frati cappuccini in città. L’architetto rivisitò, in chiave essenziale e funzionale, i linguaggi palladiano e neoclassico ed impostò un grande fondale prospettico con ampio sagrato su Viale Filippo Turati entro cui collocare la grande chiesa. L’edificio è costituito dal un corpo centrale attorno al quale si aprono otto cappelle mentre sui due lati si trovano rispettivamente il teatro e l’oratorio con l’attiguo convento. Venne inaugurata il 18 marzo 1951 a seguito dell’autorizzazione da parte del cardinale Schuster avvenuta nel 1948.
Chiesa Dei Santi Giorgio, Caterina, Egidio
si trova nel rione di Acquate ed era già esistente nel 1232 e nel tempo l’edificio subì varie migliorie fino al 1846 quando gli fu donato l’attuale aspetto neoclassico così come il campanile, il quale, in principio era una massiccia torre romanica.
Chiesa del Sacro Cuore
la chiesa parrocchiale del rione di Bonacina è un recente edificio del 1925 situato al centro del quartiere che sostituì la chiesa dedicata a San Bernardino precedentemente demolita. Realizzata su progetto dell’ingegnere Bernardo Sironi presente uno stile architettonico tipicamente neogotico.
Tabernacolo dei Bravi
è una piccola cappella al lato della via pedonale Tonio e Gervaso dove la tradizione letteraria del Manzoni descrive come luogo del famoso appostamento di Don Abbondio da parte dei Bravi per riferirgli il messaggio del loro signore Don Rodrigo.
Monumento a San Nicolò
questa statua è posizionata su un basamento tra le acque del lago a Punta della Maddalena, nei pressi della foce del torrente Gerenzone; posizionata nel 1955 e restaurata nel 2013, l’opera in bronzo ricoperta da foglie d’oro alta due metri di Giacomo Luzzana, raffigura il santo in parametri vescovili orientali nel gesto di proteggere il lago e la città.
Architetture civili
Palazzo delle Paure
si trova nella centrale piazza XX Settembre ed è stato costruito nel 1916 sui resti del vecchio edificio della dogana eretto nel 1905. Venne edificato in un tratto delle vecchie mura per ospitare la sede della Camera del Commercio istituita da Napoleone, del catasto e delle imposte, lasciando al piano terra, un ampio e luminoso porticato in modo che dalla piazza del mercato, ora XX Settembre, si potesse vedere il golfo. Il palazzo di stile eclettico neomedioevale, che non si armonizza con le altre case e la struttura della piazza, è noto nel dialetto lecchese come “Palazz di pagur” poiché fu sede dell’Intendenza di finanza dove fino al 1964 gli abitanti si recavano a pagare le tasse. La Camera del Commercio venne soppressa dal governo fascista ed il palazzo, divenuto di proprietà dell’Unione Industriali, subì alcune modifiche e, con un ulteriore restauro terminato nel 2012 con la proprietà passata al comune, si è apprestato a divenire una nuova sede museale con l’allestimento della galleria d’arte contemporanea oltre a mostre temporanee di ogni genere. Dal 2014 ospita inoltre l’ufficio informazione e accoglienza turistica di Lecco (Iat).
Ponte Azzone Visconti (noto semplicemente come Ponte Vecchio)
eretto a cavallo fra il 1336 e il 1338, dopo la conquista del borgo nel 1335 da parte di Azzone Visconti, è una delle più importanti testimonianze di ingegneria militare dell’epoca rimaste nel territorio. Si presenta attualmente assai diverso dall’antico ponte in quanto originariamente realizzato come fortezza munita di alcune torri e una coppia di ponti levatoi in loro corrispondenza e costituita da solo otto arcate a tutto sesto. Subì varie modifiche sostanziali nel corso dei secoli presentandosi attualmente privo delle fortificazioni. Per accontentare i comaschi, i quali pensavano che la strozzatura del ponte causasse l’allagamento della loro città, fu aggiunta nel 1354 la nona arcata, una decima nel 1434 mentre Francesco Sforza nel 1440 le portò definitivamente a undici. Durante l’assedio di Lecco del 1531-32 combattuto dal Medeghino la struttura rimase piuttosto danneggiata. Nel 1609 fu ristrutturato su incarico degli Spagnoli rimanendo nuovamente deturpato nelle battaglie del 1799-1800 nelle quali le ultime due arcate occidentali furono accidentalmente menomate. Le rocche agli imbocchi vennero abbattute nel 1832 per esigenze di risistemazione della strada mentre le spalle vennero eliminate nel 1910 in vista del passaggio della linea tranviaria proveniente da Como. All’epoca ospitava anche una propria guarnigione, formata da una ventina di uomini armati di balestra, ed aveva un proprio castellano. Il ponte era anche uno strumento di esazione fiscale; chi vi transitava doveva pagare un pedaggio. Un affresco del 1529 che mostra il ponte con queste fortificazioni lo si può trovare esposto al Castello di Melegnano.
Villa Manzoni
in stile neoclassico era la residenza paterna di Alessandro Manzoni e si trova nel quartiere del Caleotto; ospita al suo interno il Civico museo manzoniano e la Pinacoteca comunale. Fanno parte del percorso anche la Cappella dell’Assunta all’interno del cortile d’onore cinto dal porticato dove riposano le spoglie del padre del poeta Don Pietro Manzoni e le cantine con una ghiacciaia e due torchi originali di metà Ottocento. Gli ambienti del piano terra sono rimasti con gli arredamenti originali del 1818, quando lo scrittore vendette la villa alla famiglia Scola. Nelle varie sale ospita dipinti, stampe, documenti, i costumi realizzati per la versione televisiva del romanzo e la culla dello stesso Manzoni. L’edificio è considerato il luogo simbolo del legame fra il Manzoni e la città di Lecco. Il brano più celebre della letteratura italiana “Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti…” nasce proprio dai minuziosi ricordi visivi del paesaggio che da questa villa lo scrittore vedeva.
Memoriale ai Caduti
è un maestoso monumento che celebra i caduti lecchesi della Grande guerra cui si aggiunsero successivamente quelli del conflitto d’Africa e le lapidi dei caduti della Seconda guerra mondiale sul retro; si affaccia in una grande piazza direttamente sul golfo di Lecco nei pressi della foce del torrente Caldone. Opera dello scultore Giannino Castiglioni venne inaugurato nel 1926 e raffigura una stele di granito a cui è appoggiata, nel lato rivolto verso il lago, una figura femminile, simbolo della Patria, (conosciuta dai lecchesi come la balia di pèss) col viso rivolto al cielo afflitto dal dolore; sul lato opposto sono incise le tappe più gloriose del primo conflitto mondiale. Ai piedi della stele, posta su un basamento in pietra a gradinate, corre sui quattro lati una fascia di altorilievi bronzei composta da sculture che raccontano la passione del combattente che lascia la sua terra, la sua donna e il suo bimbo per combattere, balzare all’attacco e cadere vittorioso.
Monumento ad Alessandro Manzoni
opera dello scultore milanese Francesco Confalonieri, questo monumento è stato inaugurato nel 1891 alla presenza di Giosuè Carducci nell’omonima piazza raffigura lo scrittore seduto nel suo scanno in atto meditativo con sguardo assorto verso il lago. La statua, alta 2,80 metri, poggia su un piedistallo di granito rosa di Baveno decorato da tre altorilievi bronzei raffiguranti il Rapimento di Lucia, la morte di Don Rodrigo e, ai piedi del poeta, il matrimonio dei Promessi. Sul lato posteriore sono riprodotti gli stemmi d’Italia e di Lecco circondati da una corona d’alloro.
Monumento a Mario Cermenati
è una statua marmorea scolpita da Francesco Modena che si trova al centro della vecchia Piazza del Grano prospiciente il lago e a lui dedicata nel 1927; inizialmente in bronzo venne poi sostituito dal marmo nel 1945 in seguito alla requisizione del bronzo avvenuta in epoca fascista. Sul basamento che simula un ammasso di rocce, attorniato da una fontana, è incisa una epigrafe del poeta chiavennasco Giovanni Bertacchi.
Teatro della Società
si trova in piazza G. Garibaldi e risale al 1844 per opera dell’Architetto Giuseppe Bovara. Dichiarato pericolante nel 1951, rischiò l’abbattimento evitato grazie ad un comitato di cittadini che ne reclamarono la restaurazione avvenuta negli anni sessanta. Riaperto nel 1969 fu adornato dieci anni dopo nella volta dalle Età della Vita affresco opera di Orlando Sora. Considerato uno dei luoghi pubblici più prestigiosi della città propone tutt’oggi stagioni di prosa e concerti.
Monumento a Giuseppe Garibaldi
si trova nella piazza omonima, opera di Francesco Confalonieri fu eretto nel novembre 1884, dopo soli due anni dalla morte di Garibaldi per celebrare le sue quattro visite in città effettuate fra il 1859 e il 1866 ricordate anche da una lapide dell’edificio nel quale fu ospitato situato nella medesima piazza. Il monumento è alto 8,05 metri e fu eretto per volere del sindaco Ghislanzoni che invitò la cittadinanza ad una raccolta di offerte. Il condottiero dei Mille è raffigurato in posa eretta con il berretto stretto nella mano destra posata sul fianco mentre la sinistra impugna l’elsa della spada, il monumento poggia su un piedistallo di granito bianco di Baveno sul quale, nei tre lati, sono incisi i nomi dei garibaldini di Lecco e del territorio.
Palazzo Bovara
sito in piazza Armando Diaz è la sede dell’amministrazione comunale; fu costruito da Giuseppe Bovara fra il 1836 e il 1852 come ospedale civile convertito nel 1928 con l’inaugurazione da parte del re Vittorio Emanuele III, dopo l’unificazione di tutti gli ex comuni del circondario lecchese che attualmente costituiscono i rioni della città; a seguito di questi lavori, l’allora Cappella dell’Ospedale ospita oggi la Sala del Consiglio Comunale. Nel cortile interno fu posta nel 1958 una lapide in occasione del 110º anniversario da Borgo a Città.
Palazzo Falck
situato nella centrale piazza Garibaldi risale al 1900 e fu costruito da Giuseppe Ongania per ospitare la sede cittadina della Banca d’Italia, successivamente venne intitolato al senatore Enrico Falck. Rimase chiuso per anni fino ad ospitare dal 2004 la sede della ConfCommercio.
Presunta casa di Lucia Mondella
la presunta casa di Lucia è sita in Via Caldone al civico 19 nella frazione di Olate (all’epoca località separata da Lecco); designata da vari studiosi di topografia manzoniana come il paesello degli Sposi, è un tipico esempio di architettura spontanea lecchese. Attraverso un portale, decorato da un’Annunciazione cinquecentesca, si passa nel rustico cortiletto, dominato da una vecchia torre anche se tuttavia non è visitabile in quanto risulta essere una residenza privata. La tradizione popolare ricorda un’altra casa di Lucia in via Resegone, nella frazione di Acquate, dove si trova un’antica trattoria e dal cui cortile si osserva chiaramente la collina del Palazzotto di Don Rodrigo.
Villa Gomes
si trova nel rione di Maggianico nell’omonimo parco sito nei pressi della stazione ferroviaria. Costruita nel 1880 dall’architetto lecchese Attilio Bolla per il musicista brasiliano Antônio Carlos Gomes (1836-1896) segue la corrente filosofica dell’eclettismo imperante di prevalente richiamo neorinascimentale. L’edificio è un blocco rettangolare a due piani con due prospetti ugualmente importanti, uno orientato verso il paese di Maggianico e 1’altro, preceduto da un’ampia scalinata, verso il lago. Sul lato occidentale si imposta il lungo corpo già adibito a serra e oggi trasformato in auditorium. L’interno è arricchito da uno scalone il cui soffitto presenta ricchi affreschi, gli unici sopravvissuti al degrado in cui è stata lasciata la villa per molti anni. Splendido il pavimento alla veneziana del salone a pian terreno mentre è stato inspiegabilmente eliminato l’attico a balaustrini che, oltre a nascondere la copertura, dava slancio e logico coronamento alla costruzione. La villa è stata radicalmente restaurata nel 1987 su progetto degli ingegneri Terragni di Como che, dovendola convertire alle esigenze della scuola civica di musica Giuseppe Zelioli che vi ha sede, ne hanno stravolto l’impianto originario.
Monumento ad Antonio Stoppani
posto all’estremità di Punta della Maddalena, nei pressi dell’imbarcadero, è una maestosa opera dedicata all’Abate realizzata nel 1927 dall’architetto Mino Fiocchi mentre la statua bronzea, incorniciata al centro di un’esedra affiancata da due fontane, è una creazione dello scultore Michele Vedani. Nel 2015 è stata approvata dalla Soprintendenza la totale ristrutturazione del monumento in occasione dell’Expo 2015.
Fontana delle tre bocche
situata in località Castione di Rancio, sul sagrato antistante la chiesa barocca di San Carlo, la fontana è un elegante manufatto in pietra di Saltrio che raffigura tre delfini intrecciati sulla sommità. Realizzata nel 1853 in occasione della costruzione dell’acquedotto dallo scalpellino Abbondio Molinari è stata restaurata nel 2009 dalla delegazione lecchese del FAI.
Architetture militari
Torre Viscontea (o Torre Medievale)
di origine trecentesca è probabilmente l’edificio lecchese più antico ed è tutto ciò che rimane della cinta muraria a forma triangolare del castello della città abbattuto da Giuseppe II nel 1782. Dopo la restaurazione del 1816, fu utilizzata come carcere e nel 1932, dopo un ulteriore restauro, fu affidata dallo Stato al Comune di Lecco per diventare il Museo del Risorgimento e della Resistenza della città prima e sede di mostre temporanee dei Musei Civici e dell’Assessorato Cultura del Comune di Lecco poi. Al piano terreno sono ancora visibili gli alloggi del corpo di guardia e alcune palle di cannone in pietra mentre al secondo e terzo piano è ospitato il Museo della Montagna e dell’Alpinismo lecchese.
Vallo delle Mura
si trova nei pressi della stazione ferroviaria ed è l’unica parte rimasta intatta dei Bastioni di Porta Nuova; l’originale cinta muraria dall’insolita forma triangolare che racchiudeva il borgo, realizzata durante il XIV secolo a seguito della conquista di Lecco da parte di Azzone Visconti, fu soppressa da definitivamente sotto il dominio austriaco fra il 1782 e il 1784. Percorribile per mezzo di una scalinata attende di essere valorizzato.
Castello dell’Innominato (o Rocca dell’Innominato)
situato su un dirupo di un’altura naturale in una posizione dominante il Lago di Garlate, al confine con la località di Somasca nel comune di Vercurago, questa fortezza risale al XIV secolo. Fu da ispirazione nel romanzo de I promessi sposi come residenza del potente e malvagio personaggio dell’Innominato, figura associata a Francesco Bernardino Visconti. Della fortificazione, ormai ridotta ad un rudere, rimangono intatti il muro perimetrale quadrangolare, parte dei bastioni difensivi e alcune torri oltre alla Cappella di Sant’Ambrogio. Di particolare interesse è l’originale scalinata che collega il castello direttamente scavata nella roccia.
Lecco. (18 ottobre 2018). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 29 ottobre 2018, 10:54 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Lecco&oldid=100404396.