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Leonardo Savini. Cosmi
sabato 10 Maggio 2025 - giovedì 22 Maggio 2025

sede: Galleria Arianna Sartori (Mantova).
cura: Arianna Sartori.
“La sintesi estrema dell’immagine, dove tutto è forma e colore, luce e materia. Un espressione che pur partendo dal reale destruttura e ricostruisce, cancella e sostituisce, attingendo da ricordi e dalla memoria, caricando il vissuto di sensazioni ed emozioni.
Un vero e proprio viaggio interiore oltre il visibile e la naturale percezione dei fenomeni naturali e l’espressione pittorica capace di indagare emozioni e sensazioni e spingersi in profondità, dentro l’anima e la coscienza.
Tra le diverse opere in particolare quelle di grandi dimensioni, rendono appieno tutta quanta la forza espressiva, la particolare sensibilità cromatica ed il gusto compositivo elegante e raffinato, elementi questi che riescono a trasformare tutto ciò che è vero e reale, concreto, tangibile ed emozione pura, in contemplazione ed estasi poetica.
La forma circolare, fortemente legata al rapporto ancestrale e primigenio dell’uomo con la natura.
A livello simbolico infatti il cerchio rappresenta la perfezione, l’omogeneità ed è espressione di continuità ed armonia, la forma che meglio si presta a simboleggiare la ciclicità del tempo e della vita e del loro inarrestabile divenire.
Quella di Leonardo Savini è dunque un’espressione intensa perché non concentrata sul dato oggettivo ma sull’effetto interiore su ciò che la verità visiva suggerisce e rimanda.
Pittura che segue sempre il percorso della sedimentazione cronologica e che lascia liberamente fluire le immagini, assorbendo da esse solo le emozioni più profonde, una specie di memoria, flashback, capace di produrre in contemporanea una molteplicità di visioni, una serie di fotogrammi sovrapposti in cui l’ultimo, cioè quello che emerge, è sempre il più potente e decisivo.
Nasce in questo modo l’espressione dove forma, segno e colore in perfetta sincronia e mutualistica simbiosi raccontano di attimi, percorsi, riflessioni e situazioni esistenziali, senza descriverli e/o presentarli, ma facendoli invece vivere all’interno, suggerendo atmosfere intime e raccolte.
C’è in questo Artista un senso innato del colore e un timbro cromatico che pur attingendo dalla grande e storica tradizione dell’astratto e dell’informale riesce tuttavia a farsi moderno e contemporaneo per le felici intuizioni tecniche e la personalissima interpretazione e l’uso libero e spontaneo della materia pittorica”.
Luciano Carini
Per definizione il colore… è semplice luce che raggiunge i nostri occhi!
“Per definizione il colore… è semplice luce che raggiunge i nostri occhi! quando si parla di colore tecnicamente si fa riferimento a semplice luce monocromatica proiettata, ossia onde elettromagnetiche di diversa lunghezza e intensità capaci di infinite variazioni cromatiche che si traducono ai nostri occhi come colori forti, scuri, accesi, chiari, smunti, brillanti, oppure allegri, tetri, tristi, rilassanti… Ma attenzione, allegro, tetro, triste e rilassante sono aggettivi che si riferiscono agli stati d’animo che il colore produce in colui che guarda! Ebbene si! I colori, spesso considerati quali semplici artifici stilistici, sono invece capaci di modificare i nostri stati d’animo favorendone uno piuttosto che un altro.
Leonardo Savini si è fatto catturare dal colore in tutte le sue valenze simboliche emotive e dalla forza che la concentrazione del colore può manifestare. Da qui parte il suo lavoro e sulle tele, da lui preparate come da tradizione, artigianalmente, i colori sono i veri protagonisti: grazie alla conoscenza della materia e alla notevole manualità, esprimono appieno la loro intrinseca potenza, disponendosi sulla tela in modo accattivante soddisfacendo il fondamento della grafica visiva.
Ma Leonardo approfondisce la sua ricerca, sceglie i colori nelle tonalità volute, usa il calore per conferire nuovi effetti di craquelè con effetti di screpolature e crepe che rendono alla vista un aspetto antichizzante. Pare che la sua ricerca sia quella di voler ripercorrere la storia del colore all’inverso, conferendogli una matericità antica. Migliaia di anni fa l’uomo scopriva i primi pigmenti mixando terreno, carbone bruciato, grasso animale, gesso, ecc. pietre spaccate, macinate, passate finemente e mischiate all’olio per arrivare all’essenza del colore. Solo ieri, nel 1841, il pittore americano John Goffe Rand creò il tubo di vernice pieghevole in stagno, che consentì da lì in poi agli artisti impressionisti di poter praticare la loro attività all’aria aperta, dando vita alle diverse tonalità della natura, come il celebre Manganese Violet. E proprio Claude Monet nell’ 800 dichiarò “Ho finalmente scoperto il vero colore dell’atmosfera, è viola. L’aria fresca è viola”. Da allora tutto è cambiato, oggi la chimica ci ha portato i pigmenti sintetici, e i colori sintetici hanno aumentato notevolmente la disponibilità di colori vibranti.
Che fine ha fatto allora il colore ai giorni nostri? Il colore si è ripreso il suo spazio confermando la sua essenzialità nelle opere d’arte, e Leonardo Savini eleva a potenza le peculiarità del colore realizzando opere capaci di esaltare l’emotività in modo assolutamente innovativo”.
Maria Gabriella Savoia
Inaugurazione
Sabato 10 maggio alle ore 18.00