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Liana Pellacini. Ostenda
giovedì 24 Aprile 2025 - sabato 10 Maggio 2025

sede: Laboratorio Aperto dei Chiostri di San Pietro (Reggio Emilia).
cura: Alessandra Azzolini.
«Un amico mi aveva detto: “È la città con il lungomare più grigio del mondo”, e io sono voluta andare a vedere con i miei occhi», racconta la fotografa.
Ostenda è il titolo della mostra di Liana Pellacini, a cura di Alessandra Azzolini, promossa da Analogic Friends, dedicata alla città del Belgio affacciata sull’Atlantico, destinazione del viaggio della maturità – idealmente quello dei vent’anni – che la fotografa compie fino alle spiagge del Mare del Nord e che segna la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova, secondo un rito di passaggio fissato nell’atto del fotografare.
Si tratta del racconto di una giornata speciale, che l’autrice conduce attraverso il linguaggio del reportage, con una macchina fotografica analogica sotto una pioggia battente, il 16 agosto 2010.
La serie delle dieci fotografie in bianco e nero, appartenenti tutte allo stesso rullino e scattate in un solo giorno, è presentata in mostra in occasione della XX Edizione di Fotografia Europea 2025, dal titolo “Avere vent’anni”, nel circuito Off, a Food in Chiostri, spazio all’interno del Laboratorio Aperto dei Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia.
«La cabina da bagno a righe bianche e rosse rimasta allestita vicino al mare, le bandiere nautiche, le boe gialle sono visioni metafisiche che la fotografa ci restituisce da una certa distanza, con lo sguardo di chi compie il primo viaggio fotografico e lo stupore dei vent’anni. In queste immagini – dice Azzolini – la fotografa ritrae se stessa che guarda le cose del mondo, compiendo una sorta di identificazione nel paesaggio che le si presenta di fronte. Sicuramente il colore plumbeo del mare e la luce siderale del cielo le somiglierebbero di più di un fedele ritratto di quell’epoca – e conclude – Quegli oggetti sono custodi di un qualche enigma insoluto».
Le immagini, inedite e mai post-prodotte fino ad oggi, sono estratte dagli archivi personali dell’artista. «Senza un intervento critico, queste fotografie giacerebbero ancora chiuse in una scatola dentro a un qualche cassetto insieme alle macchine fotografiche», dice il fotografo Roberto Savio ideatore del progetto Analogic Friends, nato con l’intento di diffondere l’interesse intorno alla fotografia analogica e per offrire servizi di curatela e stampa Fine Art. E conclude: «E’ nostra responsabilità, non solo produrre nuove opere di valore, ma anche valorizzare quanto di già esistente merita di essere recuperato e presentato al pubblico come parte del patrimonio collettivo».
Informazioni
analogicfriends.com
Immagine in evidenza
Liana Pellacini – senza titolo 2010 01 (part.)