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Livio Rosignano. Dipingere il vento
domenica 12 Giugno 2022 - domenica 10 Luglio 2022
sede: Magazzino 26 (Trieste).
cura: Marianna Accerboni.
“Dipingere il vento” è la prima antologica realizzata dopo la scomparsa di Livio Rosignano, ritenuto uno dei pittori più rappresentativi del secondo Novecento a Trieste e nel Friuli Venezia Giulia, assai apprezzato anche in sedi a livello nazionale e internazionale, dove aveva riscosso importanti riconoscimenti.
Livio Rosignano – scrive Marianna Accerboni – fu sempre molto sensibile, oltre che agli altri temi, alla rappresentazione del dato naturale, uno dei Leitmotiv della sua pittura, espresso soprattutto attraverso il paesaggio: vedute di mare e di terra, urbane, industriali o di campagna, presenti in magnifica forma a raccontare con intensità la sua terra natale, Trieste e il Carso. Paesaggi spesso mossi dal vento, i quali mi hanno suggerito il titolo dell’esposizione, che evoca anche il concetto di libertà molto vivo nell’arte e nel temperamento del pittore.
Autore di un linguaggio espressionista di grande forza e di sottile poesia, Rosignano ha mostrato anche una costante attenzione ai meno fortunati, quelli che lui chiamava i poveri cristi. La mostra – in cui sono esposti una settantina di importanti dipinti di media e grande dimensione e più di una quarantina tra disegni, acquerelli, acqueforti e pastelli realizzati dagli esordi degli anni Quaranta all’ultimo periodo della sua vita – vuole ripercorrere l’evoluzione del linguaggio pittorico dell’artista anche attraverso opere rare e inedite, testimoniando le diverse tematiche affrontate: dal paesaggio naturale, urbano e industriale al ritratto e alla natura morta, dall’atmosfera dell’atelier di Rosignano all’intimo sentire dell’uomo colto nel rapporto di coppia o nel silenzio umbratile dei caffè storici triestini o in alcuni momenti di struggente solitudine e malinconia. O ancora in attimi del quotidiano, che il pittore sa interpretare con magistrale intensità, talvolta con crudezza. Sono
esposte anche delle chicche introvabili come un nudo di grandi dimensioni e l’autoritratto giovanile, scorci d’interni, oli dedicati alla bora e ai caffè storici accanto a esempi del suo linguaggio chiarista, che aveva appreso a Milano, influenzato negli anni giovanili dal Chiarismo lombardo, che avrebbe indotto una svolta importante nel suo linguaggio, divenuto da allora più soft e meditato. Un dipinto di grande dimensione testimonia inoltre la tragica esperienza vissuta nel ’44 in un campo di lavoro a Dachau.
Le opere in mostra, selezionate dall’imponente produzione dell’artista, provengono dalla sua famiglia e dalla collezione dell’avv. Sergio Pacor, suo grande amico. Una sezione è dedicata all’amata tecnica del disegno. Nell’ambito della rassegna sono inoltre previste visite guidate e laboratori di pittura e fumetto ispirati alla sua arte e aperti ad adulti e bambini, per far divenire lo spazio espositivo una sorta di grande laboratorio dedicato a Rosignano. Viene inoltre istituito un premio di pittura con una sezione per adulti e una per bambini, intitolato Il paesaggio più bello del mondo.
In mostra viene proiettato anche un video che testimonierà la sua esistenza e il suo temperamento.
E poichè Rosignano, carattere estroso e molto vitale, è stato altresì colto critico d’arte e sapido scrittore e poeta, vengono esposti, oltre ai dipinti rappresentativi della sua lunga attività pittorica, anche i suoi libri e contributi critici accanto a foto d’epoca che ne ripercorrono le diverse fasi della vita.
Inaugurazione
sabato 11 giugno ore 19
Immagine in evidenza
Bora a Trieste, 1998 – olio su cartoncino telato – cm 13×18 (coll. Sergio Pacor Trieste) (part.)