Lorenzo De Angelis e Manuel Fois. Automatic

sede: LM Gallery (Latina).

“L’incidenza di queste trasformazioni tecnologiche sul sapere sembra destinata ad essere considerevole”
(Jean-François Lyotard, 1979)

Automatica è la modalità con cui Manuel Fois e Lorenzo De Angelis si approcciano alla pittura come medium visivo.
Il titolo di questa mostra si riferisce alla particolare processualità che accomuna il lavoro dei due artisti, i quali portano avanti una ricerca che si concretizza nella (ri)produzione, quasi seriale, di un unico pattern definito.
De Angelis costruisce spazi attraverso strutture la cui genesi è, spesso, tecnologica: le sue immagini nascono, talvolta, su strumenti di disegno digitale per essere tradotte in pittura in un secondo momento.
Nei Monopluriplanes (serie su cui De Angelis lavora da qualche anno e che è punto di partenza di qualsiasi sviluppo successivo) i segni sono stampati sul supporto attraverso una matrice.
Questa modalità operativa assottiglia le distanze tra le categorie “azione” e “prodotto in serie”, così che l’occhio si muove in uno spazio in cui gestualità e macchina trovano una sintesi minimale.
Ciò che ne deriva sono immagini che trovano la loro ragion d’essere nell’individuazione di spazialità differenti tra loro per ritmo e dinamiche, in cui il centro e la periferia non esistono più, in virtù di un continuum che allude al superamento dei limiti del quadro.
Per Fois il pattern di linee è generato come conseguenza di registrazioni sonore eseguite all’ aperto e poi convertite in grafici audio.
Dalla New Aesthetic londinese, movimento artistico e culturale che, attraverso la tecnologia digitale mira alla fusione tra virtuale e reale, Fois concentra attenzione particolare per i grafici derivati dalle registrazioni audio.
La pittura finale ottenuta è, quindi, frutto di un processo di riproduzione attenta su tela di queste ricerche.
Entrambi, dunque, sfruttano l’elemento “macchina” come mezzo per arrivare alla pittura secondo un processo di oscillazione tra “tecnologico” e “umano”.
Quello di De Angelis e Fois è, quindi, un approccio minimale e strutturale, che scaturisce dalla tradizione analitica, per intendere la pittura come medium non più di rappresentazione, ma di analisi e ricerca visiva.

La mostra è affiancata da un catalogo, con un contributo di Federico Montagna.