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Luciano Cantoni – Luciano Navacchia. La bellezza è donna
sabato 21 Settembre 2024 - domenica 3 Novembre 2024
sede: Palazzo del Capitano (Bagno di Romagna, Forlì Cesena).
cura: Francesca Caldari.
La donna è il trait d’union, le fil rouge, della ricerca espressiva dei due artisti cesenati Luciano Cantoni e Luciano Navacchia.
L’universo femminile e i suoi turbamenti sono motivo di indagine da parte di Cantoni e Navacchia. Cantoni con la pittura e Navacchia con la scultura sono autentici cantori della bellezza interiore femminile.
A Cantoni interessa raccontare di donne colte in momenti di riflessione, di preoccupazione, talvolta ritratte in posture complesse. A lui preme coglierne i più intimi e segreti stati d’animo. A dominare le sue creazioni una forte componente psicologica. Le sue donne sono belle anche esteriormente ma a lui preme maggiormente cogliere l’impalpabile, l’impenetrabile insito nell’anima della donna. Da alcuni anni l’artista predilige l’utilizzo di tele di juta grezza applicata su legno, che conferisce alle opere un sapore antico ed accentua l’espressività dei soggetti. Su queste aggiunge stucchi tinti con mordenti e terre, per ottenere una base materica e rugosa che gli permetta di imprimere maggiore intensità ai suoi lavori. Cantoni, artista dallo stile sobrio, raffinato, elegante, rappresenta giovani donne, per lo più volti, con tagli dalle inquadrature particolari, inconsuete, mai banali, e su queste opera condensando il pathos, sia esso legato ad angoscia, senso di solitudine, o inquietudine. Fondamentale è l’instaurarsi quasi immediato di un dialogo intenso e profondo con l’osservatore, e questo avviene anche grazie agli occhi delle sue donne che ci parlano con sguardi intensi, espressivi, malinconici, a volte passionali. La sua pittura psicologica, sensuale, dai colori tenui e delicati, mai esagerati, non punta alla amplificazione della bellezza esteriore ma a quella dei sentimenti, dei turbamenti, delle ansietà dei nostri giorni.
Soggetto dominante per Navacchia, pittore e scultore, è da sempre la figura al femminile, idealmente proveniente da mondi lontani. Per lui fondamentale è la ricerca continua e incessante delle tecniche artistiche più diverse e lo studio del passato per poter accedere e comprendere al meglio il presente. In questa esposizione presenta opere scultoree, realizzate attraverso l’assemblaggio di metalli di riutilizzo. Figure femminili solenni, ideali e simboliche, appartenenti a civiltà perdute, in grado di ricondurre la memoria ai popoli dell’Africa e dell’Egitto ma anche alla figura della donna villanoviana, una donna dagli abiti splendidi e dai gioielli maestosi, con un’identità forte e un ruolo importante all’interno della società. Una donna simbolo. Si tratta di opere realizzate dall’artista attraverso speciali procedimenti di assemblaggio di materiali metallici sapientemente lavorati e decorati. Dal 2010 Navacchia si è dedicato con continuità e strenua volontà di ricerca alla scultura, traducendo plasticamente la figura femminile con materiali di riuso ed originali soluzioni tecniche, riscuotendo un enorme successo di pubblico e di critica. Come per quelle di Cantoni, le figure femminili di Navacchia sanno esaltare al massimo le loro capacità comunicative nei confronti del pubblico, instaurando fin da subito curiosità sia per il procedimento creativo sia per la grande carica espressiva. Donne austere, ieratiche, solenni, che paiono approdate nel nostro secolo da scavi archeologici, ma che ad uno sguardo più attento sono in realtà donne calate nella condizione esistenziale del nostro tempo. L’impianto compositivo è solido, imponente, robusto, solenne, spesso statico, tipico della statutaria classica, così come i valori che la figura femminile riesce ad esprimere e il senso di rispetto che le si deve riservare. La sua donna, che sia madre, moglie, o figlia, costruita nella terza dimensione ha un sapore arcaico e talvolta sacrale. Navacchia infatti opera un recupero delle radici dell’essere umano ma anche dell’intima introspezione dell’anima.
Inaugurazione
sabato 21 settembre ore 16,30
Immagine in evidenza
di Luciano Cantoni