Luciano Sozzi. Momenti

sede: CEC Centro Espositivo Comunale (Cecina, Livorno).

La dinamica attrae, raggruppa, incastra gentilmente, apre e chiude, capovolge, rivela.
Conformazioni metafisiche, picassiane o semplicemente fisiche, scivolate in un ambiente alieno, dal nero totale alle infinite sfumature del blu attuale, dove il sostegno fra manichini e muse, oggetti e soggetti, è misteriosamente reciproco, giocoso e serio, su sfondi straordinariamente perfetti, che manifestano l’eleganza intrinseca del progressivo vuoto.

Lo spazio del CEC Centro Espositivo Comunale ospita la mostra personale di pittura “Momenti” di Luciano Sozzi, artista volterrano, autore di ambienti cromatici straordinariamente perfetti, e che presenta gli “schermi” pittorici delle tappe artistiche, ma anche esistenziali, dei suoi protagonisti: gli abitanti di un teatro parallelo eppure ravvicinato, vagamente allucinato, dove si rompe la distinzione fra soggetto e oggetto.

Su iniziativa del cecinese Tito Bianchi (insieme allo scultore volterrano Daniele Bianchi) un evento espositivo che conta oltre cinquanta opere esposte, realizzate dall’artista durante il suo lungo percorso iniziato negli anni ’70. Dal periodo della scuola, all’iperrealismo “milanese”, seguito dall’informale e dal linguaggio apparentemente metafisico durante la sua permanenza a Volterra.

Luciano Sozzi, grafico iperrealista a Milano alla fine degli anni ‘70 – e durante il decennio degli ‘80 – formatosi all’Istituto Statale d’Arte di Volterra, dove di certo non mancavano le aperture d’avanguardia, nelle fasi più recenti conserva alcuni assiomi ricorrenti di ricerca: la perfezione quasi innaturale della luce, irresistibili giochi di “non-sense”, la solitudine nel quotidiano condivisa con stoviglie, utensili, suppellettili, ecc., fondamentali e intenzionali. La conseguente elevazione della prospettiva e dell’attenzione verso contesti domestici permeati da aleggianti sentimenti nostalgici, ma anche “impastati” di serena ironia, su sfondi infiniti dove la profondità è alimentata dalla continuità inscindibile fra luce e colore.

Non senza una circolarità implicita attraverso soggetti in continua trasformazione – si registra nel recente biennio 2021-2022. Le caffettiere e scope dominanti dell’alta figurazione “ottimista” anni ‘80, i fiaschi e le ampolle, le chitarre picassiane, gli stessi manichini dechirichiani della terza fase, si trasformano ulteriormente e progressivamente nei “percorsi” attuali, in gentili demoiselles e in bagnanti robotiche mentre, fondamentale, si registra il ritorno della figura “figurativa”.

Non secondario il ruolo delle citazioni nel linguaggio sempre raffinatissimo di Luciano Sozzi. Non senza un tocco di ironia, cita e ricontestualizza i suoi stessi lavori “antichi”: i pavimenti a scacchiera, ma anche le figure sugli sgabelli, dai lavori di alta grafica commissionati a Milano. Mentre classici dei grandi della pittura moderna – Duchamp, Modigliani, De Chirico, Dalì, Picasso, Balthus – vestono le sembianze delle identità altre di Sozzi, in questi non-luoghi ludici e utopici, dove i colori sono sempre più gentilmente complementari, e forse nell’implicito messaggio per cui abitare e transitare nella bellezza dell’assurdo, possa restituire dignità, empatia e vitalità al vuoto contemporaneo della realtà umana.

Luciano Sozzi è autore visivo che ha diviso la sua carriera di pittore e di grafico fra le rallentate ambientazioni della storia e della natura, l’impegno politico a Pisa, e le ragioni underground, metropolitane ed alienanti, della più frenetica Milano.

Con il patrocino del Comune di Cecina, la mostra è organizzata in collaborazione con Sergio Borghesi, Elena Capone, Alessandro Schiavetti e Marzio Porri di ACS Art Center e Aruspicina, e raccorda, anche idealmente, la continuità fra Cecina e Volterra, sulla scia di una condivisa storia dell’arte attraverso il territorio.

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