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Luigi Frappi. Atarassia
venerdì 5 Gennaio 2024 - domenica 11 Febbraio 2024
sede: Minigallery (Assisi, Perugia).
Atarassia. Un sinonimo è “imperturbabilità”. Un atteggiamento di sereno distacco dalla realtà che implica la capacità di elevarsi quanto basta per godere di una visione d’insieme del quotidiano senza esserne sopraffatto.
Questo riferendosi alla persona.
Quanto agli oggetti, o meglio, ai soggetti della pittura si potrebbe parlare di atemporalità, la mancanza di una dimensione lineare del tempo, niente passato e niente futuro, solo una solenne celebrazione del presente.
Luigi Frappi con la Natura Morta non descrive la mela, l’uva o il bicchiere, ne fa bensì il ritratto raccontandone la forma e l’anima.
Rende eterno ciò che per sua natura sarebbe effimero e limitato.
Il normale diventa eccezionale; frutta e verdura, messe in posa, assumono i caratteri della nobiltà, sono il centro della composizione pittorica e vengono valorizzati da sfondi talvolta molto scuri, che ne fanno emergere ancor più il colore, altre volte da campiture più morbide e chiare, quasi diafane, che arricchiscono il contenuto cromatico del quadro.
Diversamente dal paesaggio, dove cattura l’umore romantico della natura totalmente priva dell’elemento umano e immortalata in un’atmosfera mitica e mistica, nella natura morta emerge un fattore che porta l’uomo al centro dell’opera pur non essendone incluso: l’oggetto ritratto è in realtà uno specchio dell’animo di chi guarda, l’affinità fa in modo che ci si proietti nell’opera e nelle note caratteriali che normalmente associamo a quell’elemento.
Si appassioneranno al peperoncino quelle persone vivaci e sempre attive, al vaso di frutta quegli animi ricchi ma composti, agli agrumi tagliati chi è solare e fresco, ai fichi maturi con la polpa esposta le personalità carnali.
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(part.)