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Maquiamelo – Mostra personale

venerdì 23 Settembre 2022 - domenica 6 Novembre 2022

Maquiamelo - Mostra personale

sede: Ipogeo della Rotonda del Talucchi (Torino).
cura: Edoardo Di Mauro, Gabriele Romeo.

La poetica artistica del Novecento, a partire dall’avanguardia storica, in questo caso non solo l’organico ed anticipatore Futurismo, ma soprattutto Dada, con l’intu- izione oggettuale di Marcel Duchamp, orinatoi e ruote di bicicletta investite di aura artistica dalla forza sciamanica dell’artista e gli assemblaggi di Kurt Schwitters, si è cimentata con una concezione nuova dell’arte, un’arte che fosse in grado di aprirsi al mondo, contaminarsi con il quotidiano tramite l’acquisizione di reperti di realtà secondo la logica dell'”objet trouvè”.

Queste tematiche hanno trovato una diffusione su larga scala, nell’ambito di un con- cetto e di una pratica di avanguardia “normalizzata” a partire dal secondo dopoguerra.
Nel secondo dopoguerra l’avanguardia artistica radicalizzerà ulteriormente i ter- mini della questione, proponendo un’installazione vista come puro prolungamento della corporalità fisica e mentale, oltre la tradizionale dialettica inerente al rapporto tra l’oggetto e lo spazio.
Lo scenario attuale, posto all’interno di una stagione di avanzata post modernità, ha ulteriormente rimescolato le carte, con un eclettismo stilistico dove la rivisitazione dei modi e delle maniere dell’avanguardia novecentesca ed il ritorno alla manualità pittorica, tipici della fase tra il 1975 ed i primi anni ’90, sempre più si abbina al rap- porto con la tecnologia ed i media, sia dal punto di vista del confronto teorico ed iconografico che dell’ausilio di questi nuovi strumenti nella costruzione dell’opera.
Un dato è comunque certo, dopo la violazione estrema del vincolo bidimensionale operata negli anni Sessanta e Settanta ed il quasi totale azzeramento dell’oggetto-o- pera con l’arte vissuta come interrogazione sul suo statuto ed il suo scopo e come pro- secuzione della filosofia secondo la tesi più radicale del concettualismo incarnata da Joseph Kosuth che inverte il noto paradigma hegeliano sulla morte dell’arte in favore della filosofia, tutto il ciclo del postmoderno ha attuato, con l’accento più marcato ora su uno stile ora sull’altro, una libertà di forma e di sperimentazione molto accentuata.

Queste caratteristiche si ritrovano, naturalmente sintonizzate sul metro della sua creatività e della storia personale, nelle opere di Maquiamelo, uno dei più significati- vi artisti sudamericani contemporanei, di cui l’Accademia Albertina, su proposta del Vicedirettore per l’Internazionalizzazione Salvo Bitonti, ha volentieri allestito una personale negli spazi della Rotonda del Talucchi, per offrire ai nostri studenti, ed al pubblico torinese che costantemente ci segue, una visione insolita ed originale dello scenario attuale.
Maquiamelo, artista colombiano con frequentazioni ed esperienze internazionali, soprattutto statunitensi, con le sue opere, irriverenti ed ironiche, è in grado di far riflettere sulla storia e sul presente di un continente, quello sudamericano, e di uno dei suoi paesi più rappresentativi, la Colombia, con un linguaggio in grado di essere compreso in uno scenario globale, ma al tempo stesso fortemente intriso del “genius loci” della sua terra.

Il Sudamerica è una terra dove sono concentrate molte delle bellezze naturalisti- che e delle risorse del pianeta.
La sua cultura millenaria venne stravolta ed egemonizzata dalla colonizzazione soprattutto spagnola dell’inizio dell’era moderna, quando l’uomo occidentale, ormai sicuro di sé e delle sue potenzialità, si avventura in mare aperto, scoprendo terre ignote ed incontaminate, che egli si sente in dovere di assoggettare in nomi dei valori superiori della sua civiltà.
La sovrapposizione tra le due culture va avanti per secoli, finendo per giungere ad una parziale integrazione. I movimenti di liberazione delle colonie spagnole, succedutisi a partire dal 1808, data dell’invasione napoleonica della Francia, proseguono per tutto il secolo ed oltre, giungendo ad una ricomposizione parzialmente unitaria del continente.
Lo scenario muta nel secondo dopoguerra, nella stagione della “guerra fredda”, quando gli Stati Uniti, per scongiurare l’avvento di regimi marxisti e tutelare i propri interessi di nuovi colonizzatori, favoriscono l’instaurarsi di governi repressivi da cui il Sudamerica, tra aspirazioni libertarie e contraddizioni interne, si sta gradualmente liberando, per approdare ad una ricomposizione sociale e ad una piena autonomia politica ed economica, frenata dal lento liberarsi delle scorie del recente passato. Nelle opere di Maquiamelo si possono rinvenire gli elementi salienti della storia del continente e della sua nazione, la Colombia, che ha vissuto in pieno tutte le vi- cende storiche da me sinteticamente descritte. Infatti, possiamo notare, come meglio descriverò, sia il richiamo alla storia delle antiche civiltà precolombiane che le con- traddizioni del presente, sotto la cappa talvolta soffocante della cultura americana. Maquiamelo, nato nel 1972, è generazionalmente un protagonista a tutti gli effetti della stagione postmoderna e, come tale, il suo linguaggio si sviluppa in una dimensione eclettica, dove passato e presente convivono per dare corpo ad una prospettiva futura. Il suo stile conduce verso un rinnovamento della pratica concettuale della scultura e dell’installazione della seconda metà del Novecento, con una originale poetica del reperto e dell’oggetto.

Parte prioritaria di questa mostra sono le “Teste”, opere che hanno dato all’artista una riconoscibilità ed una visibilità internazionale. Queste sculture, di ridotte dimensioni ma di grande forza espressiva, si ispirano alle “Tsantsa”, teste rituali preparate dagli indigeni dell’Amazzonia e di altre zone del Sudamerica, con funzione apotropaica e rituale. Le teste, private del cranio, dopo una elaborata lavorazione si presentano com- presse ed estremamente rimpicciolite: lo scopo prevalente era quello di imprigionare lo spirito del nemico impedendogli di vendicarne la morte. Maquiamelo realizza le sue “Teste” nelle esatte dimensioni di quelle originali, dopo avere fatto conoscenza diretta dei riti tramite una ricerca antropologica, ovvia- mente con modalità del tutto artificiali, con un risultato finale di grande precisione formale. Tra i protagonisti i grandi nomi della storia dell’arte, come Picasso, Andy Warhol, Basquiat, Francis Bacon, Lucian Freud, Van Gogh.

Se in questo caso l’artista sembra voler catturare lo spirito degli artisti per pre- servarne la funzione di patrimonio collettivo, ed in questa direzione vanno anche le rappresentazioni di icone pop dalla vita sfortunata, come Marlyn Monroe e Judy Garland, o di personaggi controversi della storia, quali Cleopatra e Nerone, diverso è il caso di soggetti tratti dalla contemporaneità e dalla politica, come Pablo Escobar e Fidel Castro, su cui lo spirito irridente di Maquiamelo si sofferma per denunciare la caducità della gloria terrena. Ancora più tagliente si fa l’ironia dell’artista nei confronti dei politici e dell’imma- ginario consumista dell’America, che tenta di imporre al mondo una dimensione di consumo globalizzato da cui è necessario svincolarsi, con installazioni più articolate e colorate con tinte vive ed intense. La critica sociale di Maquiamelo simboleggia la possibilità per l’arte di avere, anche in tempi di transizione come questi, una funzione primaria di contestazione al sistema imperante, tramite l’eversione del linguaggio e dell’ironia, più efficaci di qualsiasi arma.
Edoardo Di Mauro

Inaugurazione
venerdì 23 settembre 2022 alle ore 18

Immagine in evidenza
Maquiamelo – Andy Warhol, 2014

Dettagli

Inizio:
venerdì 23 Settembre 2022
Fine:
domenica 6 Novembre 2022
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

IPOGEO DELLA ROTONDA DEL TALUCCHI
Via Accademia Albertina, 8
Torino, 10123 Italia
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