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Maria Cristina Carlini. Geologie, memoria della terra
venerdì 10 Luglio 2020 - martedì 8 Settembre 2020
sede: Museo Studio Francesco Messina (Milano).
cura: Chiara Gatti.
Le opere monumentali di Maria Cristina Carlini abitano gli spazi appartenuti un tempo a Francesco Messina (1900 – 1995) che ancora custodiscono le sue cere, i bronzi, le crete, nel silenzio della ex chiesa di San Sisto.
Qui, fra i ritratti di donna e gli atleti del grande scultore del Novecento, crescono i boschi e si moltiplicano le impronte, i crateri e le pagine arse della Carlini.
Segni, tracce, memorie di un paesaggio che evocano geografie e geologie ispirate agli umori della terra, ai luoghi selvatici di una natura arcaica e, insieme, sublime.
Nella navata dai soffitti a doppia altezza della chiesa, sono poste le sculture di grandi dimensioni. Legni e` una foresta orizzontale, che si profila nel fuoco prospettico dell’abside, visionario luogo degli accadimenti dove le teste di Messina affiorano fra i tronchi con un effetto teatrale lirico e onirico. Come “portali”, attraverso cui si compie la trasfigurazione della materia semplice in qualcosa di simbolico, grazie all’azione dello scultore e attraverso la presenza percettiva e attiva dello spettatore, opere come Origine e il Libro dei morti rappresentano la fase di creazione, il passaggio dall’inerte al vitale.
Il tema della germinazione di un modulo all’infinito nutre colonne della conoscenza che si arrampicano nelle cappelle laterali. Lamiera e piombo distillano energia e potenza semantica nelle pagine dipanate nell’aria come una stele o un antro rupestre. Fantasmi del lago e` un totem ottenuto con lamiera modellata a sezioni prismatiche verticali, rese opache dal trattamento della superficie come se fossero evanescenti, umbratili.
Mentre nella cripta una sequenza di Impronte recano incise nella materia alfabeti e vestigia di una presenza passata e si distendono al suolo, visibili dalla navata come resti di un’archeologia sepolta nella terra, nelle stanze destinate un tempo allo studio di Messina, le installazioni ambientali distillano due cicli importanti di Carlini, i Crateri e i Libri bruciati. Qui, il senso della materia e del colore, la pelle vibrante della scultura, gli smalti e gli ossidi plasmano elementi sottratti alla natura e alla storia dell’uomo, alla orografia del territorio e alla cultura ancestrale.
Maria Fratelli, direttrice del museo, commenta: “le opere di Maria Cristina Carlini traghettano dentro la navata di San Sisto l’esperienza internazionale dei maestri del Novecento nel cui novero si inserisce la sua scultura e la accostano alle opere di Francesco Messina. Dal confronto scaturisce la forza della scultura quale lingua viva. Per mano di una donna, una grande scultrice milanese che merita questo omaggio, il Museo Messina si fa paesaggio, memoria e terra”.