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Marina Falco. Della terra, dell’acqua…
sabato 17 Febbraio 2024 - giovedì 29 Febbraio 2024

sede: Galleria Arianna Sartori (Mantova).
cura: Arianna Sartori.
Dopo la sua prima personale alla Galleria Arianna Sartori del 2019 intitolata “Il tempo dell’acqua”, mostra che suscitò un vasto interesse nel pubblico mantovano, in questa nuova personale, curata da Arianna Sartori, Marina Falco presenta una selezione di opere dipinte tra il 2017 ed il 2024.
“…riflessione, la sua, che si è mossa intorno al tema della foresta, del bosco come luogo naturale e simbolico.
La selva oscura dantesca la si incrocia fatalmente “nel mezzo del cammin” della vita, quasi fosse un incontro obbligato; secoli fa Dante ne fece l’incipit della sua Divina Commedia.
Da lì, dall’inoltrarsi nel territorio insidioso e “periglioso” comincia il viaggio di conoscenza e purificazione, se ad esso si sopravvive.
…Il bosco è anche territorio di caccia per rifornirsi di cibo, luogo misterioso e fiabesco, della foresta ne intuiamo il respiro ad ogni alito di vento tra le foglie, ne percepiamo la vita segreta ascoltando rumori di animali che qua e là si muovono o il fluire di acque sorgive, ne cogliamo i silenzi introspettivi che ci conducono alle riflessioni sul nostro intimo essere…”
Giovanni Cerri
“…Come simbolo l’acqua è eterna, sta fuori dal tempo o, meglio, è prima del tempo e infatti per gli antichi è all’origine di tutti gli esseri viventi (Oceano padre degli dei). Cioè della vita, quindi del bene e del male e allora l’acqua è anche distruzione e morte, vale a dire il lato oscuro della personalità. La parola da spiegare è allora tempo perché l’eternità, in quanto ex-ternum, fuori dalla triade temporale passato-presente-futuro, può essere scalfita solo dal lavoro di chi, ed è l’artista, non accetta la linearità logica. Nel caso di Marina Falco la tematica ha anche un valore esistenziale con quello che sembra uno iato fra un prima, l’indagine sul corpo umano, e un dopo che è il presente con la centralità dell’acqua. Dal microcosmo al macrocosmo? Sì, credo sia una possibile chiave di lettura sottolineando la contemporanea presenza nei suoi lavori attuali di acqua e terra in quanto la prima, elemento indifferenziato, trova la sua dimensione e delimitazione solo nel rapporto con la seconda, isola o bosco o marcita della pianura padana poco importa. Un approdo, dunque, per cui l’acqua è anche viaggio, metaforicamente viaggio della vita, è dinamismo, come ricerca dell’anima o, se si preferisce, dell’essere, ed è silenzio in quanto mistero e riflessione. Ed è questa la dimensione scelta dall’artista nelle sue opere, quadri e disegni…”
Felice Bonalumi
Inaugurazione
Sabato 17 febbraio alle ore 17.00
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(part.)