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Marina Paris. Micro-Zone, 2022
martedì 26 Aprile 2022 - giovedì 12 Maggio 2022
sede: MLAC Museo Laboratorio di Arte Contemporanea (Roma).
Il progetto Micro-Zone, 2022, commissionato dal Museo Laboratorio d’Arte Contemporanea della Sapienza, nasce da una riflessione sullo spazio pubblico a seguito degli eventi degli ultimi anni. Durante il confinamento lo spazio urbano è sembrato improvvisamente necessario e allo stesso tempo inaccessibile. Dietro a piazze e strade deserte è riaffiorata la memoria delle città metafisiche, così presente anche nell’urbanistica del Ventennio. Il complesso piacentiniano, dove il MLAC ha la sua sede, si è offerto dunque come luogo simbolico elettivo per esplorare una simile percezione dello spazio pubblico.
Marina Paris ha concentrato la sua attenzione sulla Scuola di Matematica, realizzata da Gio Ponti tra il 1932 e il 1935. L’edificio, che si affaccia sulla piazza centrale della città universitaria, è uno tra i pochi che, a dispetto della declinazione monumentale del complesso, interpreti in chiave modernista le articolazioni degli spazi e la relazione di questi con l’uomo.
Il progetto fotografico si compone di 15 riprese macro del modello in legno dell’edificio, collocato nella biblioteca del Dipartimento di Matematica.
Attraverso la sua “ri·pro·du·zió·ne” si mette in scena una inedita narrazione dello spazio filtrata da un’atmosfera surreale, silente ed estremamente contemporanea.
L’ingrandimento fotografico produce un senso di sospensione spazio-temporale e innesca un cortocircuito mnemonico, che induce a dubitare sulla reale consistenza della visione.
In mostra anche 10 collage “strappati”, realizzati con cartoline originali degli anni ’40 e ‘50 che testimoniano il disegno urbanistico e architettonico allora conferito alla capitale.
Marina Paris esprime la propria ricerca artistica attraverso diversi media e forme di rappresentazione: dalla video-animazione al disegno, dalla fotografia alle installazioni site-specific. L’interesse per l’architettura – intesa come filtro per la percezione dello spazio circostante e sistema di relazione tra uomo e ambiente – invade quasi la totalità dei suoi lavori. Gli scenari urbani e domestici, spesso ritratti nelle fotografie o punto di partenza per gli interventi installativi, diventano il codice linguistico con cui l’artista parla all’umanità, senza mai palesarne la presenza. In qualità di riferimenti collettivi, le componenti architettoniche diventano per l‘artista strumenti antropologici per indagare l’identità dell’uomo contemporaneo.
Inaugurazione
26 aprile dalle 17 alle 20