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Matteo Giovannone. Stabilità condizionata
giovedì 22 Giugno 2017 - domenica 2 Luglio 2017

sede: Horti Lamiani Bettivò (Roma);
cura: Romina Guidelli e Domenico Giglio.
In questa nuova occasione, il poliedrico artista Matteo Giovannone presenta un’importante selezione di raffinati disegni realizzati a china su carta calligrafica giapponese, anche di grandi dimensioni.
Come scrive la curatrice: “Matteo Giovannone sceglie la linea come elemento indispensabile alla continuazione di un discorso, di un racconto, di un pensiero che, terminato il vocabolario ordinario, necessita di altri segni per dare seguito all’espressione di un concetto. Così, crea gli idiomi di un altro linguaggio, comunque narrativo, ma personale ed esclusivo e li scrive su carta. Solo alcune leggibili parole sono inserite nell’opera dall’artista, accompagnano le linee del discorso segnico e rappresentano le sue radici di scrittore. Esse sono la prova del primo esercizio di controllo dei pesi, delle misure e delle inclinazioni applicati alle rette di un alfabeto espressivo canonico. Saturata questa conoscenza, l’esperienza dell’artista si amplia e i tratti significanti della scrittura divengono significato a sé stante: puro alfabeto artistico. Questa ricerca di tipo grafico fa si che l’opera di Matteo Giovannone, dai murales alle installazioni, come nelle serie fotografiche, si stacchi anche da ogni riferimento di tipo iconico per concentrarsi esclusivamente sulle linee aumentandone la capacità espressiva e il valore simbolico. L’essenzialità del tratto di questo artista è il frutto di un fenomeno di sintetizzazione del vero, dell’esperito e dell’immaginato, che accade attraverso una selezione arbitraria di quanto ritenuto fondamentale, ‘degno di nota’.
Una ricerca di essenzialità eseguita con l’intenzione di dare una personale interpretazione della realtà, affinché il di-segno non ne restituisca l’immagine ma una possibile raffigurazione, con speciale attenzione all’intensità del gesto. Le linee nelle opere della serie ‘Stabilità Condizionata’ sono influenzate da moti ascendenti e discendenti; il ‘peso della mano’ marca o assottiglia una retta che sa diventare silenziosa, come tagliente, asseconda dell’attimo o della memoria di un’emozione che l’artista decide di trasporre nell’opera per im-pressione. Le curve sinuose sbocciano o s’interrompono in neri intensi, carichi di desiderio d’oltre. Le poche parole unite al disegno diventano affermazioni, punti: partenze o miraggi di conclusione. Matteo Giovannone procede con cura e costanza nel suo esercizio di registrazione e sintesi, del vero e del possibile, in segno. Consapevole che quando si sceglie la linea l’unica certezza è l’infinito”.