Mattia Moreni. Gli oggetti le cose pensano in silenzio

sede: Palazzo Franchetti (Venezia).
cura: Roberta Perazzini Calarota.

Inserendosi perfettamente nel tema della 19a Mostra internazionale di Architettura incentrato sui diversi tipi di intelligenza, tra cui quella artificiale, l’arte visionaria, anticonformista, impetuosa e vulcanica di Mattia Moreni arriva a Palazzo Franchetti con una grande mostra a cura di Roberta Perazzini Calarota composta da una selezione di più di 30 opere, molte delle quali di grande formato.

I dipinti in mostra ripercorrono l’instancabile ricerca dell’artista, a partire dalle sperimentazioni di stampo cubista degli anni Cinquanta, passando per la grande stagione Informale e le caratteristiche “Angurie”, ciclo con cui si presenta nella sala personale a La Biennale di Venezia che gli viene dedicata nel 1972, per poi concentrasi con un esteso approfondimento sull’ultima fase della sua produzione, dedicata agli “Umanoidi”.

È con queste opere che l’artista, già a partire dagli Anni Ottanti, porta avanti con grande lucidità e intuizione una riflessione sull’impatto della tecnologia e dell’informatica – denominata elettronica con il linguaggio dell’epoca – nella nostra quotidianità e nella pratica artistica, che non solo anticipa l’attuale dibattito sull’intelligenza artificiale, ma rende anche la sua opera la prima a confronto con l’innovazione dei giorni nostri.

Un ciclo che consacra Moreni come un autentico precursore, che ha saputo capire con grande anticipo la direzione, non affatto scontata all’epoca, in cui la nostra società si sarebbe mossa a gran velocità nei decenni successivi.

Immagine in evidenza
Mattia Moreni – L’avanguardia e l’elettronica in avanzata… 1995, olio su tela, cm. 150 x 130, Courtesy Galleria d’Arte Maggiore g.a.m., Bologna Parigi Venezia

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«Correva l’anno 1996 e Franco Vaccari mise in piedi quello straordinario progetto che fu “Atelier d’Artista“.
Franco coinvolse Valerio Dehò ed Ennio Bianco. Io fui chiamato a dare un supporto “tecnologico – multimediale” all’evento artistico.
La più grande opportunità che ebbi fu quella di poter “girare” dei video proprio negli studi degli artisti, documentando spazi ed oggetti, carpendo dialoghi e suoni, catturando immagini eccezionali.
Io e Ennio, armati di telecamere, microfono e una gran voglia di conoscere direttamente i maggiori esponenti dell’arte italiana contemporanea, ci trovammo a viaggiare su e giù per mezza Italia.
Una domenica mattina (era maggio?) ci trovammo a Brisighella, nello studio di Mattia Moreni.
Fu subito evidente lo spirito e la grande personalità di Moreni e si instaurò immediatamente un rapporto di massima fiducia tra noi.
Ennio iniziò a dialogare con lui, seduti uno di fronte all’altro, mentre io mi muovevo nello studio a caccia di immagini. Fortuna volle che Ennio mise in funzione anche la sua telecamera.
Da quei dialoghi, da quelle immagini nasce il DVD su Mattia Moreni.
Una testimonianza unica ed esclusiva.
Qui un breve estratto».
Giorgio De Novellis