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Mauro Martoriati. Bora e Tergesteo
sabato 27 Agosto 2022 - domenica 25 Settembre 2022
sede: Magazzino 26 (Trieste).
cura: Marianna Accerboni.
La mostra “Mauro Martoriati. Bora e Tergesteo” testimonia l’intenso lavoro svolto dall’artista a Trieste, città in cui si è trasferito nel 2013 e ha aperto uno scenografico atelier in via Rittmeyer 4/A: in mostra una trentina di dipinti di ampio formato, un ciclo di una ventina di sculture realizzate con assemblaggi metallici, alte circa due metri e mezzo e proposte concettualmente come una sorta di selva umana, tavoli/scultura di cristallo e metallo, opere tridimensionali di misura più contenuta, complementi d’arredo e oggetti di design che sono pezzi unici di surreale originalità, tra cui una rivisitazione dell’Ursus e uno straordinario capodoglio.
Una città, Trieste, che l’artista ha scelto “perchè è un luogo di confine, che mi permette di essere nella mia Italia da romano, ma di avvicinarmi nel contempo a conoscere la Slovenia, l’Ungheria, l’Austria, la Romania, la Croazia, la Germania e Berlino, nel cui tessuto artistico sono entrato creando vari progetti anche di scambio, momentaneamente rallentati dalla pandemia. A Trieste si sta molto spesso sconfinati, come per esempio lo fu a fine Ottocento il console inglese Richard Burton, un animo errante come me, che sarà non a caso protagonista sabato 17 settembre di uno degli eventi collaterali alla mostra, in cui verrà proiettato il documentario dedicatogli da Riccardo Cepach (40′, Comune di Trieste, 2010)”.
Appuntamenti a cui, nel corso della rassegna, verranno affiancati vari laboratori di pittura e disegno condotti dall’artista e aperti ad adulti e giovanissimi.
Ma il vero coup de théâtre della mostra è rappresentato dall’inedita scultura cinetica di grandi dimensioni (m. 3.57×2) intitolata “Bora e Tergesteo” e assemblata da Martoriati nel Parco delle sculture di Prosecco (Trieste) dell’artista Robin Soave.
In occasione della mostra l’opera accoglierà infatti i visitatori davanti al Magazzino 26: una scultura che Martoriati ha ideato proprio ispirandosi a Trieste e rifacendosi a un’antica e poetica leggenda dedicata all’amore di Bora, figlia del Vento, per l’argonauta Tergesteo.
Unione invisa al padre di lei, che fa uccidere quest’ultimo, il cui sangue – come racconta l’artista – si tramuta nelle foglie di sommaco mentre le lacrime di Bora diventano le pietre del Carso, che fino ad allora era una sorta di Paradiso terrestre.
“La mostra – scrive Marianna Accerboni – propone una riflessione contemporanea e originale, svolta attraverso una ricerca molto personale sul colore e sulla forma, suggerita a Martoriati da sottili e vitali intuizioni sui temi del quotidiano, sugli avvenimenti e sulla storia dei luoghi. Concetti declinati attraverso un linguaggio espressionista molto personale, un cromatismo in cui traspare spesso un’intensità di sapore fauve e l’energia di un segno mediante il quale Martoriati approda felicemente dalla pittura e dal design alla terza dimensione. E l’apice di tale produzione è testimoniata proprio dall’opera “Bora e Tergesteo”, creata espressamente per la mostra, di cui tale scultura è l’icona. Nella simbologia di Martoriati – conclude il critico – i due protagonisti sostengono una ‘nuvola cinetica’ composta da elementi metallici di recupero dai colori brillanti, che si animano e si muovono con l’alzarsi del vento”.
Sono esposti anche molti dipinti suddivisi in più sezioni tematic he perchè “qui a Trieste – aggiunge l’artista – ho ripreso pure a dipingere a olio perchè Trieste è una città a olio, adagiata nel tempo. E non le va di essere travolta dalla modernità. Perciò ispira una pittura classica ma rinnovata”. Instancabile e inesauribile sperimentatore e autore di un’arte poliedrica, dalla forte vis tecnica ma dall’impeto concettuale, l’artista non è per altro nuovo all’arte scultorea urbana e monumentale contemporanea, come quella ispirata alla leggenda del “Guerriero degli Anguillara”, che Martoriati ha costruito con i vecchi ferri forniti dai cittadini e collocato in uno spazio pubblico di Anguillara Sabazia o la monumentale scultura-fontana di 15 metri in ferro, rame e ceramica collocata nei giardini pubblici dello stesso centro laziale o il complesso degli Scacchi, 16 pezzi in ferro smaltato alti 2 metri per Marostica o la scenografia per la Tosca di Puccini, progettata in grande scala per Roma.
Promossa dall’Associazione MART Movimento Artistico Roma – Trieste in coorganizzazione con il Comune di Trieste
Inaugurazione
sabato 27 agosto alle ore 19
Immagine in evidenza
Invisibilis, 2019 – cm. 120×100 – acrilico su tela (ph. Nanni Spano) (part.)