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Momò Calascibetta e Dario Orphée. Cenere: delitto e castigo
domenica 27 Gennaio 2019 - domenica 24 Febbraio 2019
sede: Palazzo Beneventano (Lentini).
cura: Andrea Guastella.
Si dice che l’assassino è sempre sul luogo del delitto; nel nostro caso, sono piuttosto i luoghi a inseguire gli assassini. E non è certo un caso che gli autori di Cenere, su cui ricade la colpa di aver ucciso e seppellito i potenti dell’arte in Sicilia – Dario Orphée ha raccontato di una mostra nata morta, Momò Calascibetta invece i morti li ha risuscitati, sigillandoli in loculi di 69×69 cm.ognuno -, si è accorsi proprio un Lentini, patria di quel sofista che, arrivando a teorizzare l’innocenza di Elena, non era lontano dall’ammettere l’universalità del maschio: se tutti sono innocenti, nessuno è incolpevole.
Uomini che meno gli autori che, come il protagonista dell’immortale romanzo di Dostoevskij, dopo essersi accaniti contro i pupi siciliani, sono assaliti dai sensi di colpa e si fatica, tra una risata e una vodka, in attesa di un perdono che non chiederanno mai.La rassegna, itinerante, inaugurata alla Farm di Favara lo scorso 16 giugno, e che ha già toccato il Polo Museale A. Cordici di Erice, l’ex chiesa di San Giovanni a Gela, Palazzo La Rocca a Ragusa e il Museo Mandralisca a Cefalù, toccherà i principali musei della Sicilia per poi spostarsi in Italia e in Europa.
Momò Calascibetta nasce a Palermo. Si laurea in architettura con Gregotti ma si dedica esclusivamente alla pittura; pittura che Leonardo Sciascia definirà “il racconto dettagliato dell’imbestiamento di una classe di potere già presente imbestiata nella più lata avarizia e nella più lata rapacità… “. I suoi personaggi hanno assistito “alla caduta degli dei” ma conservano l’ imprinting del mito più alto; i suoi “relitti umani” divorano con cupidigia, godono e si preparano all’atto unico, forse finale, dell’effusione amorosa, della totale consunzione carnale dell’individuo, del deliquio dei sensi nella sfrenatezza di un’avida passione. Piazza della Vergogna , De l’amour , : serie di opere esposte alla Fondazione Corrente, alla Fondazione Mudima, alla Galleria Jannone, alla Galleria Daverio ed in fiere internazionali presso Arte Fiera di Bologna, MiArt, Artexpo New York Colosseo, Art Basel, Arco Fiera di Madrid. Nel 2002 la Fondazione Mudima, una cura di Philippe Daverio, organizza una mostra dal titolo Terromnia , dove vengono per la prima volta raccolte le sculture ei dipinti più rappresentativi di tutte le serie. La mostra susciterà l’interesse di Gillo Dorfles, Alessandro Riva, Marco Meneguzzo, Liana Bortolon e Giovanni Quadrio Curzio. Nel 2004 è ospite coi suoi lavori alla trasmissione Passepartout di Philippe Daverio su RAI 3 e nel 2005 un suo grande dipinto, Il gelato di Tariq, viene utilizzato per l’allestimento del set di nove trasmissioni estive di Passepartout. Memoria la sua esperienza di (non) partecipazione alla Biennale di Venezia del 2005, in occasione della quale organizza il progetto collaterale Esserci al Padiglione Italia , mostra di protesta contro un “mondo dell’arte” dominata da lobby finanziarie cieche ed arroganti, sempre più separato dalla vita reale. Nel 2005 col progetto Plotart a cura di Gianluca Marziani è coinvolto in diverse gallerie d’arte in Europa (Studio Senko, Danimarca; Dot Galerie, Svizzera; Fondazione Carlo Molineris, Svizzera; Galerie Kiron, Francia; Rar Galerie, Olanda; Galerie Hartdiest, Belgio; Blanca Soto, Spagna, Galleria Arturarte, Italia, La Sala Naranja, Spagna). Data al 2007 un’antologica intorno al tema del “sorriso” a cura di Vincenzo Consolo al Museo Mandralisca di Cefalù e al 2009 l’acquisto di una sua opera al Museo Guttuso di Bagheria. Nel 2016 è il turno di Momeide , un’antologica alla Civica Raccolta Cappello a Ragusa, una cura di Andrea Guastella, e nel 2017 di un’istallazione alla Fattoria Parco Culturale di Favara da titolo provocatorio Agrigentèrotique , a cura di Dario Orphée. , l’ultimo progetto itinerante realizzato in collaborazione con lo scrittore Dario Orphée e cura di Andrea Guastella, lo vede presente dal 2018 al 2019 nei principali siti espositivi e musei della Sicilia, terra in cui l’artista, come hanno rilevato Sciascia, Bufalino e Consolo, è profondo radicato. Eppure in questo ciclo non sono meno i tratti del disegnatore satirico di razza evidenziati un po ‘da tutti i critici – da de Micheli a Soavi, da Dentice a Testori, da Daverio a Dorfles a Meneguzzo – che lo hanno seguito da vicino.
Nato ad Agrigento, Dario Orphée ha conseguito la maturità scientifica e la laurea magistrale in filosofia. Insegna Estetica ed Etica della Comunicazione presso l’Accademia di Belle Arti di Agrigento e Progettazione delle Professioni presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Critico e curatore indipendente, collaborazione con le riviste – scrittura di critica d’arte e teatrale, estetica, filosofia della natura e filosofia dell’agricoltura – tra cui “Segno”, “Il Pickwick”, “Permacultura & Transizione” e “Balarm”. Si tratta di studio del sentimento, di gnoseologia dell’arte, di estetica ecobiologica e di scienze naturali.
Inaugurazione: domenica 27 gennaio 2019, alle ore 18:00