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Mondo reale – Mostra collettiva
venerdì 15 Luglio 2022 - domenica 8 Gennaio 2023
sede: Triennale Milano (Milano).
Mondo Reale è la mostra presentata dalla Fondation Cartier pour l’art contemporain nell’ambito della 23a Esposizione internazionale Unknown Unknowns. An introduction to Mysteries.
Su invito di Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano, Hervé Chandès, Direttore Artistico Generale della Fondation Cartier pour l’art contemporain, si unisce all’Advisory Board della 23a Esposizione internazionale e cura la mostra in collaborazione con i designer italiani Formafantasma e diciassette artisti contemporanei internazionali, molte delle cui opere sono state commissionate appositamente per Mondo Reale.
Se la mostra Unknown Unknowns si allontana dalla Terra per esplorare il mistero dell’universo, Mondo Reale è immaginata come un atterraggio sul nostro pianeta, un passo nell’ignoto della quotidianità.
L’esposizione riunisce una serie di opere che esprimono la sensazione dell’ignoto. L’ignoto percepito osservando il cielo nel mondo in cui viviamo, esplorato da matematici e poeti o vissuto attraverso l’incontro con culture diverse, con la fede e con disastri naturali. L’ignoto come una realtà inattesa che lascia affascinati, increduli, allietati, disorientati, sconcertati, colmi di domande, timori e curiosità, nonché bramosi di oltrepassare i limiti della conoscenza.
Lasciando ai visitatori la libertà di vagare tra le opere esposte, la mostra invita ad accogliere i misteri dell’ignoto e a lasciare che emozioni, immaginazione e curiosità volino libere e senza freni.
Riunendo film, dipinti, fotografie, ceramiche, installazioni e sculture, Mondo Reale accoglie diciassette artisti internazionali, nonché matematici, fisici e filosofi.
La mostra include opere inedite, commissionate agli artisti Alex Cerveny, Yann Kebbi, Jessica Wynne, Sho Shibuya, Virgil Ortiz, due progetti speciali di David Lynch e Sho Shibuya e lavori provenienti dalla collezione della Fondation Cartier, tratti da precedenti esposizioni come Unknown Quantity (Parigi, 2002), realizzata in collaborazione con il filosofo Paul Virilio, o Mathematics, a Beautiful Elsewhere (Parigi, 2011).
MONDO REALE, DALLA REALTÀ ALL’IGNOTO
Il viaggio nel mondo reale comincia con un incontro fortuito. Una creatura bicefala, la scultura in ceramica Ring Master & Tics (2022) di Virgil Ortiz, accoglie i visitatori. L’artista mantiene viva la tradizione ceramica del Pueblo de Cochiti, raccontando le storie dei nativi americani e della loro rivolta, miscelandole con il proprio vissuto personale, fantascienza e tematiche apocalittiche. Da questo punto, il percorso prosegue attraverso una costante oscillazione tra realtà e immaginazione. La mostra continua con Man in a Boat (2002) di Ron Mueck: un uomo intraprende un viaggio ancestrale alla scoperta di sé e del mondo, ergendosi nudo sulla prua di una barca di legno, immerso in un’enigmatica contemplazione. Un’installazione sonora diffonde la voce di Patti Smith mentre legge il testo del matematico Misha Gromov The Four Mysteries of the World, a cui la cantante aggiunge un quinto mistero, quello della poesia. Percorrendo la mostra dal principio alla fine, assistiamo a una cronologia di albe ed eventi immortalati da Sho Shibuya in un rituale mattutino che mostra la reazione dell’arte alle notizie dal mondo, catturate dai titoli del New York Times. I suoi dipinti del cielo di Brooklyn e gli eventi internazionali della serie Headlines: 2020–2022 ci accompagnano fino alla fine dell’esibizione, evolvendo costantemente di fronte allo sguardo del visitatore. Proseguendo nel viaggio, l’artista Alex Cerveny presenta un personale glossario in cui eventi naturali e figure bibliche sono collegati visivamente a nomi di persone e luoghi del mondo: una maniera molto personale di costruire mappe visive per riordinare tutta la conoscenza umana, dalla mitologia alla soap opera. Il film Unknown Quantity (2002/2005) di Andrei Ujica introduce il visitatore al mondo nuovo e incidentale originato dal disastro di Chernobyl, grazie a un dialogo tra Paul Virilio e il premio Nobel Svetlana Aleksievic. Il regista presenta un secondo film, 2Pasolini (2000/2021), che omaggia la ricerca spirituale di Pier Paolo Pasolini in occasione del centenario della sua nascita che si celebra quest’anno. Il disegnatore Yann Kebbi propone una versione parallela dell’esposizione attraverso il filtro della sua creatività. Il suo contributo, Mondo Reale, escogita sembianze alternative per le opere esposte e distorce la loro articolazione nello spazio, mettendo in discussione la linea sottile che separa realtà e immaginazione. Alla sua prima proiezione in Italia, il film Nature (2020) di Artavazd Pelechian rappresenta una vera e propria poesia visiva. Prodotto da Fondation Cartier, il film ritrae il rapporto tra umanità e mondo naturale attraverso immagini modificate per ottenere un’esperienza cinematografica epocale, che evade la distinzione classica tra finzione e documentario. La natura si mostra quindi nel suo più caotico splendore, con eventi tanto catastrofici quanto spettacolari. Le misteriose ciotole in ceramica dell’artista Alev Ebüzziya Siesbye (Untitled, 1997-2019) esprimono l’impatto schivo e silenzioso, eppure estremamente potente, che può avere un’opera d’arte. Ricordano le onde scure del mare i motivi che si insinuano sulla superficie di Sea wave (2022), il disegno a pastelli di grandi dimensioni dell’artista cinese Hu Liu, in cui rivive in chiave contemporanea lo spirito della pittura tradizionale orientale. Nel dipinto di Guillermo Kuitca (Double Eclipse, 2013), la doppia eclissi che sovrasta un paesaggio di geografie e oggetti disorganizzati pronostica la condizione del mondo. Un orso si sorprende del suo buffo riflesso nell’acqua: è un orsacchiotto (un “TedHyber”), il protagonista di tre dipinti di Fabrice Hyber. Le sue opere mettono in evidenza i diversi punti di vista possibili sul mondo, in un’altra duplicità (o molteplicità) di interpretazioni ironiche su ciò che è reale e ciò che non lo è. Il pendolo, antico strumento scientifico concepito per tracciare la rotazione della Terra, per misurare il tempo e lo spazio e, infine, per spiegare il mondo naturale, ha ispirato la suggestiva installazione dell’artista statunitense Sarah Sze dal titolo Tracing Fallen Sky (2020). La matematica rimane al centro della riflessione con le fotografie di grandi dimensioni realizzate da Jessica Wynne, la quale presenta una serie di lavagne solcate dalle scritture dei più grandi scienziati della contemporaneità: una visione della conoscenza e la sua cancellatura. Su richiesta speciale della Fondation Cartier, Wynne ha immortalato la lavagna del fisico Carlo Rovelli. Analogamente, il video di Jean-Michel Alberola, La Main de Ce´dric Villani (la conjecture de Cercignani), cattura i movimenti della mano del celebre matematico francese Cédric Villani mentre illustra la congettura di Cercignani sulla sua lavagna. Proseguendo la visita, scopriamo il lavoro di Jaider Esbell, ex attivista coinvolto nella resistenza delle popolazioni indigene dello stato del Roraima in Brasile. Esbell dipinge la visione del mondo e i miti del popolo Macuxi in un multiverso cromatico che racchiude microcosmi e macrocosmi. La presenza di David Lynch si estende in tre opere d’arte. Il progetto speciale Weather Report viene trasmesso in tempo reale nello spazio espositivo, ogni giorno alle 19.00. L’installazione Universe Coming from Zero (2011) è un’animazione caleidoscopica che mostra un catalogo di tutti gli oggetti presenti nell’universo, commissionata da Fondation Cartier per la mostra Mathematics, a Beautiful Elsewhere tenutasi a Parigi nel 2011. Infine, il film What Did Jack Do? (2017) conclude il percorso in mostra: si tratta di un film in bianco e nero ambientato in una stazione ferroviaria, dove un detective della squadra omicidi (interpretato dallo stesso Lynch) mette alle strette un sorprendente sospettato. Il caso resta tuttavia irrisolto, a rappresentazione del fatto che il mistero non termina insieme alla mostra.
Immagine in evidenza
Ron Mueck, Man in a Boat, 2002, Mixed media, 159x138x426 cm, Private collection, Photo credits: Thomas Salva / Lumento