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Monteriggioni prima del castello. Una comunità etrusca in Valdelsa
sabato 13 Ottobre 2018 - martedì 23 Aprile 2019
sede: Complesso monumentale di Abbadia Isola (Monteriggioni).
L’esposizione accoglie i visitatori con un viaggio lungo circa mille anni, dall’età del Ferro (IX secolo a.C.) al tardo ellenismo (II-I secolo a.C.), ripercorrendo, per la prima volta, la storia più antica di Monteriggioni e il periodo in cui l’area era costellata di abitati e necropoli, oltre che luogo di transito cruciale tra la città di Volterra e il Chianti senese, tra la valle dell’Arno e quella dell’Ombrone.
Ad accompagnare la riscoperta della vita dell’epoca sono anche approfondimenti dedicati alla cultura, alla scrittura e al rituale funerario e delle sepolture, confermando l’architettura funeraria come vero e proprio riflesso della società etrusca.
Il percorso è articolato in quattro sezioni e riunisce una selezione di oltre 250 reperti provenienti dai musei archeologici di Colle di Val d’Elsa, Firenze e Volterra affiancati da installazioni multimediali, ricostruzioni in 3D di reperti ceduti agli inizi del Novecento alla Antikensammlung di Berlino e pezzi alla loro prima esposizione pubblica. A giocare il ruolo di protagonista principale è la tomba della famiglia aristocratica dei Calisna Sepu, tornata “a casa” dopo essere stata rinvenuta intatta nel 1893 vicino Monteriggioni con il suo ricco corredo funerario, al centro, poi, di mercati collezionisti e antiquari che hanno portato in altri musei italiani e stranieri vasi di ceramica, vasellame e specchi in bronzo, strumenti in osso, armi, monete, oreficerie e altri reperti significativi per comprendere la vita dell’epoca.
La storia più antica di Monteriggioni iniziò a svelarsi con gli scavi del conte Giulio Vagnoli Terrosi tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento e le ricerche si intensificarono dopo gli studi effettuati negli anni Trenta dall’archeologo senese Ranuccio Bianchi Bandinelli, che portarono la necropoli del Casone e la Tomba dei Calisna Sepu a far parte dei contesti più conosciuti e citati nella letteratura archeologica. Dopo molti anni di sospensione, le ricerche più recenti a Monteriggioni hanno riportato alla luce la tomba ipogea nel podere Milanese, che ha restituito un ricco corredo risalente al VI secolo a. C. , con vasi di bucchero, ceramica dal caratteristico colore nero prodotta in Etruria, vasi di ceramica etrusco-corinzia, tra cui una serie di aryballoi, vasi da unguenti profumati, finemente decorati, fuseruole, ovvero strumenti per la filatura, una dell’attività predilette e identificative del ruolo della donna etrusca, oggetti in bronzo, tra cui alcune fibule, una sorta di spille utilizzate per fermare le vesti e altri reperti che forniscono un quadro completo degli usi e dei costumi locali del periodo.
L’esposizione è promossa dal Comune di Monteriggioni e dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, in collaborazione con il Polo museale della Toscana, la Fondazione Musei Senesi, l’Università degli Studi di Siena e il suo Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali, il Comune di Colle di Val d’Elsa, Colle Alta Musei e Museo Civico Archeologico Ranuccio Bianchi Bandinelli di Colle di Val d’Elsa, l’Antikensammlung di Berlino, Monteriggioni A. D. 1213 e Opera Civita. L’iniziativa conta anche sul patrocinio di Regione Toscana, Comune di Volterra e ICOM, International Council of Museums Italia.