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Mostra collettiva: “… o cadi”

giovedì 20 Febbraio 2020 - giovedì 5 Marzo 2020

Mostra collettiva: "... o cadi"

sede: Centro Culturale Zerouno (Barletta).
cura: Anna Soricaro.

Mai rinunciare ai nostri sogni.
Senti l’equilibrio o… cadi“.
(“Ballerina”, regia di Eric Summer, Eric Warin, Italia, 2017)

Felice è un’orfana che sogna di diventare la prima ballerina all’Opera di Parigi.
Insieme all’amico Victor, aspirante inventore, organizza un piano elaborato per scappare dall’orfanotrofio e realizzare il suo desiderio.
Un film di animazione ambientato nell’incantato mondo della danza, in una fiabesca Parigi di fine Ottocento.
Il racconto si concentra sull’importanza dei sogni, la piccola grande protagonista dovrà battersi con tutte le sue forze per vedere realizzato il suo sogno.
Il film racconta come nulla sia davvero impossibile ed è straordinariamente adattabile all’arte, spesso frutto di sogni di artisti che tengono in equilibrio una passione.
La citazione estrapolata dal film lascia pensare alle opere d‘arte, frutto di stimoli intimi che necessitano di perseveranza e tenacia per ‘ non cadere’.

Il titolo rimanda alla forza e all’energia che ogni opera d’arte detiene, quattro sono gli artisti prescelti, Alessandra Bisi, Armando Calvelli, Pietro Cinti, Silvano Fontanesi pervasi da una ‘grazia insistentÈ evidenziano la loro espressione in una esposizione tra astrazione e figurazione, fotografia e pittura, riuscendo a fare la differenza per energia compositiva e originalità espressiva.

Alessandra Bisi si presenta con due opere sorprendenti.  Una gestualità che invade l’osservatore, salta addosso al pubblico e lo zittisce per la grandezza e la maestria di un mano abile, rapida e invadente. Una mano matura si muove sulla tela in cui c’è solo da tacere e stare a guardare poiché c’è uno studio attento e sapiente ed una grandezza abile che riesce solo ad imprimere quei solchi pastosi e a lasciare che ogni sensazione sia libera davanti a cotanta grandezza.

Armando Calvelli da sempre è stato affascinato dalla sua terra di origine, la Toscana. Attratto dalle chiese e dagli affreschi in esse contenuti, dalle sculture e scritture ha subito il fascino dell’antico e della storia trasferendo la sua passione nell’arte. Ammirando gli affreschi, specie quelli consumati dal tempo, attua pannelli in cui trasferisce la sua propensione per la figura umana sempre al centro della sua rappresentazione. Fuoriescono dalle soluzioni stratigrafiche uomini, sculture, angeli che quasi magicamente si palesano all’osservatore a seguito di una ricerca attenta, calibrata, studiata e grandemente resa tra sovrapposizioni diverse. Scortica, acidifica e appone per dare vita ad opere che sono piccoli capolavori dal senso estetico classico; un lavoro intenso e certosino si cela in ogni opera d’arte. Un’arte da studiare ed osservare a lungo per coglierne ricerca e studio, dettagli e sorprese.
C’è un forte impatto emozionale a prima vista, ma tutto non termina nella figura rappresentata perché sul fondo si apre un mondo fatto di intenso lavoro e istinto. Una mano sapiente, si muove con maestria sul supporto, passando dall’aerografo alla macerazione della carta in olio e acqua finchè ogni strato non raggiunge la leggerezza sottile della pelle che si adagia allo strato precedente per creare una stratificazione complessa in cui si intravedono le trasparenze, esattamente come un affresco consumato dal tempo. Non c’è dubbio che si tratti di un’arte inconsueta realizzata con una tale maestria da non avere paragoni nel panorama artistico contemporaneo.

Pietro Cinti ha una grande sensibilità artistica oltre che una mente fervida e frizzante. Ha avviato la sua ricerca artistica partendo da Morandi e, distaccandosene grandemente, ha identificato uno stile personale intriso di cromie ben studiate e personificando un tratto che lo distingue dal qualunquismo. L’arte istintiva gli consente di lasciare e prendere un’opera più volte, ogni lavoro è frutto di diversi interventi, a volte radicali. I colori si alternano tra chiari e scuri, a volte la pece si oppone al candido bianco. Dipingendo solo per sé, senza dover piacere al pubblico, Cinti si lascia andare sul supporto dettato dalla passione cercando un equilibrio che gli consente soluzioni raffinate e distintive. Essendo istintiva l’espressione artistica che caratterizza l’artista, diventa inevitabile che il colore sia il protagonista di opere sempre differenti in cui campiture e losanghe affidano un’inquadratura sempre perfetta alla rea finale. Tutta l’arte di Cinti si basa su pochi elementi come l’automatismo del gesto, lo sfruttamento delle trasparenze e la vibrazione dei colori identificando soluzioni grandiose.

Silvano Fontanesi è un fotografo che reinventa lo still life consentendo ad ogni scatto di essere un piccolo dipinto. Fotografa come se stesse utilizzando il pennello, si muove con la macchina come su un supporto bianco, allestisce la scena, predispone tutto con inquadrature e campiture di luce, è una complessa preparazione di giorni che porta allo scatto finale. Si muove come uno sceneggiatore della luce, come lo fu in fondo Caravaggio che, con la sua interpretazione della tecnica del chiaroscuro, ha anticipato l’uso della luce usata oggi per gli effetti speciali nelle produzioni fotografiche e cinematografiche. I due elementi della pittura di Caravaggio sono la luce e il buio, esattamente come nella fotografia di Fontanesi. Il contrasto tra luce e oscurità non crea discrepanza, piuttosto i due elementi si completano, seppur opposti, evidenziando anche i difetti degli oggetti rappresentati in una attenta scenografia pazientemente studiata. Una atmosfera di mistero inquadra la resa finale affidando la scatto finale l’input di emozionare e suggestionare il pubblico.

Espongono: Alessandra Bisi, Armando Calvelli, Pietro Cinti, Silvano Fontanesi
Inaugurazione: giovedì 20 febbraio ore 18:00

Dettagli

Inizio:
giovedì 20 Febbraio 2020
Fine:
giovedì 5 Marzo 2020
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

CENTRO CULTURALE ZEROUNO
via Indipendenza, 27
Barletta, Barletta-Andria-Trani 76121 Italia
+ Google Maps
Phone
329 4229027
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