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Munari – In movimento. Prima parte: Macchine a struttura flessibile di Bruno Munari
venerdì 7 Febbraio 2020 - sabato 29 Febbraio 2020
sede: Centro Culturale Trevi (Bolzano).
cura: Miroslava Hajek, Manuel Canelles.
L’esposizione propone alcuni lavori storici di Bruno Munari: le macchine a struttura flessibile e il cinema sperimentale.
I Flexy, storici oggetti flessibili a funzione estetica nati negli anni ’60 come opera d’arte interagibile, che cambia la forma senza cambiare le misure, vengono proposti, negli ambienti del Centro Trevi, in esemplari plastici di grandi dimensioni, di forma dinamica, manipolabile, prive di un alto o un basso, un davanti o un dietro, una destra o una sinistra.
Nel suo Codice Ovvio Munari stesso sostiene: “Flexy è silenziosa/Flexy sta al gioco”.
Un’altra serie di opere in mostra è Concavo Convesso, costruita a partire da un prodotto industriale come una semplice rete metallica a maglia fine, trasparenza sfruttata attraverso l’uso di illuminazioni puntiformi orientate sull’oggetto, allo scopo di costruire sulle pareti dell’ambiente circostante delle ombre, dei riverberi, dei disegni astratti sempre mutevoli come piccoli cortometraggi.
In Munari l’installazione è pensata in modo da avere un giusto equilibrio tra la progettazione (di architettura, luce, morfologia del mobile) e le rifrazioni casuali delle ombre.
Concavo-convesso è nello stesso momento programmazione e casualità.
Scrive Miroslava Hajek per la rivista Mousse n. 12: “Immerso nel buio, illuminato solo da alcuni faretti di luce rossa, concavo-convesso trasporta il visitatore in un ambiente estetico ad architettura mobile.
Infatti non bisogna dimenticare che l’opera concavo-convesso non è pensabile o fruibile slegata dall’ambientazione che costringe lo spettatore a vivere un’esperienza sensoriale, emotiva completa. L’oggetto vibra di effetti ottici ma la sua ombra, riempiendo lo spazio circostante e creando effetti paralleli, diventa forse più importante e innesca nello spettatore una reazione emotiva che l’oggetto da solo non riesce a trasmettere”.
Durante il mese di luglio 2020, verrà presentata la seconda fase del progetto con uno specifico gruppo di lavori, le Proiezioni a luce fissa e le Proiezioni a luce polarizzata, realizzate negli anni cinquanta del secolo scorso, con cui l’artista porta a compimento la sua ricerca volta a conquistare una nuova spazialità oltre la realtà bidimensionale dell’opera.
Questo inedito ed eccezionale corpo artistico è stato raccolto e reso fruibile, grazie all’autorialità della stessa Miroslava Hajek, mediante un processo di digitalizzazione.
Le opere sono state raccolte, studiate e conservate dalla Hajek, storica dell’arte, curatrice e gallerista di fama internazionale, su proposta dello stesso Munari, nell’analisi critica del suo lavoro artistico e con la quale l’artista realizza la collezione ragionata delle sue opere strutturata in modo cronologico in grado di descriverne l’intero percorso creativo.
A partire dalla prima fase espositiva di febbraio, inoltre, il Centro Trevi piazza delle cultura è perno di un processo laboratoriale e di una rete di collaborazioni sul territorio: verranno attivati vari partner, attraverso laboratori e performance, in un transito di comunicazione tra i vari linguaggi espressivi, in un work in progress di azioni e proiezioni che si estenderanno alla città in spazi chiusi e aperti, in un luogo “altro” da sé, dove corpo, gestualità, musica e proiezioni multimediali possano dialogare tra loro e creare differenti livelli esperienziali di percezione sensoriale e visiva.
Progetto didattico a cura di Gruppo Immagine.
Ufficio Stampa: Roberta Melasecca
Inaugurazione: 7 febbraio 2020 ore 18:00