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Omaggi alle artiste: Mirella Bentivoglio. Lapide a Hravat
martedì 3 Settembre 2019 - domenica 13 Ottobre 2019
sede: Galleria d’Arte Moderna di Roma (Roma).
Ricomposta e riallestita dopo molti decenni appositamente per questa occasione, l’installazione di Mirella Bentivoglio “Lapide a Hravat” è composta da un libro in marmo e varie cravatte in plexiglas e pietra.
L’installazione chiude il ciclo “Omaggi alle artiste” che ha impreziosito la mostra “Donne. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione” attraverso le opere di cinque artiste: Marina Abramovic, Carla Accardi, Mirella Bentivoglio, Maria Lai e Titina Maselli. Le cinque opere sono state un’occasione unica per riflettere su alcune delle più eccezionali protagoniste dell’arte “al femminile” del Novecento e sulle differenti modalità di intendere il proprio impegno nell’ambito artistico e pubblico.
Per comprendere il significato di quest’ultimo omaggio occorre ricordare che Mirella Bentivoglio inizia il proprio percorso artistico come poetessa e che, nella seconda metà degli anni Sessanta, constatando l’insufficienza del linguaggio verbale, inizia a giocare con i suoi elementi basilari, isolando dalla frase parole, sillabe e singole lettere, presentate semplicemente nella loro immagine iconica o replicate e combinate variamente, insieme con immagini e oggetti reali. È una poetica volta a rintracciare nell’astrazione del linguaggio la radice materica, concreta, primaria, secondo un’attitudine squisitamente femminile a preferire al dato logico-formale quello esperienziale.
Tra i principali simboli utilizzati dalla Bentivoglio vi sono l’uovo, l’albero e il libro. Negli anni Settanta compaiono i primi volumi in pietra, simboli potenti e archetipici della dimensione intellettuale e della cultura, con molteplici riferimenti alla pietra tombale, ai laterizi usati nelle costruzioni, alle tavole della Legge della tradizione ebraico-cristiana.
“Lapide a Hravat” gioca sull’ambiguità di significato e lo slittamento di senso: allude all’etimologia della parola croata hravat, che significa “strozzare”, e all’uso che i soldati croati facevano di un fazzoletto portato al collo come strumento di morte. La cravatta rimanda inoltre in modo sinistro al linguaggio mafioso e gergale, in cui “mettere la cravatta” e “fare la cravatta” si riferiscono alla pratica dell’usura. Parallelamente, però, la cravatta è anche simbolo di rispettabilità ed eleganza nell’abbigliamento contemporaneo dell’uomo occidentale.
Particolarmente accattivante risulta la scelta dei materiali: Bentivoglio ha selezionato marmi di diversa trama e colore, provenienti dall’Europa e da altri continenti, ora lisci ora grumosi, ora omogenei ora striati. Il sapiente utilizzo delle pietre naturali e del plexiglas, unito all’ingegnosa rifrazione dei significati, rende “Lapide a Hravat” un dispositivo semantico complesso, una sofisticata metafora dove morte e sopraffazione si combinano in modo suggestivo e straniante con il ruolo vitale e costruttivo della cultura.