sede: Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini (Roma).
Nell’ambito della rassegna Libri Barberini / Corsini, a cura di Silvia Pedone, mercoledì 5 dicembre 2018 alle ore 18:00, si terrà nella sede di Palazzo Barberini la presentazione del volume “Bernini scultore. Il difficile dialogo con la modernità “, di Luisa Simonato (Electa, 2018).
Ne parleranno: Flavio Fergonzi, Joris van Gastel, Silvia Ginzburg.
Bernini corruttore delle arti, Bernini smorfioso, Bernini pittorico e tirannico, Bernini arcinaturalista o, tutto il suo contrario, Bernini ammanierato. Bernini dell’Apollo e Dafne e Bernini del David. E infine Bernini barocco. Completamente inedita, questa avventura critica nella fortuna letteraria e visiva berniniana tra Otto e Novecento apre uno scenario in cui i protagonisti non sono solo figure di primo piano della storia dell’arte quali Jacob Burckhardt e Heinrich Wölfflin, Adolfo Venturi e Roberto Longhi, ma anche scrittori come Gabriele d’Annunzio e soprattutto artisti, da Vincenzo Vela a Umberto Boccioni, da Jean-Baptiste Carpeaux a John Singer Sargent.
Condotto proponendo ricchi confronti visivi, lo studio lascia emergere l’immagine dale tinte forti che la modernità ha associato a Bernini scultore, rendendolo di fatto un’importante cartina al tornasole per definire sé stessa, nella prassi artistica e nella teoria.
Articolato in tre capitoli, il volume affronta nel primo le origini settecentesche di alcuni giudizi che si consolidarono nell’Ottocento e spesso agirono in modo innovativo anche sul lessico della critica, oltre che nell’elaborazione di nuovi approcci teorici alla scultura.
Nel secondo capitolo, centrale è il tema del ‘naturalismo’ berniniano, nella sua duplice anima sacra e profana, tra Kunstwissenschaft tedesca e tradizione scultorea francese.
Il terzo è dedicato a Roma capitale, dallo scorcio del XIX secolo fino all’avvento del Fascismo: gli sforzi per identificare in Bernini un nuovo eroe dell’Italia unita, il suo rapporto con la città , la curiosità degli artisti moderni.
Scritto non senza ironia nel rilevare le vivaci contraddizioni della storiografia, i cortocircuiti della retorica e le oscillazioni del gusto, il saggio si offre anche come un punto di osservazione, propositivo e privilegiato, per tornare a riflettere sul grande artista e sulla complessità storica della sua definizione critica.
Ufficio Stampa: Maria Bonmassar
