Presentazione di “Index G” con Piergiorgio Casotti ed Emanuele Brutti

sede: Spazi Fotografici (Online).

Mercoledì 28 aprile, alle 19, in una nuova diretta Facebook, Spazi Fotografici presenterà Index G, il libro di Piergiorgio Casotti ed Emanuele Brutti, pubblicato da Skinnerboox nel 2018.
Una nuova conversazione a quattro, cioè con gli autori e con Fiorenza Pinna, curatrice del libro, a scoprire il complesso lavoro realizzato a partire da St. Louis e da poco incluso nella mostra curata da Paul Graham all’ICP di New York, “But Still, It Turns. Recent Photography from the World”.

Il libro, già vincitore del Premio Marco Bastianelli nel 2019, oltre che finalista a Kassel, Arles e PhotoEspana, si presenta con un design tagliente ma elegante, mettendo insieme fotografie in bianco e nero, a colori e – grazie alla penna di Casotti – parole in sceneggiatura. Una struttura inedita, costruita con la progettazione sapiente di Fiorenza Pinna, a provocare per lo più – e volutamente – un senso di disagio, estraneità, incertezza: “Sentiamo che qualcosa non va, ma non sappiamo esattamente cosa”, dice Casotti in un’intervista. Il punto di partenza – come indicato dal titolo – è l’indice Gini, misura statistica di disuguaglianza, utilizzata anche per misurare la segregazione residenziale, che nel tempo – ci dicono gli autori – ha cambiato scala: essa “si è ridotta in alcuni livelli geografici (quartiere-quartiere) aumentando però su altre scale spaziali (da città a periferia o da sobborgo a periferia)”. Da qui la scelta, dopo diverse ricerche, di concentrarsi su St. Louis, una delle città con maggiori problemi di razzismo degli Stati Uniti d’America. Lì le strade testimoniano le tensioni, le contraddizioni, la differenza. Dal testo di presentazione del lavoro si legge: “È sulla percezione sottile del fallimento (umano) che questo lavoro si concentra. L’idea di una discontinuità tra sistemi spaziali umani adiacenti. Con l’uso insolito e intrigante di testo/poesia e immagini reali si cerca di sbilanciare lo spettatore spingendolo a percepire un senso di stranezza e anomalia. Come in un dialogo visivo tra Carver e Hopper, questo lavoro si svolge come un’opera teatrale del silenzio, fatta di assenza di personaggi e delle loro storie peculiari, in cui le cose viste e raccontate rimangono non dette e sospese nel tempo, in quel momento specifico di incertezza in bilico tra qualcosa di inafferrabile appena accaduto o la sensazione eccitante che qualcosa accadrà presto. Nulla accade apparentemente, ma la storia si svolge nel silenzio delle vite”.

La presentazione, organizzata in occasione della mostra (con pubblicazione MACK) all’ICP di New York ma anche a ridosso di una prossima importante tappa – in Italia – nell’imminente edizione di Fotografia Europea, offre la possibilità di riprendere un lavoro che continua a parlare riacquistando anzi oggi una nuova significatività. Per seguirla e fare domande a Casotti, Brutti e Pinna basta collegarsi all’evento Facebook dedicato.
Alla pagina di Spazi Fotografici informazioni e link utili a scoprire meglio il progetto e/o acquistare il libro.