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Presentazione libro: “La dittatura della fantasia. Collage autobiografico di Remo Bianco”

martedì 14 Giugno 2022 @ 17:00

Presentazione libro: "La dittatura della fantasia. Collage autobiografico di Remo Bianco"

sede: Biblioteca Universitaria di Pavia (Pavia).

Martedì 14 giugno ore 17.00, la Biblioteca Universitaria di Pavia ospita la presentazione del volume “La dittatura della fantasia. Collage autobiografico. Autobiografia di Remo Bianco“.
Intervengono Sharon Hecker, storica dell’arte; Adriano Altamira, artista e storico dell’arte.
Introduce Riccardo Gianni, Presidente Fondazione Remo Bianco.

Animate dallo stesso afflato sperimentale che caratterizzò l’arte europea dall’immediato dopoguerra fino alla fine degli anni settanta, queste memorie d’artista non contengono solo ricordi biografici, ma sono un’esplosione di illuminazioni e di riflessioni sull’arte, assemblate seguendo l’ordine casuale dei collage. Con una prefazione di Sharon Hecker.

Un lungo ricovero nel reparto di cardiologia costringe Remo Bianco a sospendere l’intensa attività in studio e a fare il punto della propria vita, «come certi marinai in mare fanno il punto esatto della rotta, calcolando la distanza dall’obiettivo». Siamo nel 1982 e l’artista sente che il termine di questo viaggio, iniziato nel famigerato 1922, non è lontano. Alle sue spalle, quarant’anni dedicati alle più audaci sperimentazioni artistiche e uno sfaccettato corpus di opere spesso in anticipo sui tempi: dal periodo spazialista sotto l’ascendente di Fontana fino alle serie e alle performance più concettuali ideate con la complicità di Carlo e Renato Cardazzo, passando per quei Collages avviati all’indomani della scoperta di Pollock e che ora gli suggeriscono il metodo con cui ricucire insieme le proprie memorie.
Perché fra un’urografia e una gastroscopia sembra proprio che Bianco si diverta a scompaginare i tasselli della propria esistenza per poi riassemblarli evitando il banale ordine in cui si susseguono nascita, infanzia, adolescenza, maturità e preferendo, come nei suoi collage, un ordine “zigzaghino come un torrentello in primavera” che assecondi il suo temperamento anarcoide. Così, ricordi, pensieri sull’arte, idee per opere future e progetti incompiuti, note a margine dei libri letti si intrecciano e si sovrappongono. Ogni pagina di questi “appunti” ci illustra l’eclettica facoltà di Bianco di accogliere tutto quanto la vita gli offre – amori, letture, incontri, viaggi – piegandolo alle proprie esigenze, trasformandolo in intuizioni poetiche e folli, come quella di sostituire al campanile di San Marco un’enorme Pagoda.
A puntellare questo coacervo di pensieri in libertà, alcuni aneddoti circostanziati, dai risvolti comici e a tratti licenziosi. Per Bianco dire autobiografico «equivale a mostrare le proprie mutande sporche, ovvero a dire la verità» e così ci racconta episodi della sua vita senza risparmiarci i dettagli più scandalosi. Vengono rievocate alcune figure determinanti nella sua carriera di artista, primo fra tutti Filippo de Pisis, un mentore più che un maestro; ma anche la famiglia Cardazzo e il fertile ambiente artistico e culturale sorto attorno alle gallerie del Naviglio e del Cavallino, frequentato da Beniamino Joppolo con cui Remo stringerà amicizia; e poi il francese Raymond Hains, di cui ammira la fantasia sfrenata, la cultura inesauribile ma soprattutto la strabiliante capacità di travolgere l’interlocutore con acrobatici giochi di parole.
Anche Bianco ama scherzare con le parole e con i paradossi e a più riprese si immagina nei panni del dittatore che mette il mondo intero sotto il giogo della propria fantasia. A tratti gioca a nascondino con il lettore, e forse anche con se stesso, adottando, in questo libro costruito a piccole inquadrature sconnesse, una sequela di tattiche di spaesamento, ribaltamento, negazione. Calato nello spazio del racconto, «dove tutti siamo un po’ bugiardi», l’artista si muove sul crinale fra vita e arte, fatti e finzione, senza volersi né potersi mai schierare da una parte o dall’altra.

Remo Bianco (1922-1988), artista poliedrico e di difficile classificazione, ha ricoperto un ruolo di primo piano nelle scene artistiche più fervide dal dopoguerra in poi. Muove i primi passi sotto l’ala di Filippo de Pisis e negli Stati Uniti conosce l’Action Painting di Pollock e l’Espressionismo Astratto. A Milano si avvicina allo Spazialismo di Lucio Fontana e all’ambiente culturale di Carlo Cardazzo, inaugurando così l’importante e duraturo rapporto che lo legherà alle Gallerie del Naviglio e del Cavallino lungo tutto l’arco della sua carriera. Negli anni settanta consolida i rapporti con Parigi, in particolare con il critico Pierre Restany e con l’artista Raymond Hains. La sua ricerca è caratterizzata da una grande vivacità creativa e da continue sperimentazioni, da cui nascono cicli di opere che reinventano in modo personale i linguaggi più moderni, tra cui i Collages, le Impronte, i Tableaux dorés, le Appropriazioni, l’Arte Chimica e i Quadri viventi.

Presentazione libro: "La dittatura della fantasia. Collage autobiografico di Remo Bianco"

Dettagli

Data:
martedì 14 Giugno 2022
Ora:
17:00
Categoria Evento:
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Luogo

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Pavia, 27100 Italia
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