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Prima. Che io possa andare oltre – Mostra collettiva
venerdì 18 Ottobre 2024 - sabato 11 Gennaio 2025
sede: Palazzo Martinengo di Villagana (Brescia).
cura: Giovanna Zabotti.
L’esposizione, la cui curatela è affidata a Giovanna Zabotti con la collaborazione di Chiara Grandesso e Silvia Moretti, approfondisce il tema del talento femminile ponendo la corporate collection di BPER Banca in un dialogo aperto che attraversa diverse epoche e geografie della storia dell’arte e prende in esame i diversi linguaggi della creatività. La Galleria BPER Banca propone un percorso multisensoriale che intende coinvolgere il pubblico in una riflessione collettiva sulla necessità di far emergere e valorizzare le capacità imprenditoriali al femminile, in particolare nelle realtà culturali e artistiche.
“Prima. Che io possa andare oltre” punta, infatti, i riflettori sull’esperienza artistica di una serie di donne che hanno fatto del proprio talento una professione e aperto la strada a coloro che le hanno seguite. Il punto di vista privilegiato per costruire questo percorso, che travalica i confini linguistici tra le arti visive così come quelli temporali, è la collezione BPER Banca che offre prestigiosi esempi della maestria pittorica di una delle artiste più significative del Barocco bolognese, che si è contraddistinta per la tenacia con cui ha tradotto le proprie capacità in una realtà imprenditoriale: l’artista Elisabetta Sirani (Bologna, 1638 – Bologna, 1665).
A partire dalle tele secentesche della maestra Sirani, l’allestimento abbraccia media differenti e artiste di epoche distanti, coinvolgendo l’opera della maestra dell’astrattismo italiano Carla Accardi (Trapani, 1924 – Roma, 2014), il lavoro dell’artista femminista Stefania Galegati (Bagnacavallo, Ravenna, 1973), le tavole disegnate da Ana Kapor, gli specchi del duo Goldschmied & Chiari (Sara Goldschmied – Arzignano, Vicenza, 1975; Eleonora Chiari – Roma, 1971), il vetro di Marina e Susanna Sent (a Murano dal 1993), sino alle poesie di Alessandra Baldoni (Perugia, 1976), che legano insieme le realizzazioni di queste autrici attraverso la parola. Il titolo della mostra gioca sul doppio significato della parola “prima”, termine che racchiude in sé le dimensioni del tempo e dello spazio oltre che il riferimento all’eccellenza del risultato. Partendo da un passato dove la presenza femminile in campo artistico tendeva a essere ignorata o sminuita, ma che ha comunque dato vita a delle esperienze che sono state di stimolo e ispirazione per le generazioni a venire, la mostra instaura un forte dialogo con una contemporaneità densa di figure femminili che spiccano per il proprio talento e la propria unicità.
«Questo progetto espositivo nasce da un processo di scambio e dialogo continuo con un gruppo di lavoro composto da donne e professioniste – spiega la curatrice Giovanna Zabotti – che per vari motivi hanno dimostrato di poter essere considerate per ciò che sono e ciò che fanno, anche in ruoli tradizionalmente riconducibili all’attività maschile. Insieme a loro e al team de La Galleria BPER Banca abbiamo concepito una mostra piena di forza e di energia, che restituisce voce a donne che con coraggio e grinta si sono “impossessate” per la prima volta di ruoli considerati di dominio maschile in cui hanno eccelso. Questo stupore verso il successo femminile in determinati ambiti si sperimenta ancora oggi ma la volontà è che non si debba parlare più di prime volte ma che, appunto, si possa andare oltre.»
Fil rouge tra le opere in mostra è la poesia che induce il visitatore a osservare l’intersezione tra le diverse forme del pensiero creativo. La poesia è intesa come strumento di riflessione e introspezione, un modo straordinario ed efficace per mettere in dialogo opere, stili ed epoche apparentemente diverse e, al contempo, per coinvolgere il pubblico in un itinerario che sia anche emozionale.
La mostra include infatti i componimenti poetici di Alessandra Baldoni, invitata a interpretare con le parole i lavori presentati. Di Alessandra Baldoni anche l’installazione site-specific che apre la mostra intitolata “l’universo non ha centro” composta da otto scrigni/libro in ferro e vetro che, con versi e immagini, in un gioco di luci e ombre, raccontano cosa sia il talento e come venga percepito.
Il percorso espositivo inizia con due opere di Elisabetta Sirani (1638 – 1665), provenienti dal nucleo storico della corporate collection di BPER Banca. Le qualità eccezionali dell’artista negli ambiti della pittura, del disegno e dell’incisione le fanno ottenere nel 1660 l’ammissione all’Accademia nazionale di San Luca a Bologna come docente, trasformandola in breve tempo nell’artista donna più celebrata del periodo, alla guida dell’importante bottega appartenuta al padre Andrea Sirani, e – nella prima – direttrice di una scuola di pittura femminile. In mostra per l’occasione i dipinti Madonna che allatta il Bambino (1658) e San Giovannino nel deserto (1660), sintesi perfetta dello stile pittorico espressivo e veloce che caratterizza il lavoro di Elisabetta Sirani.
La mostra prosegue con un focus sul lavoro di Carla Accardi (1924 – 2014), tra gli artisti più significativi del secondo dopoguerra in Italia e unica donna del Gruppo Forma 1, di ispirazione formalista e marxista, nato a Roma intorno all’omonima rivista alla fine degli anni Quaranta.
Carla Accardi è una delle prime donne italiane a dedicarsi all’astrattismo, la sua ricerca artistica si basa su due cardini principali: dal punto di vista tecnico la riduzione delle forme e dei segni all’essenziale e l’eliminazione di ogni significato simbolico o allegorico della composizione, dal punto di vista teorico l’impegno nel dimostrare che le artiste donne non devono necessariamente essere autrici di un’arte delicata nei temi e nelle cromie per via del loro genere, al contrario possono essere libere di rappresentare messaggi forti, al pari dei colleghi uomini.
L’acrilico su tela dal titolo Rosso-nero (1985), proveniente dalla raccolta corporate di BPER, rappresenta in sintesi il lavoro di un’artista che tra gli anni Sessanta e Ottanta ha rivoluzionato il concetto di opera d’arte, promuovendo al contempo numerose istanze femministe e aprendo così la strada alla ricerca di numerose artiste contemporanee. Accompagna l’opera l’allestimento di una panchina rossa, richiamo alla lotta contro la violenza sulle donne.
In mostra, per l’occasione, i dipinti Soledad (2024) e Il silenzio del luogo (2024) di Ana Kapor e Isola #49 (2021) di Stefania Galegati, opera vincitrice della prima edizione del BPER Prize, il premio di BPER Banca dedicato alle tematiche dell’inclusione e della valorizzazione del talento femminile, promosso in occasione di Arte Fiera Bologna a febbraio 2024.
La mostra si conclude con un focus dedicato al vetro che include il lavoro del duo al femminile Goldschmied & Chiari, un unicum nel panorama artistico contemporaneo italiano, che si distingue per l’esplorazione multimediale di tematiche che spaziano dal femminismo all’ecologia. In occasione di “Prima. Che io possa andare oltre” accanto all’opera Untitled View (2020), sono presentate le creazioni originali di un altro duo creativo: Marina e Susanna Sent, titolari di un prestigioso laboratorio d’arte a Murano, che raccoglie l’eredità di generazioni di maestri del vetro, che si sono affermate per la realizzazione di gioielli e sculture in vetro dal design unico e originale, imponendosi in un ambito da sempre appannaggio dell’artigianato maschile.
Immagine in evidenza
Goldschmied & Chiari, “Untitled view”, 2020, stampa su vetro e specchio, 80 x 100 cm,
courtesy Galleria Poggiali, Firenze, Milano (part.)