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Private Collection Vol. 1 – Lorenzo Marini

sede: My Own Gallery (Milano).
cura: Sabino Maria Frassà.
La mostra dedicata a Lorenzo Marini, esponente della Type Art, ideata e curata da Sabino Maria Frassà, rappresenta il primo di una serie di progetti espositivi volti a raccontare e condividere con il pubblico e la collettività il ruolo e il “risultato” del collezionismo in Italia.
Quale, dunque, è il ruolo del mecenatismo e del collezionismo oggi?
Il mecenatismo e il supporto all’arte fanno parte del DNA di Milano, città che da sempre ha avuto in privati cittadini illuminati uno dei principali motori sociali ed economici. Si tratta di un supporto discreto e tempestivo alle eccellenze artistiche nella fase di progettazione e produzione. Questo rapporto virtuoso tra mecenate e artista, tuttavia, presenta il limite di rischiare di essere elitario e accessibile solo a pochi privilegiati, che frequentano tali fortunate abitazioni. Cramum, pertanto, dà vita con questa mostra a una forma di “restituzione collettiva” e di condivisione della bellezza alla società.
Come ricorda Lorenzo Marini: “L’arte senza il mercato non sarebbe nulla. Trovare, perciò, un proprio pubblico e un proprio collezionismo rispettoso della propria poetica è un elemento fondamentale nella carriera di ogni artista. Devo molto alle persone che, senza pretesa di influenzarmi, hanno creduto in me e alla mia crescita. Questa mostra è un racconto bellissimo di un decennale rapporto di stima e di amicizia, che ha accompagnato la maturazione della mia arte nella liberazione delle lettere, delle parole e, infine, del pensiero.”
Le opere in mostra di Lorenzo Marini
“Private Collection Vol.1 – Lorenzo Marini” offre un’opportunità unica per esplorare le opere dell’artista raccolte nel corso degli anni da un noto e lungimirante collezionista milanese, che ha scelto di mantenere l’anonimato. Molti dei lavori non sono mai stati esposti al pubblico prima, in quanto si trovano in diverse residenze, non solo milanesi.
Sabino Maria Frassà introduce la mostra spiegando che “il percorso espositivo indaga il potere delle lettere come fondamento del nostro pensiero e della nostra esistenza: dalla gioia espressa nei primi alfabeti all’annichilimento visualizzato nelle opere più recenti, i cosiddetti “Buchi Neri”.
La mostra si apre con la presentazione di questi ultimi lavori intitolati in modo suggestivo dall’artista “Where Unspoken Words End”. Appena presentati a Miami questi quadri rivelano un profondo interrogativo sul futuro della comunicazione, trasversale a tutta la ricerca espressiva di Marini, il quale non può che interrogarsi oggi dove finiscano le moltitudini di parole dette: che senso hanno? Sono promesse dimenticate o semplicemente dissipate nell’aria? Il buco nero, presente nelle nostre galassie, diventa un simbolo che assorbe sia lo spazio che il tempo, aprendo a interpretazioni suggestive sulla natura delle parole e sulla loro possibile scomparsa in una dimensione sconosciuta. In queste opere le lettere, “liberate” da secoli di contestualizzazioni, si uniscono in vortici senza formare parole complete. L’assenza di punteggiatura contribuisce a creare un discorso apparentemente impossibile, una destrutturazione delle lettere che, unite, formano un non senso dominante nelle nostre vite. Tuttavia, l’artista cerca anche di intravedere una speranza nello stesso “buco nero”, inteso come un punto catartico della nostra comunicazione. Potrebbe essere un portale verso un’altra dimensione, dove le parole liberate trovano una destinazione sconosciuta, diventando simboli e portatori di una pura bellezza, nuova protagonista della nostra esistenza”.
La mostra perciò unisce i tantissimi dubbi dei giorni d’oggi con una visione pragmatica e fiduciosa nell’avvenire. Un messaggio che Cramum fa proprio in questa operazione di “restituzione” artistico-sociale alla collettività.
L’arte di Lorenzo Marini
“La ricerca artistica di Lorenzo Marini si basa su anni di esperienza come creative director e pubblicitario, dove il linguaggio, le parole e la comunicazione sono stati e continuano a essere gli strumenti principali […] Caposcuola della Type Art dal 2016, Marini, con il movimento da lui fondato, si propone di liberare le lettere, ponendo l’attenzione sull’estetica e sul significato del segno grafico. Questo movimento è parte di una più ampia indagine sul futuro della comunicazione e del linguaggio. Ogni lettera nelle opere di Marini diventa un elemento di un puzzle che racconta storie, suscita emozioni e solleva interrogativi. Invita gli spettatori a sperimentare la magia delle lettere, coglierne il significato più profondo e riflettere sul potenziale comunicativo e stimolante delle stesse. L’artista sfida a guardare oltre le parole, a scoprire nuovi modi di comunicare e interpretare il mondo, sempre più visivo ma anche sempre più divisivo. […] Attraverso le sue opere, Marini invita a riflettere sulla velocità della trasformazione del linguaggio e sulla fusione tra sintassi tradizionale, immagini, loghi e persino emoticons”.
(Sabino Maria Frassà)
Inaugurazione
giovedì 11 gennaio dalle ore 18.00
Informazioni
02 581518