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Quayola. Nature – Process – Synthesis
sabato 17 Febbraio 2018 - sabato 24 Marzo 2018
sede: Marignana Arte (Venezia).
cura: Federica Patti.
Con una soluzione espositiva pensata appositamente per gli spazi della project room, Marignana Arte presenta un focus dedicato a Quayola (Roma, 1982), uno degli artisti digitali più riconosciuti nel panorama mondiale, a cura di Federica Patti.
In stretta connessione con la mostra “E-merging Nature” sono presentati video e stampe della serie Remains, immagini generate al computer partendo da scansioni laser 3D di paesaggi naturali, nei quali l’altissima risoluzione dei file ottenuti e del successivo processo di rendering consente di raggiungere un livello di definizione dell’immagine pressoché infinito e perfetto.
La natura qui è descritta in termini di linee geometriche asciutte, colori RGB su fondo nero, come se un’improvvisa glaciazione avesse congelato i soggetti durante la mutazione da oggetto reale a raffigurazione astratta.
Dopo essere stati analizzati attraverso l’occhio della macchina, gli elementi naturali sono riconvertiti secondo nuove modalità di sintesi visiva, risultato del rapporto fra uomo, natura, arte e tecnologia, alterando i dati video con complessi filtri computazionali adatti ad esaltare i sistemi di movimento.
Lo stile di Quayola è inconfondibile: una computer vision che prende come base soggetti famosi, e genera composizioni ponderate, brillanti e ultradefinite, movimenti eleganti e narrazioni coinvolgenti e un’ aurea di immediatezza trasparente che convincono fino a commuovere.
Esperienze autentiche, che lasciano intravedere il funzionamento della tecnologia utilizzata, la rendono amabile nella sua potenza espressiva, favorendo anche nello spettatore digitalmente naive la presa di consapevolezza dell’intero processo (da quello di creazione a quello di fruizione), non solo del prodotto finale.
Oltre alla padronanza del mezzo, però, il carattere distintivo, la vera forza della sua produzione è l’originalità espressiva che riesce a infondere nella restituzione finale dei suoi lavori, grazie al costante dialogo costruttivo instaurato fra tradizione e contemporaneità.
La sua poetica eleva i sistemi tecnologici computazionali al ruolo di intelligenze artistiche sintetiche, asserti semi artificiali, usando i codici per realizzare opere d’arte.
Ci poniamo così di fronte ai lavori di Quayola con la stessa attitudine con cui ci porremmo di fronte ad un’opera d’arte totale, capace di traslare il dispiegarsi delle forze primordiali della natura: intuiamo gli elementi – naturali e tecnologici – in atto, li contempliamo, ma sentiamo che ci sovrastano, che non possiamo comprenderli razionalmente, tantomeno controllarli.
Gli stimoli sensoriali si moltiplicano, lasciando scaturire un tripudio di emozioni; l’ammaliante incommensurabilità dei media si dispiega e ci infonde uno stato di spaesamento euforico, perturbante delizia: una specie di magia affascinante, mai opprimente, ottenuta per somma e non sottrazione, utilizzando al massimo della loro espressività soggetti e strumenti a noi affini, che non sapevamo potessero indossare queste vesti così artistiche.