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R.E.M.I.D.A. The gold factory
sabato 11 Dicembre 2021 - domenica 27 Marzo 2022
sede: MACIST Museum (Biella).
cura: Mark Bertazzoli.
I R.E.M.I.D.A., artisti che intendono rivelare attraverso l’oro l’alchimia dell’arte, giungono per la prima volta a Biella con le loro opere eleganti, irridenti e simboliche. Un insieme di sculture recenti, tutte rivestite dalla sfavillante foglia oro, ricondurrà le stanze del MACIST alla loro antica origine, facendo risorgere l’antica “fabbrica dell’oro”.
Il viaggio artistico dei R.E.M.I.D.A.inizia nel 1997, quando decidono di dare vita a nuove forme e creare le prime installazioni utilizzando la foglia oro, materiale che ricopre integralmente le loro sculture e rende qualsiasi oggetto di recupero o immagine un’opera d’arte allegorica, ironica e raffinata. La metamorfosi in oro lucente conferisce alle opere il dono dell’eternità e celebra gli oggetti della nostra quotidianità, suggestivi e a volte inutili, la cui transitorietà viene per sempre annullata dalla creazione artistica.
La filosofia del riciclo è sempre preminente nel lavoro dei R.E.M.I.D.A. Essi, infatti, non si limitano solamente a foderare d’oro oggetti fragili e destinati all’oblio, ma perseguono saggiamente la via del riuso dei materiali, in quanto le loro opere vengono molto spesso scomposte e riciclate per la realizzazione di altri lavori, di soggetti inediti e pensieri più attuali. Oltre al poliedrico impiego di molteplici oggetti di recupero, i R.E.M.I.D.A.si concentrano sovente anche sulle immagini, “scatole” che racchiudono storie uniche e dense di emozioni. É guardando queste originali rappresentazioni, congiunte ancora una volta con l’oro, che prevale una forte connotazione etica ed emergono in modo eloquente tutte le questioni sociali della società contemporanea. Del resto, il celebre mito greco avente per protagonista il re frigio Mida, colui che ricevette il nefasto “tocco d’oro” dal dio Dioniso, è quanto mai attuale nella società globale di oggi. Una civiltà vittima della cupidigia e un mondo sommerso dai rifiuti del consumismo.
The Gold Factory non è soltanto un riferimento alla tecnica “aurea” dei R.E.M.I.D.A., sempre indirizzati – in contrapposizione a certe tendenze concettuali – verso un’artigianalità manuale del fare arte, ma è anche un omaggio allo storico edificio che ospita il MACIST Museum: “La Fabbrica dell’Oro”. Esempio di archeologia industriale, l’antico stabile venne costruito nel 1901 dal biellese Giovanni Gualino (padre del più famoso Riccardo, grande imprenditore e proverbiale collezionista d’arte) e costituì, per diversi anni, uno dei centri nevralgici dell’arte orafa nell’Italia di inizio novecento. Prendendo altresì spunto da molte pagine di storia dell’arte rinascimentale, The Gold Factory intende anche indagare, proprio grazie alle suggestioni che vengono generate dal passato di un luogo – un opificio unico nel suo genere-, il rapporto tra arte e oreficeria, e ricordare le affinità e le analogie, che sono sempre esistite, tra artisti e orafi.
L’esposizione costituisce un avvincente excursus sulla produzione più attuale dei R.E.M.I.D.A.: assemblages di elementi che ispirano allo stesso tempo attrazione e inquietudine, in grado di ben rappresentare la loro più autentica cifra espressiva, in cui l’ironia diventa uno strumento di riflessione sul mondo contemporaneo, sulla società dei consumi e anche sul sistema dell’arte. Un sistema fatto spesso di ambiguità dove, da sempre, “non tutto quel ch’è oro brilla”. E proprio a proposito del metallo più nobile, di ready-made e di considerazioni sul mercato dell’arte, vale qui la pena ricordare almeno la celeberrima Merda d’artista di Piero Manzoni (1961), venduta a 300 grammi d’oro zecchino, e la provocatoria America (2008), un wc in oro a 18 carati installato da Maurizio Cattelan in una piccola stanza del Guggenheim di New York.
Mark Bertazzoli
Inaugurazione
sabato 11 dicembre 2021, ore 17.00