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Ragusa – Eventi e luoghi di interesse
lunedì 1 Gennaio 2018 - giovedì 31 Dicembre 2020
sede: Varie Sedi (Ragusa).
Ragusa è chiamata la “città dei ponti”, per la presenza di tre strutture molto pittoresche e di valore storico, ma è stata definita anche da letterati, artisti ed economisti come “l’isola nell’isola” o “l’altra Sicilia”, grazie alla sua storia e ad un contesto socio-economico molto diverso dal resto dell’isola. Nel 1693 un devastante terremoto causò la distruzione quasi totale dell’intera città, mietendo più di cinquemila vittime. La ricostruzione, avvenuta nel XVIII secolo, la divise in due grandi quartieri: da una parte Ragusa superiore, situata sull’altopiano, dall’altra Ragusa Ibla, sorta dalle rovine dell’antica città e ricostruita secondo l’antico impianto medioevale.
I capolavori architettonici costruiti dopo il terremoto, insieme a tutti quelli presenti nel Val di Noto, sono stati dichiarati nel 2002 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Ragusa è uno dei luoghi più importanti per la presenza di testimonianze d’arte barocca, come le sue chiese ed i suoi palazzi settecenteschi.
Sito istituzionale
http://www.comune.ragusa.gov.it/
Eventi a Ragusa
http://www.comune.ragusa.gov.it/cultura/archivi/rgeventi.html
Eventi
Ragusa ospita ormai da diversi anni vari eventi e manifestazioni internazionali.
Le principali manifestazioni cittadine sono:
IBLA Grand Prize
La Fondazione IBLA residente a New York, organizza un concorso annuale per cantanti, musicisti, compositori, pianisti, che si tiene ogni estate tra l’ultima settimana di giugno e la prima settimana di luglio. Gli artisti provengono in particolare dalla Cina, Russia e dagli USA, essi alla fine vengono premiati da una giuria internazionale. Ogni concorrente ha un giorno specifico durante il concorso, perciò il programma è molto vario. I vincitori vengono presentati alla Carnegie Hall di New York, alla Tokyo Opera City Hall e al Bolshoi di Mosca. Durante lo svolgimento dell’IBLA Grand Prize, oltre a concerti aperti al pubblico, viene anche offerta la possibilità ai concorrenti di partecipare ai Master Classes tenuti da una commissione di illustri musicisti membri della Giuria Internazionale.
Ibla Buskers
Appuntamento che si svolte da quattordici anni nelle prime settimane di ottobre, è il più importante dell’Italia meridionale per il suo genere, rappresenta la festa per eccellenza degli artisti di strada detti anche Buskers. Giocolieri, illusionisti, cantastorie, trapezisti e musicisti vengono per quattro giorni a Ibla da ogni parte del mondo per mostrare a tutti le loro abilità. Tantissima gente viene ad assistere a questa festa dove la strada è il palco degli artisti, dove la magia del barocco si fonde con i giochi dei trapezisti e con i sorrisi dei clown.
Artincontro
Rassegna di musica, poesia, pittura e scultura un appuntamento che si svolge nella seconda settimana di dicembre, è una manifestazione per la promozione di giovani artisti locali, alcuni dei quali alla prima esperienza espositiva, organizzata dall’associazione culturale “Officina 90”.
Iblamed
Festival Medievale di Ragusa, inteso a ricostruire gli usi e costumi dell’antica Ibla medievale, è composto da una serie di spettacoli, ma anche da tantissime conferenze a sfondo culturale.
Festival Organistico Internazionale
Rassegna che si svolge nel periodo tra i mesi di novembre e dicembre, mirata a valorizzare il notevole patrimonio organario e i numerosi organi delle numerose chiese della città: Ragusa, infatti, vanta una tradizione secolare dell’arte organaria. Scenario della più bella musica organistica sono le chiese barocche, quasi tutte dotate di organo. Per circa sei serate si esibiscono i più noti organisti italiani e stranieri spesso accompagnati da strumentisti o cantanti lirici.
Stagione Concertistica Internazionale Melodica
La stagione concertistica è attiva dal 1995 e comprende una serie di concerti di musica classica che si tengono nell’Auditorium della Camera di Commercio da novembre a maggio di ogni anno. Le esibizioni sono molto varie: recital solistici, concerti di musica da camera, concerti lirici, concerti di musica e poesia e concerti con orchestre. Gli artisti invitati in Melodica sono concertisti di fama nazionale ed internazionale, oltre che docenti presso Conservatori e Accademie di Musica, e non si esibiscono soltanto negli apprezzati concerti serali ma tengono anche lezioni-concerto per gli studenti delle scuole ragusane.
Festival ibleo del jazz
È una manifestazione alla quale partecipano jazzisti provenienti da diversi paesi del mondo, dura circa una settimana e si svolge a Ragusa Ibla presso la Sala Falcone-Borsellino.
Rally del Barocco
La competizione motoristica si svolge a fine aprile nello spettacolare paesaggio ibleo, inoltre è valevole per il Challenge di Zona della Coppa Italia.
CheeseArt Biennale
Biennale di Cultura e Scienza delle Tradizioni Casearie e Agro-Alimentari del Mediterraneo.
Addio all’estate
Si tiene il secondo sabato di settembre, è una festa per dare un tradizionale saluto alla stagione estiva. Si svolge a Marina di Ragusa dove per due giorni la cultura e la cucina tradizionale rappresentano un richiamo sia per i ragusani che per numerosi turisti. Nella località balneare è possibile visitare mostre fotografiche e di antiquariato, ed assistere a sfilate d’auto d’epoca e a manifestazioni ricreative di ogni genere. La domenica, a conclusione della serata, gli spettatori vengono intrattenuti, presso un molo, con una suggestiva gara di fuochi d’artificio che ha come cornice naturale il mare, offrendo così uno spettacolo di luci davvero suggestivo.
Estate Iblea
Nel periodo che va da luglio a settembre l’estate viene animata da una rassegna di spettacoli di vario genere che vedono come protagonisti numerose iniziative di Teatro, musica classica e leggera e balletto. La partecipazione di grandi Compagnie teatrali e di ballo dà vita a spettacoli di particolare rilevanza artistica, che vedono come scenario teatrale le località turistiche della città quali: Marina di Ragusa, Ragusa, Ibla e San Giacomo.
Motoraduno dei Monti Iblei
Un evento sportivo-culturale, che ogni agosto coinvolge i veri appassionati di mototurismo, provenienti dall’Italia e dal mondo. La manifestazione prevede due itinerari paralleli, uno enogastronomico l’altro artistico-culturale.
Evento Culturale-Accademia delle Prefi è una manifestazione d’arte che sotto diverse sfaccettature vuole promuovere artisti locali sottolineandone il talento e la sensibilità artistica, la manifestazione si svolge abitualmente nella prima decade di agosto.
Musei
Ragusa possiede alcuni musei, il museo archeologico cittadino è tra i più importanti in Europa per quanto riguarda reperti archeologici pre-ellenici. Inoltre a Ragusa si sta costruendo il Museo nazionale del tiro a volo e il Museo regionale dello sport che saranno ubicati vicino alla scuola regionale dello sport.
Museo archeologico ibleo
Il Museo archeologico ibleo di Ragusa è situato nei pressi di via Roma, attaccato alla testata nord del ponte nuovo. È situato al primo piano del palazzo Mediterraneo, realizzato alla fine degli anni cinquanta. Il museo ospita l’archeologia e la storia antica del territorio della provincia di Ragusa, dal neolitico fino alla tarda antichità.
Di particolare prestigio sono il “Guerriero di Castiglione” esposto nella sezione degli abitati siculi, parte di una necropoli di Kamarina e una delle fornaci per la cottura dell’argilla prelevata dal sito di Scornavacche e rimontata fedelmente all’interno del museo.
Museo archeologico regionale di Kamarina
Il museo archeologico presenta una vasta collezione di reperti archeologici che vanno dalla preistoria al periodo antico greco. Il museo è strutturato su tre padiglioni e sei sale e contiene varie tipologie di anfore, suppellettili, monete, corredi funerari, statuette devozionali, oltre che oggetti ed armi in selce risalenti alla preistoria..
Civica Raccolta Carmelo Cappello
Museo Diocesano
Museo della cattedrale di San Giovanni
Museo del duomo di San Giorgio
Museo naturale e delle miniere d’asfalto
Museo “L’Italia in Africa”
Museo civico di palazzo Zacco
Parco archeologico di Ragusa Ibla
Parco archeologico di Castiglione
Siti Archeogici
L’area iblea ha restituito diverse rilevanze archeologiche, nella zona di Fontana nuova, nei pressi di Marina di Ragusa, spetta il primato del più antico ritrovamento di testimonianze umane finora scoperto in Sicilia: in una grotta sono state ritrovati alcuni raschiatoi e lame da taglio in pietra scheggiata, risalenti a 30.000 anni fa. La maggior parte dei reperti si trovano al Museo archeologico ibleo.
Kamarina. La città antica era realizzata su tre colli, come testimoniano le tracce e le parti di mura arcaiche e una grande torre. Resti di case ellenistiche: Casa dell’altare, Casa dell’iscrizione e Casa del Mercante.
Monte Arcibessi. Nel territorio di Monte Arcibessi sono presenti insediamenti fortificati (“castellieri”) dell’età del Bronzo e dell’età del Ferro. Abitati preistorici, resti di insediamenti abitati greci arcaici, testimonianze di epoca ellenistico-romana e resti bizantini e medievali.
Kaukana. Resti archeologici di una città portuale greco-romana ed insediamento bizantino.
Resti di un’antica città siculo-greca, riscoperti a Ragusa Ibla; la quale è stata così soprannominata proprio dalla teoria cluveriana che identificava il suo sito con quello di Hybla Heraia.
Grotta delle Trabacche. Sito archeologico di architettura funebre a carattere monumentale dell’epoca romana e bizantina.
Le catacombe di Cava Celone risalenti ad un periodo precedente l’editto di tolleranza, emesso dall’imperatore Costantino nel 313 d.C.
Castiglione. Insediamento siculo-greco con resti di due ampi quartieri del VI secolo a.C., fortificazioni, strada urbana, un’area sacra ed una necropoli Greca.
Tra i ritrovamenti più importanti di tutta l’area iblea vi è il Guerriero di Castiglione un bassorilievo da un’unica lastra di calcare locale, raffigurante un armato a cavallo con destriero incedente verso sinistra, mentre l’estremità del blocco sono decorate con le protomi di un toro e di una sfinge.
Monumenti e luoghi d’interesse
Nel 2002 il centro storico di Ragusa per la sua architettura barocca è stato dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità, assieme ad altri sette comuni del Val di Noto.
La ricostruzione della città dopo il terremoto del 1693 ha avuto protagonisti famosi quali Vaccarini, Palma, Giovanni Vermexio, Sebastiano Ittar, Vincenzo Sinatra e soprattutto il celebre Rosario Gagliardi. Questi, con l’aiuto di uno stuolo di scultori locali e capomastri, ha contribuito a creare un fenomeno unico e particolare: il Barocco del Val di Noto. Esso è adornato dalla pietra locale, di volute, di vuoti e di pieni, di colonne e capitelli, di statue e di composizioni architettoniche, di cui probabilmente il Duomo di San Giorgio è la massima espressione. Già dalla fine del Cinquecento a Ragusa circolavano libri importanti quali I sette libri di architettura di Sebastiano Serlio, i Quattro libri dell’architettura di Andrea Palladio, le opere di Domenico Fontana ed altri testi di celebri architetti.
In generale il barocco ragusano è una rielaborazione di opere o disegni, spunto in cui si inserisce il gusto raffinato ed eclettico dell’artista, infatti molti mastri-scultori costituirono la base sulla quale la fantasia, l’estro e l’abilità di questi, riprodusse e personalizzò modelli e schemi, ricavando con la pietra locale, calda e dorata, effetti riferibili solo al barocco ibleo. La maggior parte del patrimonio artistico, con la sola eccezione della cattedrale di San Giovanni Battista e di qualche palazzo settecentesco, si trova nel quartiere antico di Ibla. Il solo quartiere di Ragusa Ibla contiene oltre cinquanta chiese, la maggior parte sono in stile tardo barocco. Anche i palazzi storici sono numerosi.
Di tutte le strutture edificate fra la tarda antichità e la fine del Seicento esistono solo frammenti: un breve tratto della cerchia di mura, nelle vicinanze della chiesa del S.S. Trovato, il portale di epoca sveva e la torre campanaria nella chiesa di San Francesco all’Immacolata, il portale dell’antica chiesa di San Giorgio, unico avanzo dell’antico tempio; la porta Walter, una delle porte che si aprivano nella cinta muraria di epoca bizantina; un piccolo portale gotico murato all’esterno della chiesa di Sant’Antonino; le cappelle annesse a una delle navate della chiesa di Santa Maria delle Scale; le sculture all’interno della sagrestia del Duomo di San Giorgio, datate 1570 attribuite ad Antonio Gagini, figlio del grande Antonello Gagini, morto nel 1536; alcuni frammenti della lapide del conte Bernardo Cabrera.
Architetture religiose
Portale di San Giorgio
Cattedrale di San Giovanni Battista; è fra le più grandi chiese della Sicilia, prima del terremoto sorgeva nella parte ovest della città, sotto le mura del castello. I capomastri Giuseppe Recupero e Giovanni Arcidiacono progettarono la riedificazione in stile barocco. Possiede una maestosa facciata, ricca di intagli e sculture, è divisa in cinque partiti da grandi colonne, sul lato sinistro svetta il campanile che si innalza per oltre 50 metri. L’interno è a croce latina, con presbiterio absidato, è diviso da tre ampie navate e quattordici colonne in pietra pece ragusana come anche il pavimento, costituita anche da intarsi in calcare bianco, mentre nel 1858 fu costruito il grande organo Serassi con l’ampia cantoria in legno scolpito e dorato. Dal 1950 la chiesa è sede della cattedra del vescovo e madre di tutte le chiese della diocesi. All’incrocio del transetto con la navata centrale, nel 1783, venne innalzata la cupola che, nei primi anni del secolo XX, fu rivestita con una copertura di lastre di rame, per eliminare le nocive infiltrazioni d’acqua piovana che ne stavano compromettendo la struttura. Nella prima metà del XIX secolo gli altari delle navate laterali originariamente in pietra calcarea riccamente scolpita e dorata, opera degli intagliatori ragusani della famiglia Cultraro, sono demoliti e trasformati in piccole cappelle, in cui vennero posti dei sobri altari in marmi policromi.
Duomo di San Giorgio; è una delle massime espressioni a livello mondiale dell’architettura sacra barocca. La chiesa antica sorgeva all’estremità est dell’abitato, dove si trova ancora l’antico portale. Fu riedificata al posto della chiesa di San Nicola, che fino al XVI secolo era stata di rito greco. Del progetto venne incaricato il grande architetto Rosario Gagliardi, si conservano tuttora le antiche tavole originali, esso è caratterizzato dalla monumentale facciata a torre che ingloba anche il campanile nel prospetto e termina con una cuspide a bulbo. La sua collocazione al termine di un’alta scalinata e la sua posizione obliqua rispetto alla piazza sottostante ne accentuano l’imponenza e gli effetti plastici. La cupola di gusto neoclassico a doppia calotta, poggiante su due fila di colonne sarebbe stata progettata dal capomastro ragusano Carmelo Cultraro, ispirandosi alla cupola del Pantheon di Parigi. All’interno si trovano le statue del Gagini e si trova inoltre il capolavoro della ditta Serassi che lo volle chiamare Organum maximum in quanto sintesi della migliore arte organaria all’epoca esistente composto da 3368 canne. Nelle cappelle delle navate laterali si trovano tele dei migliori artisti del settecento siciliano: D’Anna, Tresca, Manno. Sopra le porte laterali sono conservati i due simulacri che vengono portati in processione per le strade, durante la festa patronale di San Giorgio: la statua del Santo a cavallo opera dello scultore palermitano Bagnasco, che la realizzò nel 1874, e la grande cassa-reliquiario in lamina d’argento sbalzata, opera del 1818 dell’argentiere palermitano Domenico La Villa. Le finestre della navata centrale sono chiuse da vetri colorati, artisticamente istoriati: in tutta la chiesa ve ne sono ben 33, raffiguranti 13 episodi del Martirio di San Giorgio, 6 figure di Santi, 14 simboli vari, realizzati su disegni di Amalia Panigati. L’architettura trova corrispondenza non tanto nelle Chiese italiane, ma è molto più simile ai modelli dell’Europa del nord, come le chiese londinesi di Hawksmoor o quelle di Neumann in Franconia, che sviluppano in facciata il tema del partito centrale a torre.
Chiesa di Santa Maria dell’Itria; la chiesa di Maria Santissima dell’Itria è la chiesa commendale del Sovrano militare ordine di Malta sotto il titolo di San Giuliano, fondata dal barone Blandano Arezzi nel 1626, vicino all’ospedale col medesimo nome. Il nome deriva dal greco Odygitria (ovvero colei che indica il cammino). La chiesa, che è situata al centro dell’antico quartiere ebraico di “Cartellone”, non fu particolarmente colpita dal sisma, essa però venne ugualmente ampliata e modifica in stile barocco, diventando uno dei luoghi di culto più importanti del quartiere.
Chiesa di Santa Maria delle Scale; costruita nel XV secolo del cui periodo rimangono avanzi di un portale e di un pregevole pulpito in pietra in stile gotico.
Chiesa di San Filippo Neri; sorta intorno al XVII secolo grazie alla confraternita devota al santo, il prospetto molto semplice si affaccia su un piccolo sagrato ed è impreziosito dal portone d’ingresso. L’interno, ad aula, con una cappella sul lato destro, fu rimaneggiato alla fine dell’Ottocento.
Chiesa di Santa Maria dei Miracoli; venne edificata intorno alla metà del XVII secolo dopo il rinvenimento di una immagine della Madonna col Bambino, di origine bizantina. Ha una pianta ottagonale allungata e rappresenta dunque un unicum nel contesto ibleo, il dipinto sacro, presenta caratteri cirillici preslavi, tuttora avvolta nel mistero, anche se secondo la leggenda fu portata da Isacco Comneno dove qui fu sepolto.
Chiesa delle Santissime Anime del Purgatorio; ricostruita completamente nel XVIII secolo a tre navate e con facciata tripartita. Vi si conservano pregevoli tele e la statua in argento del XVII secolo del santo.
Chiesa di San Giuseppe; edificata nel 1756 per iniziativa delle monache benedettine, progettata dal Gagliardi, la facciata a tre ordini, ricca di intagli e sculture. L’interno è caratterizzato da una pianta ovale, la copertura è costituita da una grande cupola.
Convento e chiesa di Santa Maria del Gesù; costruita intorno al 1636 per volere dei frati minori riformati, il prospetto ha una caratteristica forma a capanna e ha come unico ornamento il portale scandito da due semicolonne che reggono un timpano spezzato. Vi è un piccolo campanile posto sul lato sinistro della chiesa. L’interno è riccamente adornato da stucchi e affreschi.
Convento e chiesa di San Francesco all’Immacolata; la chiesa sorse probabilmente nel XIII secolo, i frati francescani la vollero allocare all’estremità dell’abitato per poter svolgere l’accoglienza e la cura dei malati. La torre campanaria è tra le più antiche della Sicilia, databile infatti al periodo svevo.
Chiesa di San Vincenzo Ferreri; la chiesa venne costruita agli inizi del XVI secolo, non fu particolarmente danneggiata dal terremoto, però probabilmente subì qualche modifica. Ha un prospetto lineare molto semplice che presenta due colonne con capitelli corinzi e un timpano, spezzato da un finestrone. Particolare è il campanile impreziosito da fasci di pietre policrome. L’interno è affrescato con pitture murali che rappresentano la Ragusa medioevale, all’esterno è presente un’antica meridiana risalente ai primi del XVI secolo. La chiesa è stata oggetto di un importante restauro terminato nel 2010; l’edificio è attualmente adibito ad auditorium pubblico.
Chiesa di Santa Maria Maddalena; venne menzionata per la prima volta nel 1542 in occasione della visita di Monsignor Platamone; dallo stesso atto si viene a sapere che presso la chiesa era già esistente la Confraternita della Maddalena, di cui ancora oggi si conserva uno stendardo in seta con antichi ricami. Non essendo stata danneggiata dal terremoto del 1693, ospitò la parrocchia di San Tommaso.
Chiesa di Santa Petronilla; indicata la prima volta nel 1654 nella Sacra Visita di Monsignor Capobianco, fu distrutta dal terremoto del 1693 e venne ricostruita tra il 1770 ed il 1776. Oggi appartiene a privati che la usano come laboratorio per il restauro della carta.
Chiesa di San Bartolomeo; costruita nel XVII secolo, venne menzionata per la prima volta nella visita pastorale di Monsignor Platamone del 1642. La tradizione dice che sorse sul tempio pagano di Ercole Melkarte.
Architetture civili
Palazzo Zacco; il palazzo, tra i più belli di Ragusa superiore, fu costruito dal barone Melfi. Si presenta con due prospetti, in ognuno dei quali si aprono tre balconi nel piano nobile. Il portone d’ingresso è fiancheggiato da due colonne su alti plinti in pietra pece, con capitelli corinzi sui quali poggia il balcone centrale con una ringhiera mistilinea in ferro battuto. Gli stipiti dei balconi sono sorretti da mensoloni con due registri: in quello inferiore mascheroni grotteschi, in quello superiore figure fantastiche che ricalcano quelli di altri palazzi nobiliari coevi o realizzati nei decenni precedenti. Nella testata ad angolo tra le due strade l’enorme scudo araldico dei Melfi di S. Antonio. Con questo palazzo entra a Ragusa lo stile rococò più sfrenato che ha riscontro solo in pochi altri edifici. Il palazzo diverrà la sede del museo delle tradizioni ragusane.
Palazzo Schininà di Sant’Elia; fu costruito alla fine del XVIII secolo dal barone Mario Leggio Schininà, marchese di Sant’Elia e primo sindaco di Ragusa superiore. Si estende per un intero isolato; dal 1950 la parte nord è stata regalata alla diocesi e successivamente vi furono trasferiti la sede del vescovado e alcuni uffici amministrativi. Del lunghissimo prospetto è completo solo il piano terra su cui si aprono i due portoni. La facciata dell’ala nord ha sette balconi al primo piano: nel mezzo si trova il portone centrale, delimitato da due paraste su alti plinti, arricchite da ghirlande, con capitelli rococò. Dal portone si accede a un cortile interno da cui si diparte il sontuoso scalone che porta ai portici del piano nobile I sei balconi sono sorretti da grandi mensoloni con finissimi motivi fogliacei; gli ornamenti degli stipiti ripetono il motivo del balcone centrale e culminano con una classica conchiglia barocca. È la più grande costruzione del tardo settecentesco di Ragusa.
Palazzo Sortino-Trono; il palazzo fu edificato nel 1778 su parte delle mura dell’antico castello. L’imponente prospetto sovrasta la piazza degli archi e si affaccia sulla balconata. Vi è un ampio portale d’ingresso, lievemente convesso, che regge un balcone dalla cornice alquanto lineare realizzata in pietra calcarea con intarsi in pietra pece. I tre balconi laterali hanno grandi mensole in pietra pece scolpite a motivi vegetali e nelle aperture cornici in pietra calcarea, con un caratteristico fregio a lambrecchini di gusto rococò. Ai lati del portone d’ingresso due piccole aperture di forma ovale e nei tre partiti, grandi finestroni dalla cornice mistilinea sormontata da un fregio a conchiglia.
Palazzo Bertini; edificato alla fine del Settecento, caratteristiche sono le sculture presenti, tre grandi teste, dette “mascheroni” che raffigurano tre personaggi della cultura barocca: il mendicante, il nobile e il mercante. Il primo è coperto di stracci e mostra un viso deforme con un grande naso e la bocca senza denti, il nobile, dallo sguardo fiero, ha un elegante cappello piumato da cui fuoriesce la capigliatura a boccoli, mentre il mercante ha il viso paffuto con un grande turbante ed un orecchino con una grande perla, segno di ricchezza e opulenza.
Palazzo Nicastro; edificato nella prima metà del XVIII secolo, divenne sede della cancelleria comunale, il prospetto principale si affaccia su una piazzetta che anticamente era l’unica via d’accesso al quartiere superiore della città. Due alte lesene racchiudono lo spazio in cui troneggia la grande tribuna, l’elemento di maggior pregio della costruzione.
Palazzo Cosentini; edificato nel terzo quarto del XVIII secolo per iniziativa del barone Raffaele Cosentini. I tre balconi presenti, si caratterizzano per la ricchezza di decorazioni delle mensole con mascheroni dai volti grotteschi e deformi sormontati da figure di musicisti, in quello centrale, figure alludenti all’abbondanza e in quello a destra, personaggi del popolo. Il prospetto è laterale, delineato da due alte paraste.
Palazzo La Rocca; costruito intorno al 1765 dal barone La Rocca di S. Ippolito. Il prospetto, ad un piano, sobrio ed elegante, è caratterizzato da sette balconi sorretti ognuno da tre mensole in pietra pece. Vi sono raffigurate delle figure antropomorfe tra cui particolarmente interessante il flautista, il suonatore di liuto, la popolana col bimbo e le due figure unite in un abbraccio, ripetuto dai puttini nelle mensole piccole laterali.
Palazzo Battaglia; la costruzione fu iniziata nel 1724 probabilmente dal Gagliardi. La facciata principale, rivolta verso la chiesa della SS. Annunziata, è costituita da un pianterreno ed un primo piano separati da una semplice fascia di pietra, nel sovrastante piano nobile troviamo tre balconi dalle sobrie cornici; quello centrale è sormontato dal grande scudo araldico con gli stemmi della casa nobiliare delle famiglie Battaglia e Giampiccolo.
Circolo di conversazione; l’aristocrazia ragusana decise di costruire un proprio circolo di conversazione, raro esempio di stabile costruito appositamente a tale scopo. È chiamato anche Caffè dei cavalieri. Costruito nel 1850 in stile neoclassico è una delle poche strutture ricreative che si è conservata intatta. Il prospetto ad un piano, si presenta elegante e sobrio lungo circa 10 metri, in stile neoclassico. Ha tre porte divise da sei paraste scanalate con capitelli di stile dorico, il cornicione ornato da triglifi, in corrispondenza delle porte presenta tre bassorilievi con due donne alate che sorreggono una lampada e due sfingi ai lati. Sul cornicione, lo stemma della città affiancato da due leoni antropomorfi circondati da una ghirlanda di fiori. Il fastoso salone delle feste mostra un soffitto affrescato dal ragusano Tino Del Campo alla fine del XIX secolo con un’allegoria delle arti e delle scienze e quattro medaglioni agli angoli. Trattandosi di un locale privato non è aperto al pubblico, ma la disponibilità dei soci ne permette spesso la visita.
Ponti di Ragusa
Ponte Vecchio; nel 1843 con la costruzione del Ponte Vecchio la città si poté sviluppare pure verso sud, il ponte infatti permetteva di superare l’ostacolo naturale della vallata S. Domenica. Il ponte in stile architettonico romano detto anche dei Cappuccini, fu voluto dal Padre cappuccino Gianbattista Occhipinti Scopetta (1770-1836), dell’omonima famiglia Occhipinti di cui deriva lo pseudonimo di “Scopetta” molto conosciuto a Ragusa, costruito come collegamento tra il centro abitato ed il convento di S. Francesco di Paola oggi d’Assisi edificato al di là della vallata e voluto sempre dallo stesso Padre Scopetta, sul colle in cui vi erano numerose attività industriali per l’estrazione della pietra pece, e aprendo così in un certo modo la strada verso il mare.
Ponte Nuovo; nel 1937 fu inaugurato il secondo ponte, chiamato Ponte del Littorio, comunemente chiamato dai cittadini Ponte Nuovo o Ponte di Via Roma. Venne edificato durante il ventennio fascista, insieme all’adiacente Piazza Libertà, un tempo Piazza Impero, grazie all’influenza di Filippo Pennavaria. Nel punto più alto misura quaranta metri, è lungo circa centotrentadue metri e largo circa dieci, oltre i marciapiedi larghi due metri ciascuno. Presenta quattro pilastri in cemento armato ricoperti di calcare duro (pietra viva) e quattro arcate.
Ponte Papa Giovanni XXIII; nel 1964, a causa dell’intenso sviluppo cittadino, si realizzò un terzo ponte, il Ponte Papa Giovanni XXIII (detto anche Ponte Nuovissimo o Ponte San Vito per distinguerlo dal ponte del ’37) a campata unica che unisce il quartiere del Carmine con il quartiere dei Cappuccini.
Architetture militari
Porta Walter o porta Vattiri è l’unica delle cinque porte d’ingresso alla città antica che ha resistito ai secoli e rappresenta uno dei pochi resti della cinta muraria. Fu edificata nel 1643 in occasione della visita del Viceré di Sicilia Giovanni Alfonso Enriquez de Cabrera. La porta, alta 5 metri e larga 3, sopra l’arco a sesto ribassato ha un’iscrizione in latino su due file di blocchi intagliati di calcare. Purtroppo le sei righe di caratteri latini sono ormai quasi illeggibili. Da Porta Walter scende una stradina che porta alla vallata Santa Domenica e alla strada per Modica.
Mura bizantine; accanto alla chiesa del santissimo Signore Trovato che si trova alla periferia orientale di Ragusa Ibla e dietro la chiesa delle Santissime Anime del Purgatorio nel quartiere degli Archi si trovano i resti di mura bizantine dell’VIII secolo che facevano parte della cinta muraria difensiva del castello di Ragusa costruito dai bizantini e poi ingrandito dai normanni.
Torre Cabrera di Marina; si trova nel territorio comunale anche la Torre Cabrera di Marina di Ragusa che è una torre di difesa costiera che fu costruita nel XVI secolo a protezione del caricatoio del porto vecchio della frazione ragusana.
Castello di Donnafugata; la leggenda narra che la principessa Bianca di Navarra fu imprigionata dal conte Bernardo Cabrera, signore della Contea di Modica, ma la principessa riuscì a fuggire attraverso le gallerie che conducevano nella campagna che circonda il palazzo. Il conte era talmente temuto dai sovrani di Palermo che non reagirono, né mai ridimensionarono il suo potere. Ma il nome del castello è probabilmente di origine araba, dal nome dato alla località. Si dice che sia stato edificato sulla vecchia struttura di una torre duecentesca; una parte dell’edificio, tra cui la torre, risalgono alla metà del Settecento ma nel suo complesso il possente edificio è dovuto al Barone Corrado Arezzo che lo fece realizzare un secolo dopo inserendo nella facciata principale, in stile neogotico con richiami del veneziano, la bella loggia con gli eleganti archi trilobati. L’edificio si sviluppa su una superficie di 2500 m² e consta di ben di 122 vani. Il piano nobile è dotato dell’arredamento originale dell’epoca; vi si accede mediante una grande scalinata monumentale in pietra-pece (tipica della zona ragusana ricca di bitume e olio minerale). Notevoli il salone degli stemmi, con affreschi parietali di insegne nobiliari delle grandi famiglie Siciliane, il salone degli specchi, la sala della musica, la stanza del biliardo, con infine la improbabile, dal punto di vista cronologico, ma affascinante dal punto di vista della leggenda, stanza da letto della principessa di Navarra. Le stanze, le sale e i corridoi sono decorati con stucchi ed affreschi. Il Castello è attorniato da un parco lussureggiante di quasi 8 ettari con grandi alberi di Ficus, ed altre essenze esotiche. Al suo interno si trovano un labirinto, un tempietto circolare, una coffee-house e delle grotte artificiali.
Turismo
Il turismo nel Ragusano è un settore di recente formazione, grazie a numerose fiction e film girati nel capoluogo e l’inserimento tra le liste dell’UNESCO, l’afflusso turistico è aumentato in maniera notevole rispetto al passato. Moltissime le attività alberghiere ed i Bed and breakfast; nel 2005 il flusso turistico registrato in complesso è stato di 212 234 arrivi e 885 100 presenze. Oggi Ragusa rappresenta circa il 10% del turismo al livello regionale, infatti l’ampia presenza di risorse artistiche determina un flusso turistico costante tutto l’anno, mentre la frazione di Marina di Ragusa è ricercata maggiormente nel periodo estivo; questa grazie ai numerosi negozi, locali notturni e discoteche, rappresenta la località balneare più attiva della Sicilia sud-orientale. Molto importante è anche la presenza del turismo enogastronomico, infatti la città e l’intera provincia producono molti prodotti agroalimentari tipici tutelati dalla UE; avendo pure il primato siciliano in questo settore, ciò la rende una fra le mete più ambite per degustare pietanze o bevande uniche e di alta qualità. Ragusa presenta il maggiore rialzo in termini di arrivi dei turisti italiani e stranieri, seguita a breve distanza da Siracusa, inoltre detiene la permanenza media più elevata tra le province siciliane, infatti è attestata a una media di 4,2 giorni.
Ragusa. (9 novembre 2018). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 4 dicembre 2018, 07:56 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Ragusa&oldid=100901756.