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Re-Collecting: Castagne matte

venerdì 23 Ottobre 2020 - martedì 8 Dicembre 2020

Re-Collecting: Castagne matte

sede: MAMbo Museo d’Arte Moderna di Bologna (Bologna).
cura: Caterina Molteni.

Prosegue con il secondo appuntamento, dedicato alla collezione permanente del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Re-Collecting, ciclo di cinque focus espositivi che approfondiscono temi legati alle collezioni permanenti di MAMbo e del Museo Morandi, indagandone aspetti particolari e valorizzandone opere solitamente non visibili, o non più esposte da tempo.

La Project Room del MAMbo ospita “Castagne matte”, a cura di Caterina Molteni, focus che deriva il suo titolo dall’epiteto dato al seme dell’Ippocastano e dalla credenza popolare secondo la quale, se custodito nella tasca del proprio cappotto, possa scacciare le influenze autunnali.
Riferendosi a gesti di scaramanzia quotidiana e ampliando la ricerca alla persistenza di una dimensione “magica” nel contemporaneo, la mostra offre una riflessione sulla ritualità come sfera sociale, religiosa e artistica.
In un’epoca caratterizzata da disastri ecologici, pandemie e urgenti rivendicazioni politiche, la ritualità appare una delle strategie possibili per comprendere e affrontare situazioni e condizioni di emergenza.
La dimensione del rituale apre infatti a importanti riflessioni sull’individuo e sul suo corpo, sull’idea di comunità sociale e politica, sulla percezione della vita e della morte, basando le sue pratiche sui principi di un mondo ‘magico’.
Legato all’ineffabile, esso rimanda a una dimensione dell’esistenza che non può essere catturata dal linguaggio descrittivo e che sfugge a tentativi normativi.

In mostra è visibile una selezione di opere della collezione permanente del MAMbo, insieme ad oggetti provenienti dal Museo Civico Archeologico di Bologna, grazie alla collaborazione con l’Area Archeologia dell’Istituzione Bologna Musei. Completano il percorso una sezione d’archivio dedicata alla storia espositiva della Galleria d’Arte Moderna di Bologna e alcune castagne matte appartenute a Giorgio Morandi che, come molti di noi, in modo spensierato e speranzoso, probabilmente seguiva l’usanza di portarle con sé.

L’esposizione si sviluppa tramite diverse intensità e scale di azione: dalla creazione di
oggetti scaramantici e feticci all’istituzione sociale di idoli religiosi e riti collettivi laici.
Il percorso espositivo prende avvio con l’opera Crash, 1994, una serie di cinque diademi, realizzati da Eva Marisaldi (Bologna, 1966) con nastri colorati, fil di ferro e vetri di automobili trovati a terra. L’opera si riferisce a pratiche infantili e alla feticizzazione di ornamenti in strumenti magici. La povertà dei materiali sottolinea l’investimento immateriale – basato sul gioco o sulla spiritualità – tramite cui un oggetto, nella sua semplicità, cambia natura.
Lettura del rituale, 1951-59, dipinto di Carlo Corsi (Nizza, 1879 – Bologna, 1966) presenta il rito come tema letterario interpretato dall’artista tramite ampie campiture di colore, frutto di una pennellata piena e densa. La mutevole ricerca pittorica di Corsi è da considerare un esempio di dinamismo stilistico che trova le sue radici in una incessante indagine intima sui valori espressivi della pittura.
Il rito nella sua forma collettiva intreccia l’opera The Following Days, 2005, di Paolo Chiasera (Bologna, 1978). Il video ritrae un gruppo di ragazzi che nella campagna romagnola si imbattono in un grande masso raffigurante il volto di Pier Paolo Pasolini. Le dinamiche che si innescano tra l’oggetto e il gruppo rimandano a questioni quali la creazione di mitologie contemporanee, la problematicità del monumento e la sua distruzione nella società.
Sleeping, 1991, di Gilbert & George (Gilbert Prousch, San Martino in Badia, Bolzano, 1943 & George Passmore, Plymouth, GB, 1942) è parte di una serie di opere ispirate al mondo metafisico e spirituale, in cui emerge un’atmosfera alchemica e misteriosa. Giocando con l’ambiguità del rapporto arte-vita, gli artisti rappresentano se stessi come defunti, mettendo in gioco un’esorcizzazione della morte che avviene tramite la sua rappresentazione.
Tra i fenomeni più temuti e inspiegabili per l’essere umano, la morte e la sua percezione hanno fortemente influenzato l’ultima produzione pittorica di Piero Manai (Bologna, 1951 – 1988). Senza titolo, 1984, è parte di un gruppo di lavori in cui l’anatomia umana è drammaticamente sezionata dall’interno rendendo irriconoscibili le sue parti.

Castagne matte affianca a questi lavori contemporanei una sezione di oggetti che raccontano le pratiche scaramantiche e magiche di epoca romana. Amuleti, lucerne, dettagli di decorazioni e tavolette con incise maledizioni testimoniano pratiche rituali comunemente diffuse nella società del tempo.
Nel solco di un’indagine che risale agli episodi nodali della storia della Galleria d’Arte Moderna di Bologna, la mostra propone infine un approfondimento sulla rassegna Metafisica del quotidiano, curata nel 1978 alla GAM da Franco Solmi, che offrì una riflessione sull’ambiguità rituale dell’opera d’arte: criterio estetico che permette alla creazione artistica di sfuggire a letture unitarie, per abitare zone di attrito e di contraddizione.

Castagne matte è accompagnata da un’agile pubblicazione in italiano e inglese realizzata dall’ufficio editoriale dell’Area Arte Moderna e Contemporanea con un testo della curatrice e immagini delle opere, in distribuzione gratuita per il pubblico.

Dettagli

Inizio:
venerdì 23 Ottobre 2020
Fine:
martedì 8 Dicembre 2020
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

MAMBO MUSEO D’ARTE MODERNA DI BOLOGNA
via Don Minzoni, 14
Bologna, 40121 Italia
+ Google Maps
Phone
051 6496611
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