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Roberto Ghezzi. Della terra
giovedì 2 Dicembre 2021 - venerdì 25 Febbraio 2022

sede: Gilda Contemporary Art (Milano).
cura: Cristina Gilda Artese, Elena Isella.
Il rapporto tra arte e scienza è in questi decenni molto cambiato, diventando un’alleanza. Si è superata l’idea che all’invenzione e creatività dell’una siano contrapposti la conoscenza e il rigore sperimentale dell’altra. Soprattutto in questi ultimi anni, le arti ecologiche e molte branchie della scienza hanno poi un oggetto comune di interesse, di studio e di indagine: il cambiamento climatico.
L’intenso e approfondito percorso di Roberto Ghezzi è un’espressione artistica personale e originale che si inserisce in questo contesto di temi e pratiche. Nel 2000 circa Ghezzi avvia la serie delle Naturografie, opere in cui è la natura a “disegnare” e a lasciare un’impressione di sé sul supporto che l’artista le mette a disposizione. Le Naturografie nascono da un’attenta fase progettuale che inizia con l’analisi del luogo e degli elementi che lo compongono, l’individuazione del punto di installazione, la scelta del supporto (cotone, lino, crinolina) e il suo collocamento nella materia che lo compenetrerà (terra, acqua, fango). Dopo il posizionamento è necessario un periodo di attesa e di controllo, durante il quale è la natura ad agire. L’acqua, la terra o meglio tutte le sostanze organiche e minerali che le compongono, nonché quelle inorganiche e le specie animali e vegetali, agiscono sul supporto. Mesi dopo è di nuovo l’artista a operare: l’estrazione del tessuto e il fissaggio delle sostanze depositatesi sono le ultime fasi di creazione.
Il legame tra arte visiva e scienza, nel lavoro di Ghezzi, ha origine con la definizione del progetto e prosegue attraverso la condivisione dei risultati con gli enti di ricerca e i loro esperti (Arpa – Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, Umbria; CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, Venezia). In particolare i supporti e le reazioni provocate dalla permanenza nelle acque o nelle terre producono dati utili allo studio dei materiali e alla loro resistenza agli agenti esterni. Attraverso la diretta sperimentazione in natura, che affianca quella in laboratorio, i supporti installati dall’artista forniscono informazioni utili a meglio comprendere l’ecosostenibilità dei materiali. Essi sono inoltre indicatori che aiutano a definire lo stato di salute dell’ecosistema in cui vengono inseriti: insieme alle “classiche” metodologie scientifiche di campionamento e analisi di laboratorio, i supporti possono essere intesi come “matrici” di raccolta che restituiscono dati utili a definire la qualità delle acque o delle terre in cui sono posti.
Ghezzi ha così messo in atto il suo processo creativo proprio nel bosco della biodiversità di Phoresta Onlus in Bologna e da lì sono emerse tele che restituiscono appieno l’ambiente in cui sono rimaste per mesi. La terra nera che imprime la tela bianca del supporto o dalla quale emerge con segni netti trasmette appieno la selvaticità di quell’area, le sue asperità. Questi sorprendenti risultati ottenuti a Bologna e visibili in mostra, supportati anche dalle tavole progettuali, sono qui affiancati da altre Naturografie, realizzate immergendo le tele di cotone nelle terre del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e quelle di crinolina nelle acque del lago Trasimeno e nel fiume Piave (queste ultime nell’ambito di Una tela sospesa tra Arte e Scienza, a cura di Elena Cantori e Monica Mazzolini per il Comune di San Donà di Piave).
Ghezzi dice di sé: “Sono nato in un luogo dove l’incontro tra arte e natura plasma il paesaggio da migliaia di anni”. Con queste parole l’artista sceglie di presentarsi, una breve frase che ha in sé una la chiave di lettura del suo lavoro e di tutta la sua ricerca. A gennaio 2022 verrà presentato un catalogo che racconta il progetto di mostra con testi di Elena Isella, Cristina Gilda Artese e Carlo Manicardi, Arsprima Edizioni.
Inaugurazione
2 dicembre ore 18
Informazioni
info@gildacontemporaryart.it