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Rosa Genoni (1876-1954): una donna alla conquista del ‘900

sabato 13 Gennaio 2018 - sabato 24 Marzo 2018

Rosa Genoni (1876-1954): una donna alla conquista del '900

sede: Archivio di Stato di Milano (Milano).

Dopo un anno di attività celebrative in occasione dei 150 anni dalla nascita, l’Archivio di Stato di Milano dedica una grande mostra a Rosa Genoni, una delle donne italiane più autorevoli del secolo scorso.
Tanta strada è stata percorsa dai giorni di Milano Expo 2015, durante i quali Rosa Genoni è stata presentata al grande pubblico a Palazzo Castiglioni con un evento sempre a cura di Elisabetta Invernici: incontri e momenti di studio (come la presentazione presso l’Ufficio d’Informazione del Parlamento Europeo e quella all’Unione Femminile Nazionale a Milano) fino alla presenza da protagonista nella mostra “Tra Arte e Moda” a maggio 2016 a Firenze organizzata da Ferragamo, per proseguire con la capsule a Palazzo Morando, Milano, concerti, lectio e conferenze tenute dalla nipote-biografa Raffaella Podreider curatrice dell’Archivio riconosciuto di importanza storica-nazionale dall’Archivio di Stato di Milano.
Nel novembre 2016 Rosa Genoni è stata inserita nel Famedio fra i personaggi che hanno fatto grande questa città.

La mostra, così come il convegno inaugurale e la presentazione del mese di gennaio 2018, mettono in luce l’impegno di Rosa Genoni nella moda, nell’insegnamento, per l’emancipazione femminile, per i valori della pace.
L’esposizione racconta di Rosa Genoni donna audace, capace e decisa a non sottostare a un destino di povertà. Dal lavoro duro come piscinina alla direzione di una nota maison milanese, dalla Medaglia d’Oro all’Esposizione del 1906 alla carriera giornalistica; dirigente della sezione di sartoria e docente di storia del costume presso la Società Umanitaria di Milano; unica rappresentante italiana alla Conferenza dell’Aja del 1915, con il suo ingegno costruì una vita eccezionale in ogni ambito in cui operò. L’Archivio Genoni Podreider, l’Archivio di Stato di Milano, Fondazione Anna Kuliscioff, Società Umanitaria e Associazione Culturale Profumo di Milano espongono cimeli, bozzetti e abiti, documenti inediti, lettere, foto e pagine d’epoca, articoli e libri.

LA MOSTRA
Suddivisa in due parti, la mostra, sotto l’alto patrocinio del Parlamento europeo e di altri importanti soggetti istituzionali, presenta una sezione moda e una politico-sociale.

Sezione moda “Tributo a Rosa Genoni”
13 gennaio – 11 febbraio 2018
A cura di Elisabetta Invernici.
Abiti, memorabilia, bozzetti, documenti autentici e inediti di Rosa Genoni la cui firma stilistica è spesso collegata a Casa Savoia e al gran mondo d’Europa come la marchesa Lindenberger e donna Carla Erba, al teatro e al cinema (Sarah Bernhardt, Lyda Borelli, Eleonora Duse), alla politica (Anna Kuliscioff), alla storia dell’arte (Boldini e Tallone) e alla creatività (D’Annunzio e Giuseppe Visconti di Modrone). L’esposizione vuole raccontare attraverso la testimonianza di Rosa Genoni come l’esperienza ideativa, il concetto di filiera e l’eco-sostenibilità debbano convivere nella produzione di moda. E come la moda sia forma di comunicazione tra le più accreditate a veicolare valori artistici e morali. Un percorso narrativo, emotivo e inclusivo che consente una lettura a più livelli, nel corso del quale rimbalzano significati come: bello, etica, ricerca, identità e dove l’elemento femminile fa la differenza per quel tocco sentimentale che tutto pervade. In questo contesto si inseriscono i Tributi a lei dedicati da alcuni tra i più importanti marchi italiani e milanesi della moda e del design: Barbara Tristini Trimarchi, Chapeau Flambè by Fiammetta, Curiel, Elena Savò, Ellie by Marco Lagattolla, Fratelli Rossetti, Gallia e Peter, Giuseppe Di Morabito, JMonteiro, Katia Gagliardini, Maison Elegance Haute Couture, Manfredi Manara, Milena Ianniciello, Ornella Bijoux, Paola Bonacina, Roberta Moretti Gioielli, Sella Italia. L’Istituto Secoli ha realizzato un paio di cartamodelli di Rosa Genoni mai sviluppati prima d’ora. La Sartoria San Vittore presenta un modello teatrale ispirato all’araba fenice, simbolo di eterna rinascita. L’Associazione Irene propone una creazione che ricorda il periodo londinese di Rosa Genoni. Inoltre promuove tra le partecipanti dei propri laboratori sartoriali di Monza e di Milano, la realizzazione di borse “Rosa” ispirate al lavoro di ricerca stilistica di Rosa Genoni. Le borse saranno fabbricate con scarti di produzione donati dalle aziende tessili del territorio. Da Tirano, città natale della stilista, l’omaggio dell’Artigianato Artistico della Provincia di Sondrio e della Confartigianato Imprese Sondrio. Tutte le creazioni sartoriali in mostra sono valorizzate grazie alla partnership con ABC Mannequins, azienda leader del settore. “Dare un’anima a un manichino facendone una flessuosa opera artistica – spiega il fondatore Silvano Besana tuttora presente in azienda – è il frutto di una viscerale passione per arte e bellezza, design, artigianalità, comunicazione, sensibilità per l’ambiente, multiculturalità trasversale”.
In anteprima al pubblico, il docu-film, La moda è fatta di libertà – regia di Maja Astrid Diedenhofen – che ha partecipato come finalista al Film Festival di Sarajevo, organizzato da Consortio Civium Invictum, in cooperazione con il London Fashion Film Festival, Istanbul Fashion Film Festival e Madrid Fashion Film Festival. Due minuti per raccontare due vite che si intrecciano in pirouettes e cuciture e testimoniare come, grazie alla determinazione, i sogni possano diventare realtà. E poi la grande sorpresa: per la prima volta gli amanti della moda e delle arti decorative potranno scoprire alcuni dei 600 campioni tessili e prove di ricamo che Rosa Genoni collezionò per 25 anni progettando la nascita di un museo di arti decorative a Milano, come centro studi per giovani creativi. Le sale saranno profumate come di consueto dalle note alla rosa create in esclusiva per Rosa Genoni da Ariaprofumata, azienda milanese leader nel marketing olfattivo.

Sezione politico-sociale “Pro Umanitate”
15 gennaio – 24 marzo 2018
L’Archivio Genoni Podreider, l’Archivio di Stato di Milano, Fondazione Anna Kuliscioff, Società Umanitaria e Associazione Profumo di Milano che hanno curato questa parte del progetto, espongono cimeli, bozzetti e abiti, documenti inediti, lettere, foto e pagine d’epoca, articoli e libri che raccontano l’intensa attività di Rosa Genoni nel campo della politica e nel campo dell’insegnamento (1905-1933 alle scuole professionali femminili dell’Umanitaria) e la sua battaglia sociale nel mondo del lavoro in difesa dei diritti delle lavoratrici e del rispetto della donna come nuovo attore nella vita del Paese. L’intero percorso della mostra è accompagnato dalla presenza di studenti del Liceo Artistico Statale Umberto Boccioni di Milano in grado di offrire supporto ai visitatori all’interno dell’esperienza educativa “alternanza scuola lavoro”.

Rosa Genoni, pioniera della moda italiana, artefice di pace e umanità. Note biografiche. Dalle montagne dell’alta Valtellina alle lotte per l’emancipazione femminile, fino ad entrare di diritto nell’Olimpo della moda. Di umili origini (primogenita di ben diciotto tra fratelli e sorelle), partita giovanissima da una piccola cittadina ai piedi delle Alpi (Tirano), Rosa Genoni ebbe una vita a dir poco straordinaria, unendo l’amore per la bellezza all’impegno per la pace e per il riscatto dei lavoratori. La sua gavetta nel mondo delle sartorie milanesi comincia a soli dieci anni come “piscinina”, ma ben presto la Genoni dimostra di avere una marcia in più: frequenta le scuole serali e poi si inscrive ad un corso di francese, la cui conoscenza è indispensabile perché, nella moda, la Francia detta legge. E proprio la capitale francese segnerà la vita di Rosa che, fin dagli esordi, cercherà di affrancarsi dallo stile parigino per trovare ispirazione nel grande patrimonio artistico e decorativo italiano. Arte e bellezza, quindi, non senza dimenticare le condizioni delle mestieranti delle sartorie, sfruttate e sottopagate. Avvicinatasi ai circoli socialisti, il suo impegno sociale non sfugge ai dirigenti del Partito Operaio Italiano, che nel 1884 le propongono di recarsi a Parigi per partecipare ad un Convegno internazionale sulle condizioni dei lavoratori. Tornata a Milano, dal 1893 la troviamo impegnata per il miglioramento delle condizioni delle lavoratrici: entra a far parte della “Lega Promotrice degli Interessi femminili” e poi si avvicina alle posizioni di Anna Kuliscioff, di cui sosterrà le battaglie per l’emancipazione delle donne lavoratrici e per la tutela dei minori. È in questo periodo che Rosa viene assunta dalla rinomata “Maison H. Haartdt et Fils”, allora principale casa di moda milanese con filiali a Sanremo, Lucerna e St. Moritz, in un palazzotto di cinque piani con duecento dipendenti, . Qui ricoprirà il ruolo di premiere e poi quello di direttrice, dando inizio ad una vera rivoluzione dello stile, affrancandosi da quello parigino e dando vita ad uno stile autoctono, basato sull’arte decorativa italiana. Le sua creazioni, ispirate alle opere dei pittori rinascimentali italiani, conoscono il successo e meritano il Grand Prix della Giuria alla Esposizione Internazionale di Milano del 1906. Due di queste creazioni, il celebre abito da ballo ispirato a “Flora” dalla Primavera di Botticelli e il Manto di Corte tratto da un disegno del Pisanello, sono stati donati dalla figlia Fanny Podreider alla Galleria del Costume a Palazzo Pitti a Firenze e lì tutt’ora esposti. Scelta per i suoi meriti dalla Società Umanitaria, nel 1905 organizza la Scuola Professionale Femminile, dove tiene lezioni serali di Storia del costume e dirige la sezione di sartoria, biancheria e modisteria fino al 1930, anno in cui si dimetterà per non giurare fedeltà al fascismo. Sempre per incarico dell’Umanitaria Rosa Genoni visiterà le migliori scuole professionali europee (tra cui Parigi, Berlino e Amsterdam), ne studierà i programmi, perfezionando i suoi corsi professionali, per essere sempre all’avanguardia. Nel 1908 partecipa a Roma al Primo Congresso delle Donne Italiane esprimendo in un lungo intervento molto apprezzato la necessità dell’affrancamento dalla Moda Francese. Auspica la nascita e lo sviluppo di una Moda Italiana con l’affermazione sempre più rilevante, sia dal punto di vista artistico che economico, dell’alto potenziale dell’artigianato italiano. Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale è sostenitrice della Neutralità. Nel 1928 regolarizza la sua unione sposandosi con l’avvocato Podreider ed inaugura con suo marito un laboratorio di cucito, un asilo nido e successivamente un ambulatorio ginecologico per le detenute di San Vittore in memoria della di lui madre deceduta Carolina Podreider. Nel 1936 rimane vedova e quattro anni dopo si trasferisce a Varese nella villa che il marito aveva comprato per sua madre. Del 1948 è ancora una sua appassionata lettera al conte Bernadotte, mediatore dell’ONU per la questione palestinese, dove auspica la pace tra arabi ed ebrei. Muore a Varese il 12 agosto 1954.

Dettagli

Inizio:
sabato 13 Gennaio 2018
Fine:
sabato 24 Marzo 2018
Categoria Evento:
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