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Sabino de Nichilo. Rivelazioni
venerdì 4 Ottobre 2024 - domenica 17 Novembre 2024

sede: Museo Archeologico Francesco Ribezzo (Brindisi).
cura: Ilaria Caravaglio.
Gettando un ponte tra passato e futuro, la ceramica è un materiale che sfida il tempo e dimostra tutta la sua contemporaneità nelle sculture di Sabino de Nichilo, protagoniste della mostra intitolata “Rivelazioni”.
Sabino de Nichilo presenta al pubblico un progetto ideato per lo spazio museale brindisino e volto a mettere in dialogo i cicli più recenti della sua ricerca scultorea – intitolati Organi da asporto, Esperimenti di estinzione e Rivelazioni – e alcuni dipinti su carta con i reperti custoditi all’interno del “Ribezzo”. Oltre a collocare le sue opere nella sala adibita alle esposizioni temporanee, l’artista dissemina lungo il percorso espositivo del museo cinque interventi site specific, pensati con l’intento di attualizzare e rileggere criticamente alcune delle figure mitologiche e delle forme espressive della cultura classica che i visitatori possono incontrare all’interno della collezione archeologica permanente.
Non è solo un andirivieni tra epoche storiche e culture diverse. Si tratta – secondo la curatrice Ilaria Caravaglio – di «un percorso più articolato, che vede alcune delle ceramiche accomodarsi, con un dialogo rispettoso, tra i millenari reperti che riempiono le sale dell’edificio museale». A delinearsi in questo modo nelle sculture di Sabino de Nichilo è quella che Caravaglio definisce «un’archeologia del futuro», che vede la rivelazione a cui fa riferimento il titolo della mostra costruirsi a partire da una relazione, «intesa come dialogo tra la produzione dell’artista ed i pregiatissimi pezzi della collezione del museo».
Spiega la curatrice: «Al centro della ricerca di de Nichilo c’è il corpo, declinato nelle sue infinite possibilità e trasformazioni. Le sue sculture, come frammenti di un puzzle cosmico, ci presentano un corpo che si frantuma, si ricompone, si evolve, sfidando le leggi della natura e della morfologia tradizionale. Queste forme organiche, spesso ibride e mutanti ci ricordano, appunto, i reperti archeologici, frammenti di un passato che cerchiamo di ricostruire ma, al tempo stesso, cellule staminali, capaci di generare ogni tipo di tessuto».
«Le opere di de Nichilo – prosegue Caravaglio – propongono una doverosa riflessione sul futuro, un futuro in cui la tecnologia e la scienza permetteranno di manipolare la materia vivente, creando nuove forme di vita e di interazione con l’ambiente, ma anche un futuro in cui la natura, con la sua forza inarrestabile, continuerà a plasmare il mondo, ricordando a noi esseri umani la nostra fragilità e la nostra dipendenza dall’ecosistema».
Inaugurazione
4 ottobre 2024, ore 18