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Science Art Visions
domenica 15 Settembre 2024 - domenica 15 Dicembre 2024
sede: Arte.Go.Gallery (Online).
cura: Ennio Bianco.
Tre esposizioni virtuali per mettere a fuoco il margine, per esplorare quelli che l’Arte Contemporanea individua come “temi di confine”: i più controversi, forse, e per tale ragione i più vitali.
È questa idea ad aver orientato Arte.Go nella celebrazione del trentesimo anno della rivista, come dimostrano l’ideazione e il successo di “Gender fluid. L’arte sfida i binarismi di genere” curata da Valerio Dehò e “Altre ecologie. Quando l’arte protegge il Pianeta” a cura di Maurita Cardone. Due mostre liminari, prismatiche, dove i motivi chiave del nostro tempo vengono declinati in forma interstiziale, nella centralità del dialogo tra le arti.
Il terzo e ultimo capitolo, “Science Art Visions“, curato da Ennio Bianco, si pone ora come coronamento ideale di un percorso all’insegna della “contaminazione”, in cui uno sguardo sugli scenari futuri convive con una riflessione sullo stato dell’arte e sul rapporto, sempre più intenso, tra cultura umanistica e scientifico-tecnologica.
Una esposizione che si propone di esplorare l’interazione dinamica tra arte e scienze, dunque, attraverso le opere di artisti-ricercatori che, affascinati dai principi scientifici, traducono idee complesse in narrazioni visive avvincenti, trascendendo i confini tra le discipline con l’obiettivo di offrire agli spettatori una testimonianza di come la creatività e la ricerca scientifica possano coesistere, ispirarsi e arricchirsi a vicenda.
Ma, al di là delle opere, pur affascinanti, è un motivo più profondo quello che ha spinto a proporre ai lettori di Arte.go questa singolare esposizione, ovvero l’idea di approfondire la contrapposizione – tipica del mondo contemporaneo – tra cultura scientifico-tecnologica e sapere umanistico. Una dicotomia fallace, che altera la percezione dei valori più profondi dell’umanità e impone una visione parziale di ciò che il mondo dell’arte è in grado di concepire e produrre.
La rapida evoluzione scientifico-tecnologica non solo sta trasformando l’organizzazione della società, ma è in grado di rimodellare la stessa cultura umanistica storicamente associata all’esplorazione delle esperienze letterarie, filosofiche, storico-artistiche, di contro all’elaborazione della Scienza sovente legata ai meri dati empirici e ad aspetti quantitativi. È qui che risiede la debolezza di tale coppia di opposti, schiacciati sull’individuazione di due culture quasi contrapposte e relegate a campi d’azione appena sovrapponibili.
In un’epoca di travolgente progresso scientifico come l’attuale, una distinzione del genere appare necessariamente sfumata giacché il sapere tecnologico pervade gli usi quotidiani andando a ridefinire le modalità con cui la cultura umanistica può essere compresa e acquisita sino a investire, di conseguenza, la nostra percezione della realtà.
Numerosi sono gli esempi che riguardano gli effetti della riorganizzazione tecnologica di vari settori della società contemporanea, dall’istruzione al turismo, dalla medicina all’agricoltura. Si pensi alla grande rivoluzione della scuola digitale, in cui le nuove tecnologie (piattaforme online, aule virtuali, portatili all’avanguardia e apprendimento personalizzato fondato sull’AI) hanno consentito di abbattere i limiti spazio-temporali e di promuovere un ambiente educativo più inclusivo e diversificato. O ancora ai passi avanti compiuti nel settore sanitario, con innovazioni quali la telemedicina, la chirurgia robotica e la diagnostica basata sull’intelligenza artificiale, in grado di migliorare la cura e la qualità di vita dei pazienti, nonché l’accessibilità alle cure.
Nel mezzo di tali trasformazioni, gli artisti assumono un ruolo centrale nell’esplorazione e nella critica alle implicazioni dell’automatizzazione. Lungi dall’essere osservatori passivi, molti ricorrono alla tecnologia come strumento e come soggetto, per riflettere sulle complessità della vita contemporanea e offrire una visione altra – più densa e attuale – della relazione tra scienza e sapere umanistico.
Questo impegno ha portato all’emergere di nuove forme d’arte (si pensi a quella digitale o all’arte generata dall’intelligenza artificiale, senza dimenticare le forme d’arte ispirate alla biologia, alla teoria dei quanti, all’elettronica, alla robotica, alla comunicazione, etc.) che sfidano le tradizionali definizioni di elaborazione creativa e mirano all’esplorazione di nuovi strumenti e dimensioni.
Il titolo stesso dell’esposizione, Science Art Visions, racchiude il senso di tali riflessioni, laddove il termine “visions” è lasciato volutamente ambiguo poiché evoca diverse interpretazioni, delle opere in mostra al dialogo tra scienza, tecnologia e arte. Questa parola funge da ponte concettuale, collegando le opere d’arte (video e immagini digitali) con le prospettive ideologiche alla base delle sperimentazioni degli artisti in mostra.
L’artista, del resto, è un visionario, colui che riflette sullo stato attuale del mondo e lavora, al tempo stesso, per modificarne il corso. La mostra diventa così uno spazio di dialogo tra presente e futuro, in cui le visioni degli artisti offrono sia commenti che provocazioni critiche, incoraggiando gli spettatori a considerare le più ampie implicazioni socio-culturali dell’evoluzione scientifica sull’umanità.
Il rapporto tra visioni artistiche e scientifiche, il loro procedere in parallelo, mostra così l’inestricabile compatibilità tra i due campi, attraversati da una spinta all’esplorazione, alla sperimentazione e all’immaginazione di scenari futuri. Le opere riflettono la fluidità e l’imprevedibilità del progresso scientifico, evidenziando come l’arte sia in grado interpretare, indagare e riflettere gli straordinari cambiamenti in atto.
Il termine “visions” può essere dunque inteso come finestra sul mondo dei singoli artisti, sulla loro personalità creativa, ma è anche una sonda sulle prospettive e sulle aspirazioni degli stessi, sulle loro visioni del presente e del futuro, modellate dalla comprensione dei cambiamenti scientifico-tecnologici in corso nella società. Interagendo con temi come l’intelligenza artificiale, la biotecnologia, la trasformazione digitale, lo sviluppo dell’elettronica, della robotica, etc., questi artisti non creano solo arte ma riflettono e commentano le implicazioni di tali progressi per il futuro dell’umanità..
In questa prospettiva, i protagonisti di Science Art Visions (otto donne e quattro uomini, altro dato cogente che ribalta l’equivalenza limitante tra donne e sapere umanistico) si confrontano con domande come: In che modo la tecnologia ridefinirà le nostre nozioni di identità e realtà? Quali sfide etiche derivano dal progresso scientifico? Come può l’arte aiutarci a orientarci in un mondo sempre più complesso e interconnesso?
Questioni di grande attualità che fanno dell’esposizione un campo di indagine in cui lo spettatore potrà ammirare opere non solo ispirate da concetti scientifici ma profondamente intrecciate con essi. Attraverso i video, le immagini e le sinossi preparate direttamente dagli artisti, egli sarà invitato a riflettere sui misteri del mondo naturale, sulle complessità della tecnologia e sulle domande profonde che tramano sia l’arte che la scienza.
Ogni opera presente in mostra è infatti una testimonianza della capacità di questi artisti di colmare il divario tra due mondi solo apparentemente separati. Interagendo con argomenti come meccanica quantistica, sistemi biologici, intelligenza artificiale e fenomeni cosmici, essi offriranno nuove prospettive per invitarci a osservare l’universo mediante un caleidoscopio di meraviglie e possibilità.
Science Art Visions intende essere uno spazio dove l’immaginazione incontra l’innovazione, in cui l’astratto diventa tangibile e dove l’ignoto entra a contatto con l’esperienza umana.
Ginevra Amadio
visita la mostra online:
Science Art Visions
da 15 settembre al 15 dicembre 2024
per la visualizzazione su smartphone/tablet, installare l’applicazione ArtSteps:
Google Play | App Store
Autori:
Susan Aldworth, Suzanne Anker, June Balthazar & Pierre Pauze, Heather Barnett, Daniela De Paulis, Marco Donnarumma, Andy Lomas, Helen Pynor, Tina Salvadori Paz, Maja Smrekar, Stel Stelarc, Emilio Vavarella
Opere:
Susan Aldworth – Brainscape / Transience / Modern Alchemy
Suzanne Anker – After Eden
June Balthazard & Pierre Pauze – MASS
Heather Barnett – Ripple Rift
Daniela de Paulis – A Sign in Space / Mare Incognito
Marco Donnarumma – I Am Your Body: Ex Silens e Niranthea
Andy Lomas – Synchrony / Twitchy Cells
Helen Pynor – 93% Human
Tina Salvadori Paz – Quantum Flickers of Time
Maja Smrekar & Jonas Jørgensen – !brute_force: Soft Resilience
Stelarc – Possessed And Performing Body
Emilio Vavarella – Animal Cinema
Immagine guida: Helen Pynor – “93% Human”, 2023 (video still image)
Locandina
Banner
L’immagine guida della mostra è “93% Human”, 2023 (video still image) di Helen Pynor.
Locandina, banner e materiali social: Ian De Novellis
Tutti i contenuti: © dei rispettivi Autori
Dettagli
- Inizio:
- domenica 15 Settembre 2024
- Fine:
- domenica 15 Dicembre 2024
- Categorie Evento:
- Expo 3d, Mostre, Online, Trentesimo
- Tag Evento:
- Andy Lomas, Arte, ArteGoGallery, Daniela de Paulis, Emilio Vavarella, Ennio Bianco, Heather Barnett, Helen Pynor, June Balthazar & Pierre Pauze, Maja Smrekar, Marco Donnarumma, Mostra, Mostra Virtuale, Online, Scienza, Stel Stelarc, Susan Aldworth, Suzanne Anker, Tina Salvadori Paz
Luogo
- ARTE.GO.GALLERY
- Online, Italia
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