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Sediments. After memory – Mostra collettiva
giovedì 30 Giugno 2022 - domenica 4 Settembre 2022
sede: Mattatoio (Roma).
cura: Johanne Affricot, Eric Otieno Sumba.
L’esposizione “Sediments. After memory” si propone di individuare all’interno di quella che il sociologo Zygmunt Bauman ha definito “modernità liquida”, fatta di flussi e tendenze effimeri e fugaci, ciò che permane, andando controcorrente e sedimentandosi al di sotto della superficie turbolenta della quotidianità.
“Sediments. After memory” interroga questa testimonianza granulare depositata seguendo quattro segni distintivi della modernità liquida: rivoluzioni ostacolate, soggettività postcoloniali, consumismo vuoto e cittadinanza precaria.
La mostra mette in discussione la distinzione tra esposizioni personali e collettive, avvicinando le opere come capitoli tematici o parti di un intero, unendo trasversalmente molteplici prospettive che collegano Camerun, Eritrea, Italia, Porto Rico e Rwanda.
Espongono: Muna Mussie, Las Nietas de Nonó, Victor Fotso Nyie, Christian Offman
Muna Mussie (Eritrea, 1978) trascina il pubblico negli spazi liminali dell’esilio e della continua organizzazione remota per la liberazione. Nell’installazione Bologna St. 173 (Riverberi Roma), (2021-2022) ricorda i raduni che, tra il 1974 e il 1991, si sono tenuti a Bologna ogni agosto a sostegno della lotta di liberazione eritrea. Con questa installazione mette in scena il concetto di casa transitoria e precaria. Per Bologna St. 173 (Riverberi Roma), l’artista introduce un nuovo elemento: un video del festival in loop, accompagnato dal racconto di una giovane donna eritrea che ha abitato ad Asmara, Bologna Street.
Victor Fotso Nyie (Camerun, 1990) rielabora la percezione contemporanea delle forme scultoree africane attraverso le opere che compongono Identità Sospese. Mosso dalla diffusione globale e commerciale di maschere africane stilizzate, le sculture di Fotso Nyie riprendono le fattezze del corpo Nero, simboleggiando però l’alienazione delle soggettività africane contemporanee attraverso l’uso di inflessioni surrealiste e speculative. Superando i dibattiti in corso relativi alla restituzione della cultura materiale africana, Identità Sospese è allo stesso tempo un intervento estetico e materiale che riguarda sia un nuovo linguaggio artistico, che la riabilitazione e la riparazione di una tradizione scultorea che ha un lungo corso in molti paesi africani, compreso quello di origine dell’artista (Camerun).
Le due sorelle mapenzi e mulowayi nonó, (Porto Rico) formano il duo artistico Las Nietas De Nonó, che fondono e confondono teatro, performance, interventi artistici e vita quotidiana in processi ancorati alle loro biografie. Le sorelle hanno trasformato l’ex casa del nonno nel Barrio San Anton, a Porto Rico, nel Patio Taller (2011-2019), uno spazio comunitario e residenza per artiste e artisti internazionali che stimola i ritmi di lavoro, lo svago e la produzione della comunità. Questo impulso è documentato nella loro installazione video Foodtopia: después de todo territorio (2020-2021), che può essere letto come una critica nascente della disconnessione sensoriale tra il consumatore moderno, il cibo che lo mantiene in vita, e l’ambiente naturale che lo fornisce.
Christian Offman (Rwanda, 1993), nell’installazione site-specific Barocco, affronta un tema determinante della modernità liquida: la cittadinanza. Crescendo tra il Rwanda e l’Italia, attinge dalla sua esperienza di vita, nonché da una pratica artistica che fonde storia e memoria nella scultura e nell’installazione, e affronta le nozioni di base del diritto di cittadinanza attraverso gli spazi che rafforzano la non-cittadinanza: un archetipo che ricrea per l’installazione. Le barricate antisommossa di acciaio grigio, che strutturano e scandiscono i sogni e le speranze dei/delle non-cittadini in attesa presso le autorità italiane per l’immigrazione, sono intrise delle contraddizioni del sistema.
Immagine in evidenza
di Victor Fotso Nyie