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Serie Imperiale – Un’opera di Flavio Favelli
sabato 24 Marzo 2018 - domenica 3 Giugno 2018
sede: ex mini Coop e Casa del Popolo (Valsamoggia – località Bazzano).
cura: Elisa Del Prete, Silvia Litardi.
Da una riflessione sulle pratiche di decorazione pittorica nella storia dell’arte, dall’antichità a oggi, fino al fenomeno contemporaneo della ‘street art’, Flavio Favelli guarda da alcuni anni con particolare interesse alla pittura murale e alle sue implicazioni sociali, concettuali ed estetiche.
Dal 24 marzo 2018 il progetto Serie Imperiale prenderà forma a partire dalla realizzazione di due wall painting site specific nel centro di Bazzano, nelle colline sopra Bologna, e si inserirà nella vita e nella cultura emiliana quale prima opera dell’artista per il territorio in cui vive e lavora da più di quindici anni.
Nell’arco di tutto il 2018 il progetto attraverserà tre fasi operative distinte che daranno origine a un’opera composita su più supporti, metafora dello stratificarsi della storia italiana cui l’opera fa riferimento. Il soggetto scelto dall’artista per i due wall painting riprende infatti la bizzarra iconografia di francobolli storici del Regno d’Italia appartenenti alla serie “Imperiale” emessa dal 1929 al 1934 cosiddetta sovrastampata, simboli dell’occupazione fascista durante il Regno d’Italia.
Dalla stratificazione storica a quella paesaggistica l’intervento di Favelli si innesterà al tempo stesso in un contesto più ampio che ha a che fare con la vitalità di un paesaggio anch’esso stratificato, collocandosi nel vecchio quartiere operaio di Bazzano, tra i centri che hanno dato vita al più grande comune fuso d’Italia, Valsamoggia.
I due siti in cui l’opera s’inserirà, l’uno un ex supermercato di provincia Coop, modello di un’esperienza collettiva di shopping ormai superata a favore del centro commerciale multifunzionale e dell’e-commerce, l’altra una Casa del Popolo che non funge più da luogo ricreativo, d’accoglienza e discussione politica ma ospita sedi di rappresentanza e uffici, sono simbolo della trasformazione sociale e urbana in atto rispetto agli usi di luoghi che nelle loro funzionalità erano anche centri di aggregazione e incontro.
In occasione della doppia installazione i due siti saranno aperti al pubblico gratuitamente fino al 3 giugno 2018 ogni weekend e il progetto sarà accompagnato da ricco programma di appuntamenti: visite guidate, percorsi didattici per le scuole, laboratori aperti al pubblico, oltre a incontri con l’artista dedicati all’approfondimento dell’opera.
Dopo la fase espositiva il progetto si arricchirà di ulteriori evoluzioni che, a partire dall’estate 2018, vedranno svolgersi un intervento di strappo, in cui, grazie all’intervento del Laboratorio di restauro Camillo Tarozzi, all’avanguardia nella ricerca sul restauro pittorico contemporaneo, l’opera sarà trasferita su tela, ricomponendosi in un dittico. Seguirà l’operazione di otturazione, ovvero l’azione di occlusione da parte dell’artista del taglio lasciato dallo strappo, attraverso cui Favelli marca i due siti con un segno permanente anche nella loro destinazione futura.
A completamento di queste tre fasi la documentazione fotografica in VR, a opera della startup bolognese DeyeVR, renderà infine virtualmente perpetua l’esperienza dell’installazione e dei siti che l’hanno ospitata, accompagnando l’opera-dittico su tela in tutte le sue future esposizioni.
L’intero progetto sarà accompagnato dalla produzione di un catalogo.
Flavio Favelli nasce a Firenze nel 1967. Dopo la Laurea in Storia Orientale all’Università di Bologna, prende parte al Link Project (1995-2001), quindi partecipa alla residenza TAM a Pietrarubbia, diretta da Arnaldo Pomodoro nel 1995, e al Corso Superiore Arti Visive della Fondazione Ratti con Allan Kaprow nel 1997. Ha esposto in mostre personali in spazi privati e pubblici, in Italia e all’estero, tra cui: MACRO, Roma; MAXXI, Roma; American Academy, Roma; Museo del 900, Milano; MAMbo, Bologna; Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro; Museo Marino Marini, Firenze; Museo Riso, Palermo; Museo di Villa Croce, Genova; Centro per l’Arte Pecci, Prato; Palazzo delle Papesse, Siena; Fondazione Sandretto Re Rabaudengo, Torino; Maison Rouge – Fondation Antoine de Galbert, Parigi. Ha partecipato a mostre collettive presso MOCA, Cleveland; Peggy Guggenheim Collection, Venezia; MOCA, Shanghai, Elgiz Museum, Istanbul; Castello di Rivoli, Torino; GaMeC, Bergamo; Galleria d’Arte Moderna, Torino; No Soul For Sale – Tate Modern, Londra; Museo Madre, Napoli; PAN, Napoli. Ha preso parte ad alcune rassegne internazionali come la 55° edizione della Biennale Internazionale d’Arte di Venezia (“Vice versa”, Padiglione Italia a cura di Bartolomeo Pietromarchi); XI Biennale de L’Avana, Cuba; XIII Biennale di Scultura a Carrara, alla XV Quadriennale di Roma, 50° edizione della Biennale Internazionale d’Arte di Venezia (“Clandestini”, a cura di Francesco Bonami; “Italics” a Palazzo Grassi, Venezia. Ha progettato e realizzato due installazioni bar al MAMbo di Bologna e al MARCA di Catanzaro, e due ambienti pubblici permanenti: Vestibolo presso Sede ANAS di Venezia a Palazzetto Foscari e la Sala d’Attesa nel Pantheon di Bologna per le celebrazioni dei funerali laici all’interno del Cimitero Monumentale della Certosa. Nel 2010 è stato artista in residenza presso l’American Academy di Roma per l’Italian Fellowship, nel 2014 ha svolto una residenza d’artista all’Ambasciata d’Italia a Istanbul, e nel 2015 presso la NARS Foundation di New York. Nel 2015 l’opera Gli Angeli degli Eroi è stata scelta dal Quirinale e dal Ministero della Difesa per rappresentare i militari caduti nella ricorrenza del 4 Novembre. Dal 2000 vive a Valsamoggia, in località Savigno.