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Silvano D’Ambrosio Vita triumphans
venerdì 25 Ottobre 2024 - mercoledì 20 Novembre 2024
sede: Galleria Alice Schanzer (Venezia).
cura: Annarita Rossi.
La serie di opere scelte per la mostra “Vita triumphans”, consiste in una selezione di tele appartenenti ai cicli pittorici: “Vasi feriti” e “Pavane pour un monde finissant”, raffiguranti drammatiche allegoriche dell’esistenza.
Si tratta di ampie raccolte in cui i protagonisti sono spesso elementi della natura o, come nel ciclo Vasi feriti, la figura antropomorfa del vaso di fiori, tutte metafore dell’umano in un precario equilibrio di sopravvivenza, naufraghi inermi, in cui la volontà di resistere si oppone ancora ad una apocalisse imminente che sovrasta la scena… “Frutta randagia senza terra promessa”.
(Silvano D’Ambrosio).
Silvano D’ambrosio fu allievo di Tono Zancanaro all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, e negli anni ’80 divenne l’ispiratore del gruppo Eclissi, per iniziare in seguito, dopo le prime esposizioni a Il Polittico (Roma) di Arnaldo Romani Brizzi, una serie di importanti mostre a: Grenoble, Lione, Lisbona, Beyrouth, Il Cairo e Torino. Da oltre quarant’anni le rappresentazioni di D’ambrosio, disvelate da una particolare libertà espressiva, offrono nelle visioni inattese e impervie, uno sguardo quasi profetico dell’attuale situazione di disfacimento sociale ed umano. Mai però, nella sua visione il dramma si realizza, lo spiraglio alla speranza di una salvezza è sempre implicita, o risultante come in questo caso già dal titolo, che risuona come un rito apotropaico, un’invocazione alla vittoria del bene, sulla sconfitta del mondo.
“Un vaso apollineo, stanco e saccheggiato, ancora proteso però in un atto di generosità nel donare in un’ultima volta un’occasione di rinascita, macerato in un soliloquio costante in quanto non più ascoltato, rivitalizzato in movimento perenne, attraverso il suo contenuto di un’idea di rinascita, il monito dell’altro. Alla base la perfezione di un fiore che mantiene ancora il senso dell’esistere. La possibile rigenerazione spirituale dell’umano o il termine drammatico di ogni cosa! Come in uno specchio mitologico, passaggio tra il mondo vivente e non vivente le figure delle umane miserie attraversano e si ripropongono in forma di rovine urbane, inconsapevoli a quale realtà appartenere, vagando tra piani sospesi e inconciliabili riportando allo sguardo estraneo di chi le osserva interrogativi e incertezze. ”
Inaugurazione
25 ottobre 2024 ore 18.00
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(part.)