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Silvia Inselvini. Nights like lights
sabato 22 Febbraio 2020 - sabato 18 Aprile 2020
sede: PoliArt Contemporary (Milano).
cura: Leonardo Conti.
In esposizione circa venti opere, scelte dal ciclo notturni, in cui Silvia Inselvini lavora da anni, con ascetico rigore, a penna su carta.
La ricerca che l’artista non cessa di rilanciare è quella sul tempo, che dall’antichità resta come un cardine nelle riflessioni di filosofi, poeti, scrittori, musicisti e artisti.
I segni d’inchiostro, infinitesimi e indefiniti che, instancabilmente, l’artista dipana sui fogli di carta, s’infittiscono come indelebili notti uniformi o metamorfiche, nere o blu.
Talvolta è il blu che filtra nel nero, oppure è il nero che annotta ogni blu.
I fogli si posano come foglie, uno appresso all’altro, nella regolarità di una misura costante.
A guardarli in risma, col nerbo dell’inchiostro che li incurva, paiono il pullulare di ciò che è stato e di ciò che non è stato nel tempo, di ciò che avrebbe potuto essere e di cui la storia non è che un frammento: versione di un’eternità immaginata da Borges.
Poi l’artista li sceglie. Li compone. Affinché un gruppo funzioni. Affinché sia un unico squarcio di tempo, un quadro, in cui al senso, provvisoriamente, sia concesso il sopravvento.
Più in là, davanti alle mani di Silvia Inselvini, quasi una Pierrot Lunaire, così cara a Schönberg, il muto orizzonte riposa, come un libro di magia chiuso.
In questa sua inedita ricerca sul tempo, l’ossessione dell’artista non è il cardinale, il numero che nomina il passare, come fu per Roman Opalka; neppure è la data che dà un nome ai giorni e alle cose in cui s’immerge il presente, come fece On Kawara; e neppure è il perpetuo distendersi o agglomerarsi di un corpo di scrittura illeggibile e significante, come in Irma Blank.
Per Silvia Inselvini, i fogli popolosi e molteplici, nati dallo svuotarsi d’inchiostro della mano, sono cancellazione e rivelazione.
Sono il dimenticarsi per conoscere. Sono i ritmi incessanti, in cui prende corpo l’infinito. Sono lo stile del tempo. Il gesto femminile di una mano. Che scrive. La leggerezza della penna. Che piano segna. La grazia delle dita chiare sulla ruvida chiarezza di un foglio. E il suo tingersi, a poco a poco. Uno specchio che si travasa in un altro specchio. Notte. Lo specchio s’oscura, diventa visibile. L’altro s’accende, accede all’invisibile.
La mostra è corredata di un catalogo con tutte le opere pubblicate in 120 esemplari numerati, ognuno contenente un’opera unica originale dell’artista.
Ufficio Stampa: Spaini & Partners
Inaugurazione: sabato 22 febbraio 2020 alle 18:30 con evento musicale di Paola Samoggia