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Silvio Sangiorgi. In compagnia di Arlecchina
sabato 25 Febbraio 2023 - domenica 26 Febbraio 2023
sede: Hotel Europa (Latina).
cura: Azzurra Piattella.
“Il ruolo di Arlecchina è quello della servetta che aiuta con ogni sorta di stratagemma i sotterfugi amorosi della padrona, conducendoli a lieto fine. È impertinente, adulatrice, maliziosa e scaltra, è speculare ad Arlecchino, che come personaggio è molto più antico, di cui quasi sempre è l’Amorosa o la moglie, come Pierrette lo è di Pierrot.
Arlecchina è parte di una grande rivoluzione nel mondo del teatro che è la Commedia dell’Arte: le donne che fino a quel punto si erano potute esibire solo come balie, nutrici e cantanti del coro, iniziano a dare prova della loro bravura non solo in Italia, ma in tutta Europa con un grande impatto sul pubblico.
Gli intrecci e contrasti che vengono portati in scena sono compiuti da tipi comuni come il truffatore, il disperato, il seduttore impenitente, gli amorosi, servitori e servette che parlano e agiscono allo stesso modo del pubblico che li guarda, dando vita alla partecipazione attiva di quest’ultimo e alla “rottura della quarta parete”.
Il personaggio di Arlecchina nasce nel 1695 a Parigi ed è connaturato a quello di Colombina, fidanzatina storica di Arlecchino.
Il consenso del pubblico è immediato, visto il già grande successo del suo amoroso a teatro, nelle fiere e nei carnevali di cui è la vedette, prendendone il nome, la maschera nera e il costume a losanghe o come scrive Michelangelo il giovane, pronipote del più famoso Buonarroti, “a scacchi, a lune, a grilli, a zannetti, a bertucce”.
Dell’etimologia del nome ancora non vi è certezza, quasi sicura la sua radice germanica che fa riferimento a un esercito (Heer) e ai suoi componenti armati (thing), o dal “gioco della schiera” (harjaleika) (battaglia) da cui è derivato herlechinus “membro del gioco della schiera” (guerriero), trasformato con il passare del tempo in nome proprio, perdendo il significato originario.
Le prime tracce letterarie risalgono a un periodo fra l’XI e il XII secolo e vedono Arlecchino protagonista della mesnie Hellequin, masnada di anime dannate dell’eterna “caccia selvaggia”; nel 1276 è lo sciocco buffone che indossa una maschera con un grugno diabolico nel dramma satirico Le Jeu de la Feuillée; all’inizio del 1300 è Alichino, diavolo dell’Inferno dantesco, dove insieme ad altri nove fa da scorta a Dante e Virgilio nella bolgia dei barattieri; è il ballerino saltellante chiamato Arlechino, Zanni, Pulecenella, a seconda del luogo, delle mascherate invernali; è lo Zani in seconda dei tanti canovacci della Commedia dell’Arte.
È il protagonista, insieme ad Arlecchina, di questa mia mostra, mandato a vivere come un essere umano e vive le sue avventure come può.
Quel che è certo è che la “ventura” di questo personaggio è ancora da scrivere e ritrarre”.
Silvio Sangiorgi
Silvio Sangiorgi, pittore e disegnatore autodidatta, è autore di libri di poesia, narrativa e saggistica. Ha realizzato copertine e illustrazioni per diversi editori. Autore del progetto Piazze, Corti, Piste, Palcoscenici. Espone le sue opere in Italia e all’estero. Vive e lavora a Milano.
Informazioni
0773 407 199; silviosangiorgi.com
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