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Simbolismo e Nuova Oggettività. La Galleria del Levante

domenica 27 Marzo 2022 - domenica 12 Giugno 2022

Simbolismo e Nuova Oggettività. La Galleria del Levante

sede: Mart Rovereto (Rovereto, Trento).
cura: Alessandra Tiddia.

Tra il 1962 e il 1981 l’intellettuale Emilio Bertonati fondò e diresse la Galleria del Levante, punto di riferimento per collezionisti, artisti, critici e appassionati d’arte.
La storia della Galleria rappresenta un momento cruciale nella più ampia storia espositiva italiana.
Il Mart la racconta con una grande mostra: oltre 200 opere provenienti da collezioni pubbliche e private.

Tra il 1962 e il 1981 la Galleria del Levante presentò quattro o cinque progetti espositivi all’anno, ognuno di questi è documentato e rappresentato in Simbolismo e Nuova Oggettività. La Galleria del Levante. In mostra 220 opere, di cui circa 60 fotografie, provenienti dalle collezioni pubbliche o private a cui appartengono oggi.
A cura di Alessandra Tiddia l’esposizione dialoga e valorizza anche il patrimonio del Mart che custodisce e studia diversi tra gli artisti selezionati da Bertonati. In particolare, provengono dalle raccolte roveretane il Ritratto di Frieda Cornelius di Christian Schad, I ciclisti di Franz Radziwill, tre opere, due disegni e una lampada di Luciano Baldessari.

Il percorso di visita si divide in 7 sezioni.

Si comincia con un’anticamera nella quale trova collocazione una selezione dei cataloghi pubblicati dalla Galleria del Levante, contenenti saggi dei maggiori critici e intellettuali, a testimonianza dei profondi rapporti intessuti da Bertonati con gli studiosi dell’epoca.

Dopo una sala dedicata al Gallerista, in cui ritratti e fotografie sono presentati con alcune opere da lui stesso realizzate, la mostra prosegue con due sale sul Simbolismo. Ad aprire le danze è La primavera di Maximilian Lenz, sodale amico di Gustav Klimt, di cui nella stessa sezione troviamo il prezioso disegno Nudo di schiena con i capelli lunghi, del 1918. La mostra procede tra opere di artisti noti, come Fernand Khnopff e Max Oppenheimer, ma anche di nomi oggi pressoché sconosciuti, come Alphonse Osbert, Émile Fabry e Charles Doudelet. Tra atmosfere da sogno e bestiari fantastici, si passa da un Simbolismo più romantico a uno più inquietante, per finire con opere che annunciano l’avanguardia futurista (e che rimandano per i visitatori insaziabili al Focus temporaneo dedicato a Romolo Romani, fino al 5 giugno).

Il percorso continua con la sala dedicata al Realismo Magico e ai Valori Plastici rappresentati rispettivamente da Cagnaccio di San Pietro e da Edita Broglio.
Di Cagnaccio, la cui riscoperta si deve anche al lavoro di Bertonati che gli dedicò un’importante mostra nel 1971, il Mart propone una serie di nature morte che rappresentano la sua pittura più “fredda”, analitica e severa; simile allo stile della Nuova Oggettività tedesca che il Gallerista ugualmente amava.
Il confronto si dispiega nella sezione dedicata alla Germania degli anni Trenta in cui emerge un’atmosfera perturbante, influenzata dalle contradizioni che segnarono il particolare momento storico. Se i pezzi da novanta sono Christian Schad e Rudolf Schlichter, che si avvicina al Surrealismo, determinante è la scoperta di opere di artisti raramente presentati in Italia come Franz Radzwill, Volker Böhringer e Karl Hubbuch.

Segue una sezione dedicata al Pittorialismo e alla fotografia a cui negli anni Settanta Bertonati dedicò diverse ricerche e pubblicazioni. In mostra ritratti, fotografia sperimentale e fotogiornalismo sono organizzati in piccoli nuclei monografici. Uno di questi è dedicato al “barone Guglielmo” Wilhelm von Gloeden, presente con un’opera anche nella mostra su Antonio Canova (fino al 18 aprile).

La mostra si chiude con un’appendice sui “nuovi realismi” tedeschi degli anni Settanta dedicata alla generazione di giovani pittori a cui Bertonati si appassionò come Werner Tübke e Heinz Zander. Tra i maggiori artisti della DDR, oggi rappresentati in musei e manuali di storia dell’arte, al tempo restarono per lo più confinanti nell’isolato contesto geopolitico.
Il rapido cambiamento internazionale che prelude l’estetica degli anni Ottanta è rappresentato da due opere del 1974 di quel Terry Pastor che disegnava le copertine per Hunky Dory e Ziggy Stardust di David Bowie.

La mostra Simbolismo e Nuova Oggettività. La Galleria del Levante prosegue nel catalogo a carattere scientifico, con riproduzione della totalità delle opere esposte, un testo di Vittorio Sgarbi, saggi di Alessandra Tiddia, Valerio Terraroli, Francesco Parisi, Monica Bonzini, Alessandra Quattordio, Maria Flora Giubilei, Elena Pontiggia. Completano l’opera le testimonianze delle collaboratrici di Emilio Bertonati, oggi note galleriste Chiara Fasser, Marion Grcic-Ziersch e Viola Roehr von Alvensleben; della gallerista Maria Paola Maino e del critico Renato Barilli.
L’allestimento è dello studio Baldessari & Baldessari.

Immagine in evidenza
Rudolf Schlichter, Mia moglie con il gatto, 1930, Collezione privata

Luogo

MART ROVERETO
Corso Bettini, 43
Rovereto, Trento 38068 Italia
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Phone
800 397760
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