Solomostry. Countdown

sede: Mimumo – Micro Museo di Monza (Monza).

A proposito di Solomostry possiamo dire essere un artista poliedrico – che spazia dalla serigrafia al muralismo, dalla pittura all’installazione – ed è proprio per merito della sua essenza eclettica che intorno al 2007 – e grazie all’incontro con alcune realtà techno clubbing presenti nella capitale lombarda – si allontana dai graffiti e plasma nuovi soggetti, i suoi soggetti: i Mostri.

La ricerca di Solomostry è caratterizzata da una linea compositiva spezzata che si protrae a comporre entità geometriche espressive, rivelanti di violente emozioni. Si tratta di maschere mostruose interpreti delle impressioni, delle trepidazioni, delle inquietudini, degli eccessi, presenti nella vita di tutti i giorni. Il marcato outline costruisce e distrugge al tempo stesso. Le dure linee squarciano la superficie e segnano spazi entro cui giocano colori vivi e piatti, ormai tipici di Solomostry.

Countdown è il titolo del progetto proposto da Martina’s gallery per Mimumo. L’opera che integralmente è composta da tre grandi tele – intitolate rispettivamente Entry, Wholecar ed Exit – racconta le tre fasi fondamentali di un sovversivo atto in strada, rappresenta i tre momenti assoluti del gesto creativo e istintivo allo stato puro.

Nella prima tela, Entry, suddivisa in otto sezioni, ci vengono raccontate le sensazioni provate dall’artista in procinto di avvicinarsi al luogo scelto per compire il suo pezzo. La recinzione chiusa, posta come ostacolo da superare, diversi mostri che con aria giudicante, spiano ed osservano. Un rettangolo arancione attraversato da una striscia catarifrangente è la linea simbolo della notte, del pericolo e dell’emergenza.

La tela centrale, Wholecar, rappresenta l’atto più concreto. Dal dizionario urban, Wholecar è l’azione di colorare interamente un bus, un treno, un track. Solomostry, infatti, si appropria della tela nella sua totalità. Lo spazio viene unicamente dedicato al suo pezzo.

La terza tela, Exit, rappresenta l’ultima fase del gioco. L’artista dopo aver scelto il luogo, dopo averlo contaminato, fugge. Vediamo infatti le otto divisioni ribaltate a specchio. Quelle che nel primo quadro erano linee rette, si spezzano, diventano burrascose. Ora la recinzione è rotta, l’artista dopo aver valicato l’ostacolo, ha lasciato la sua traccia ed è scappato. Un ultimo sguardo attraverso i suoi occhi curiosi e se ne va.