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Sonia Vicari. Diagonali
lunedì 16 Luglio 2018 - domenica 26 Agosto 2018
sede: 9m2 Gallery (Morcote).
cura: Walter Ghidini.
“Una massa di capelli color rame, conduttore naturale, incornicia lo sguardo vivace di chi vuole sperimentare tutto delle cose del mondo.
Incontrare Sonia Vicari e sentirla raccontare la propria esperienza artistica è come sedersi accanto ad una cascata della quale non si possono non percepire la forza e la vitalità.
Docente di scuola dell’infanzia e docente di attività creative, Sonia Vicari ritiene che il nozionismo uccida la creatività e sogna un presente nel quale tutti possano maturare una propria idea di libertà.
Come spesso accade a chi sente il bisogno di “fare arte”, il suo vissuto artistico ha origini lontane, nell’infanzia, dove la pittura è la prima tecnica espressiva che Vicari esplora per raccontare e raccontarsi.
È però poi nella materia grezza, nella pietra in particolare, che trova la sua completa ispirazione.
Marmo di Carrara, alabastro toscano, pietra ollare, gesso, argilla, ytong, legno e materiale di fortuna: la sua ricerca avanza in varie direzioni, tutte caratterizzate dalla necessità di toccare, scavare la materia per misurarsi con la sua compattezza e la sua forza.
Sonia Vicari lascia che sia la materia a parlarle, suggerendo di volta in volta, attraverso l’osservazione istintiva, quale forma attende d’essere liberata dall’interno.
E sono poi l’assenza di coercizione e la fantasia a creare il dialogo che alla fine finisce per instaurarsi con la materia stessa, in un fantastico gioco di scambi che le permette di portare alla luce le sue forme e di liberare le emozioni più profonde.
Nella produzione di Vicari vi sono alcuni soggetti ricorrenti, la figura del cavallo e il corpo femminile, ch’essa esegue in varie declinazioni come in una sorta di rituale, un mantra di pace, il suono primordiale che aiuta a ritrovare la pace e la serenità.
Il cavallo è simbolo di forza, vitalità, e, come altri animali destinati alla corsa, rappresenta spesso in diverse culture la passione pura e la forza dell’energia pulsionale, pericolosa quando è libera e mossa dai sensi, utile per la realizzazione spirituale quando è controllata e dosata.
Domare questo animale equivale a padroneggiare le pulsioni interiori e la Vicari cavalca sicura i suoi destrieri che spesso avvolge con fili di vimini o di rame, turbini di emozioni che ne amplificano l’aura di onnipotenza che li caratterizza.
Oppure la donna che, con il corpo ricavato da un lungo ramo anch’esso avvolto da spirali emozionali, rinvia continuamente a misteriose evocazioni o all’infinito silenzio.
L’archetipo del “femminile” è il primo passaggio verso la trasformazione e anche momento di conoscenza delle parti più profonde del mistero della creazione, di passaggio dall’inconscio al conscio, al palese, al manifesto.
Nel lavoro di Sonia Vicari le trasformazioni delle masse non sono mai formali, ma svelano la ignota e imperscrutabile interiorità e i contrasti profondi che, come fantasmi, emergono nelle apparenze.
La sua fantasia artistica è da intendersi tanto in senso causale, come libera ispirazione dell’istinto creativo, che come momento finalistico simbolico il quale ritrova nel mantra della propria personale simbologia un contatto ancestrale con antiche rappresentazioni mitiche e ne svela le opposizioni”.
Walter Ghidini