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Sostra. Dipanate liane

domenica 8 Settembre 2019 - domenica 22 Settembre 2019

Sostra. Dipanate liane

sede: 11Dreams Art Gallery (Tortona, Alessandria).

Oggi, 13 marzo 2019, giornata magnifica al museo; ieri mattina giro di esplorazione, stamani, dalle undici a mezzogiorno, munito di fotocamera digitale desiderosa di mettersi all’opera, in quel momento, subito, tra gli anfratti del colore e della pittura: questa, essa, stamattina ha mantenuto – superato – le aspettative e le promesse, tra i felpati passi dell’andatura in avanti e retromarcia di perlustrazione a conferma e garanzia, che ventiquattr’ore fa avevo immaginate.

Solo io e qualche custode.
Un silenzio non nuovo per me, ma da tanto tempo non lo sentivo di così inspirabile espansione e tale riempitiva entità.
Così silenzio! Godibile nella pienezza sferica dell’assenza di ogni rumore, fuorché quello dei piedi che scivolavano su cuscini di storie anche irrilevanti, storie più o meno influenti di altri luoghi, e che questo, adesso, si trova a custodire; della suola che si staccava appena dal pavimento, della piegatura di maniche e corpo del giubbotto appena tolto e, rivoltato verso l’esterno, con la parte felpata – sopra felino e anche sotto, un tutt’uno gatto tra cortecce e cortecce scorticate nelle quali il tempo s’è fatto le unghie, portandomi (giunta era l’ora), analista dell’ombra, ma guarda un po’! verso l’apertura di cervelli illuminati – appoggiata, la calda felpa della nuda giubba, al braccio sinistro; la bruna giacca da mezzo tempo a cerniera lampo non pesava, non ingombrava, mentre con tre dita della destra tenevo “l’occhio in attesa”, il quale, vigile e pronto da un po’, avrebbe carpito quegli sprazzi di luce riflessa, sconvolgenti per lo strato pittorico in sé e per le fisionomie rese distorte, nel susseguirsi, attimo dopo attimo, di cangianti dismorfie: quei visi li conoscevo già, sicché le sorprendenti loro espressioni mi erano familiari seppur deformate, abbagliate; una novità nel momento dell’apparizione edificava – edificante presa rapida – e consolidava, subito dopo, il ritorno di una consueta e sinistra – nel senso di emisfero, a proposito di scorza – frequentazione.

Ma, lo sapevo, i lievi rumori degli spostamenti attenti mi appartenevano, dunque non arrecavano danno alla danza ebbra dei passi, né disturbo ad alcuna delle volatili percezioni con ronzio lì – tra di esse – allocato quale colonna sonora di mosse ripetute, paletti uditivi che nell’incedere mi facevano sentire vivo tra le cose ultime – appendici di una storia di tante storie – che parlavano “stavano straparlando (anche) e scherzando” con me, erano dell’umore giusto, il carattere disponibile che in quel trasloco di tempo occorre avere, per un dialogo di luci tra cervelli, lungo la dodicesima ora che dal meriggio separa, e che bisogna percorrere per essere puntuali alla metà, il segreto eccentrico del metro quadro dove convogliare notte e giorno.
E spostamenti di fianco, sguardi di sbieco, dorate cornici stirate da una parte e schiacciate dall’altra, corpi contratti, altri accorciati da accidentali prospettive si slanciavano in convergenti vie di fuga verso l’alto brunito, l’aria massiccia, pesante; bronzea.

Un metro quadro di vecchio lino ossidato, e i saluti di commiato di tinte e imprimiture vissute a tu per tu, gomito a gomito, mano nella mano per troppo frettolosi assaggi.
I gomiti, sbracciati, erano gli stessi che qualche ora prima erano stati appoggiati sui braccioli sporchi degli sporchi sedili del treno.
Quanta polvere dei campi elisi del mito in quei sollevamenti! Solo io e uno, due custodi nel corpo di quel silenzio.
Perché quando dentro di me qualcuno parla, e quel qualcuno sono io, anche riflesso in una prospettiva di mobili parole pensate e da tenere a mente, anche riflesso, come in questo caso, nei grandi specchi di anni andati, composti di più parti, specchi polittici di simmetrica realtà anziché pittura – sì straniante speculare pittura! –, con cornici dorate, di bombature rettilinee e riccioli, e il vetro macchiato con quelle forme tipiche, marchi dei vecchi specchi che spesso l’immagine deformano, l’espressione più che altro, quando dentro di me qualcuno parla, è qualcuno che conosco molto bene, e decifrare so ciò che in quel concitato vaivieni e frangersi di onde mi vuol dire, sono vortici di richieste e assenso, di parole dette di fretta e con altrettanta velocità ascoltate per non perdere il passo…
Sostra
[… segue, file PDF]

Dettagli

Inizio:
domenica 8 Settembre 2019
Fine:
domenica 22 Settembre 2019
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

11 DREAMS ART GALLERY
Via Rinarolo, 11/c
Tortona, Alessandria 15057 Italia
+ Google Maps
Phone
333 6033006